Conte studia M5S: progetto in una settimana. Resta nodo Rousseau

Conte studia M5S: progetto in una settimana. Resta nodo Rousseau
Giuseppe Conte
2 marzo 2021

“Sappiamo solo che arriverà un documento per definire la nuova fase, il ‘reset’ del Movimento. La tempistica? Una settimana dovrebbe bastare”, dice un parlamentare M5S di lungo corso rispondendo alla domanda sul day after del vertice romano convocato da Beppe Grillo per affidare le “chiavi” della leadership a Giuseppe Conte. L’ex presidente del Consiglio, secondo alcuni sondaggi, regalerebbe alle truppe stellate una risalita tra il 6 e l’8 per cento nei consensi. “Giornata ferma, salvo imprevisti”, taglia corto una fonte stellata di primo piano. Per ora si assiste alla prevedibile raffica di dichiarazioni. Quella di maggior peso viene da Roberto Fico. Il presidente della Camera saluta con favore “la comunità che si allarga” e sottolinea come “un fatto positivo e un dato di grande valore” il sì di Conte a “un progetto rifondativo”. Per Paola Taverna “questo è un punto di svolta, di ripartenza, di rinascita”.

Il “contiano” Giorgio Trizzino avverte: “Non può essere un semplice maquillage ma un investimento senza alternativa”. Manlio Di Stefano, storicamente vicino a Luigi Di Maio, è convinto che “dal pantano M5s sarebbe uscito lo stesso, abbiamo delle regole… Conte è un’opportunità per il Paese non solo per il Movimento”. Ma per Dino Giarrusso, eurodeputato e aspirante dirigente, sarebbe un errore azzerare le decisioni assunte dagli Stati generali e dagli iscritti, con l’adozione del Comitato direttivo a 5: “Credo – commenta – ci debba essere una segreteria vicino a lui”. “Conte ha accettato – riassume una fonte tradizionalmente vicina ai vertici del Movimento – ma ha chiesto di poter studiare il modo più corretto di intervenire. Bisognerà decidere se fare solo qualche intervento chirurgico sul vecchio Statuto, farne uno nuovo o creare addirittura una nuova associazione Movimento 5 stelle”. Il Movimento attende che vadano a definizione i vari conflitti legati alle espulsioni di parlamentari e ai potenziali ricorsi giudiziari. Ma il problema cruciale non è quello giuridico. La nuova stagione deve fare i conti con le storiche debolezze politiche del M5S, partito non strutturato nel quale hanno pesato, e molto, alcune figure di riferimento a cominciare dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

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“Quello che ci ha traumatizzato – racconta la stessa fonte rigidamente in forma anonima – è stato il fatto di avere al vertice una persona contornata dai suoi fedelissimi che gli dicono sempre ‘sì, bravo’. Forse si deve pensare a una squadra per supportare Conte. Grillo si preoccupa che se si va a eleggere il nuovo Direttivo alla fine si candidano sempre i soliti e ci ritroviamo tutti a fare i galli nel pollaio. Lui vuole dare mano libera a Conte il più possibile. Ma è rischioso non tenere conto del percorso fatto con gli iscritti, in un periodo così turbolento per gli attivisti, per quanto Conte sia amatissimo…”. L’altro macigno sulla strada della leadership di Conte è quello rappresentato dall’Associazione Rousseau. Il nuovo capitolo del braccio di ferro fra il suo presidente, Davide Casaleggio, e i vertici a 5 stelle, arriva con la pubblicazione di un post sul Blog delle stelle: Nel testo, Rousseau ribadisce i requisiti e i documenti necessari per candidarsi al nuovo Direttivo, una fase “che abbiamo metaforicamente ribattezzato come il ‘Conclave degli iscritti'”, sottolinea rivendicando una definizione che aveva già provocato, una decina di giorni fa, la secca reazione del capo politico reggente Vito Crimi, che scrisse: “Non è stato convocato alcun ‘conclave’ degli iscritti”.

“Attenzione, le candidature non sono ancora state aperte. Ulteriori dettagli sull`apertura delle candidature saranno dati prossimamente sul Blog delle Stelle”, si legge ancora nella nota odierna di Rousseau, che ignora un po’ provocatoriamente le notizie sul vertice presieduto da Grillo e sulla svolta organizzativa destinata a concludersi con la nomina o l’elezione di Conte come nuova guida del Movimento. “I margini per una ricomposizione sono molto scarsi – racconta un parlamentare al secondo mandato – a meno che Beppe (Grillo, ndr) non si faccia impietosire dalle lamentele di Casaleggio sui soldi. A quanto ne so Crimi è molto determinato, ormai, a regolare la faccenda. In ogni caso va ridimensionato il protagonismo di Rousseau con tutte queste iniziative di ascolto della base, della quale se n’è fregato per anni”. Quanto alla possibilità che Rousseau faccia valere la forza dei dati degli iscritti in suo possesso, pochi margini, spiega: “Per la banca dati lui è solo responsabile del trattamento, la titolarità è in capo al Movimento. Se non sgancia la banca dati si va sul penale…”. Insomma, un clima interno costruttivo attende di mettere alla prova le capacità di mediazione dell’ex premier. askanews

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