Covid-19, 17 regioni in giallo. Preoccupano gli assembramenti

Covid-19, 17 regioni in giallo. Preoccupano gli assembramenti
7 febbraio 2021

Diciassette regioni in giallo, quattro in arancione, nessuna in rosso e nessuna in bianco. È il nuovo quadro dell’Italia a colori, da lunedì 8 febbraio, sul fronte della lotta alla pandemia, dopo le ultime valutazioni del Comitato tecnico scientifico. Preoccupano, però, le varianti Covid e anche gli assembramenti, registrati nelle ultime ore soprattutto nei luoghi di ritrovo e dello shopping delle grandi città. Dunque, primo week end in zona gialla in molte regioni italiane. Complice il bel tempo, una folla enorme si è riversate per le vie del centro e i parchi di Roma, tanta gente anche a Napoli e a Bergamo. Nemmeno a Bari, arancione, si è rinunciato alla passeggiata in centro. Stessa situazione in Sicilia, che è arancione ma sembra gialla. I palermitani hanno approfittato di questa finestra prima del maltempo, atteso per domenica sera, e si sono spostati nelle borgate marinare.

Tanta gente in centro a Torino e anche nei parchi nonostante la giornata uggiosa. Quello che preoccupa però è la movida che, incurante del coprifuoco serale, è ricomparsa in alcune aree della città. A Napoli da questa mattina lungomare e strade dello shopping, da via Toledo a Chiaia nel centro e da via Scarlatti a via Luca Giordano nella zona collinare, sono state invase da fidanzati, famiglie e gruppi di amici a passeggio, intenti agli acquisti o seduti ai tavolini di bar, trattorie, pizzerie e ristoranti. Tutti o quasi con mascherine, magari abbassate sul naso, ma inevitabilmente assembrati. Pochi i controlli intorno alle 13. In centro anche centinaia di bambini in maschera. Ha riaperto persino il Gran caffè Gambrinus, chiuso da novembre scorso.

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A Milano nonostante il tempo incerto, in molti hanno affollato la zona più centrale del capoluogo, da piazza Duomo a corso Vittorio Emanuele, da via Dante al Castello Sforzesco. Le vie dello shopping, come corso Buenos Aires, corso Vercelli, corso Garibaldi, sono state affollate, ma non gli esercizi: rare le file e più spesso ambienti vuoti. Non è andata meglio neppure nel cosiddetto ‘Quadrilatero della moda’, da via Monte Napoleone a via della Spiga. Pochissimi in genere gli assembramenti: code solo davanti ad alcuni dei negozi delle più famose catene di fast food, bar e gelaterie. E proprio le varianti e i nuovi contagi causati soprattutto da assembramenti hanno portato diversi amministratori ad una serie di provvedimenti in vigore da domani, lunedì 8 febbraio. In Alto Adige il presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, ha confermato che da lunedì 8 a domenica 28 febbraio sarà attuato il regime di lockdown duro. Oltre a bar e ristoranti, già chiusi, da lunedì serrande abbassate anche per i negozi al dettaglio, non sarà possibile la mobilità tra Comuni se non per motivi di lavoro e salute, e la scuola superiore di secondo grado sara’ al 100% a distanza. Prima infanzia e asili resteranno aperti mentre scuole elementari e medie chiuderanno dal 10 febbraio per poi riaprire in presenza il giorno 22.

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Dal 13 al 21 febbraio in Alto Adige le scuole saranno chiuse per le tradizionali vacanze di Carnevale. Tutta la provincia di Perugia, e sei comuni in provincia di Terni, invece, entreranno in zona rossa lunedì. La presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, ha firmato l’ordinanza che rimarrà in vigore fino al 21 febbraio, dopo una riunione in cui ha illustrato il provvedimento ai sindaci dei comuni coinvolti. Si tratta delle misure di fascia rossa prevista dal Dpcm del 14 gennaio, “rafforzata” da ulteriori strette. La decisione è stata presa “alla luce dell’aumento del numero di casi Covid in alcuni territori umbri, nonché l’accertata circolazione nel territorio regionale di due varianti del virus”. Provvedimenti simili, sempre da lunedì prossimo, anche in altri centri di diverse regioni, mentre in Abruzzo gli studenti delle scuole superiori di secondo grado torneranno alla didattica a distanza, mentre a Pescara lezioni in presenza sospese in tutte le scuole. Intanto, dopo due settimane di zona arancione, tra proteste e polemiche per un ‘declassamento’ ritenuto eccessivo (la Regione aveva presentato anche un ricorso al Tar), la Sardegna da lunedì torna in giallo, con la possibilità per una serie di attività commerciali, in particolare bar e ristoranti, di riaprire i battenti anche se con l’orario di chiusura confermato alle 18.

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