L’aereo di Stato dell’Aeronautica militare con a bordo i feretri dell’ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci, uccisi in Congo, è atterrato alle 23.20, all’aeroporto militare di Ciampino a Roma. Ad attenderli, il presidente del Consiglio Mario Draghi, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e il ministro della Difesa Lorenzo Guerini. Le salme, avvolte in una bandiera verde, bianca e rossa, sono state accolte all’aeroporto della Capitale. Assente il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, costretto ad annullare la presenza per una labirintite. Sull’aereo viaggiavano anche la moglie e le tre figlie dell’ambasciatore, che con lui vivevano a Kinshasa, e alcuni dei congiunti del carabiniere che erano partiti appositamente da Sonnino (Latina) per assolvere a questo compito doloroso.
Ad accogliere sulla pista i due feretri un picchetto militare interforze, composto anche da carabinieri del 13esimo reggimento Friuli Venezia Giulia, che fa parte della seconda Brigata mobile dell’Arma, di cui Iacovacci era componente. Dopo la benedizione delle salme da parte dell’ordinario militare, Draghi ha reso gli onori ad Attanasio e Iacovacci: si è soffermato davanti ai feretri e ha toccato le bare. È seguito un momento molto commovente di raccoglimento. È stato suonato il silenzio e poi le bare avvolte dal tricolore sono state portate via dai carri funebri. I familiari si sono poi trattenuti con il premier che ha rivolto loro parole di conforto.
Oggi verrà effettuata l’autopsia sui corpi delle due vittime. La Farnesina ha chiesto e ottenuto di effettuare in Italia l’esame autoptico disposto dalla procura di Roma, che indaga sulla morte dell’ambasciatore e del carabiniere uccisi durante un tentativo di sequestro. Le autopsie saranno effettuate presso l’Istituto di medicina legale del Policlinico Agostino Gemelli, mentre i carabinieri del Ros sono stati inviati a Goma per le indagini. A loro spetta il compito di acquisire i verbali delle testimonianze raccolte dalle forze dell’ordine congolesi e di verificare quali siano state le armi usate dai ranger che sono intervenuti per fermare i rapitori: non si esclude ancora, infatti, che a ferire i due italiani possa essere stato il ‘fuoco amico’. A coordinare le indagini i pm Sergio Colaiocco e Alberto Pioletti. Sempre oggi, Di Maio riferirà al Parlamento su quanto accaduto e la Farnesina assicura che non sarà risparmiato “alcuno sforzo, in coordinamento con tutti i competenti apparati dello Stato, per arrivare ad una corretta ricostruzione del tragico attacco”.