Draghi incassa la prima fiducia al Senato. “Dovrà essere validata dai fatti”

Draghi incassa la prima fiducia al Senato. “Dovrà essere validata dai fatti”
Mario Draghi
18 febbraio 2021

Il governo Draghi incassa la prima fiducia al Senato: su 305 presenti hanno votato 304 senatori, favorevoli 262, contrari 40, astenuti 2. Numeri che “blindano” il suo governo e assicurano, almeno per l’avvio del lavoro, una navigazione tranquilla. Anche se i “dissidenti” M5s che votano no sono 15, con in più 6 pentastellati assenti che non rispondono alla “chiama”. Dunque, resta alta la tensione nel Movimento, dove il dissenso non si placa. La lunga giornata d’esordio per Draghi a palazzo Madama scorre via senza eccessi di pathos, tantomeno si registrano momenti di tensione, gli ormai soliti toni in crescendo dei leader a cui l’Aula era solita assistere negli ultimi mesi. Unico “distinguo” che ripropone le divisioni tra centrosinistra e centrodestra quando il premier cita Giuseppe Conte: i giallorossi applaudono, cori di “buu” si levano dai banchi dell’allora opposizione.

Per il resto, fatta eccezione per il “no” di Fratelli d’Italia, i sì sofferti di diversi senatori pentastellati e la prevista “pattuglia” dei dissidenti M5s che si attesta a quota 15, come detto. Oggi tocca alla Camera, ma anche nell’altro ramo del Parlamento è atteso un risultato da record, anche se per il momento al Senato il governo Monti detiene ancora il primato del numero dei voti a favore (281). Subito dopo la larga fiducia ottenuta al Senato, il premier Mario Draghi ha lasciato Palazzo Madama. Oggi è atteso a Montecitorio, dove alle 9 inizierà la discussione generale sulle linee programmatiche esposte ieri (e depositate anche alla Camera). Alle 19 è prevista la replica del presidente del Consiglio, poi in serata il voto. E’ atteso un risultato da record.

LA REPLICA DI DRAGHI

Comincia la sua replica con il microfono spento, Mario Draghi nell’aula del Senato. Le prime parole sfuggono all’emiciclo di palazzo Madama e subito si avvicina Federico D’Incà, ministro dei rapporti con il Parlamento, nella veste di “microfonista”. “Scusate, devo ancora imparare…”, si giustifica il premier, prima di riprendere il suo intervento. “Stamattina ho detto che l’Italia è una grande potenza culturale e anche per questo al G20” sarà data “grande importanza” alla cultura “con un incontro dedicato” ha detto il premier. “Le restrizioni per la pandemia hanno messo a dure prova musei, cinema, teatri, tutto lo spettacolo dal vivo e l’arte in generale”, un comparto che va sostenuto “perché il rischio è di perdere un patrimonio che definisce la nostra identità. Una perdita economica ingente ma ancor più grande la perdita dello spirito. Molto è stato fatto per ristori adeguati: serve fare ancora di più, rafforzare le tutele dei lavoratori” e le risorse del Next Generation Ue vanno utilizzate per “il capitale umano” e le “nuove tecnologie”.

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“Il ritorno nel più breve tempo possibile alla normalità deve riguardare anche la cultura in tutte le sue forme perché imprescindibile per la crescita e il benessere del Paese”. “Sulla questione migrazioni – aggiunge Draghi – la risposta più efficace passa dalla piena responsabilità da parte delle istituzioni europee, permane la contrapposizione tra gli stati più esposti e gli stati del nord-est Europa, L’Italia propone come concreta misura di solidarietà un meccanismo obbligatorio di redistribuzione di migranti pro quota – ha aggiunto – ho detto che senza legalità e sicurezza non ci può essere crescita, senza riportare legalità e sicurezza è molto difficile crescere”. Particolare attenzione Draghi promette di darla a uno dei settori più colpiti dalla pandemia: il turismo. “Alcune imprese potrebbero non aprire dopo la pandemia ma una che certamente riaprirà è il turismo, investire nel turismo, sostenere il turismo non significa buttare via i soldi, quei soldi tornano indietro. Si tratta di una questione essenziale – ha aggiunto -, l’uscita dalla pandemia è la migliore forma di sostegno ma bisogna impedire che queste imprese falliscano”. “Vi ringrazio per la stima che avete dimostrato ma anche questa dovrà essere giustificata e validata nei fatti dall’azione di governo da me presieduto” dice Draghi. “Certe cose non si fanno se non vengono discusse con le Regioni”. Il coinvolgimento di Regioni, Comuni, delle parti sociali “non solo è indispensabile ma è essenziale”, aggiunge.

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