Sono 13.846 (20.159 ieri) i nuovi casi di Covid registrati in Italia nelle ultime 24 ore e 386 (ieri 300) i decessi. Il dato emerge dall’odierno bollettino del ministero della Salute-Iss che certifica che il tasso di positività è dell’8,1% contro il 7,27% di ieri. L’incremento dei tamponi effettuati è stato, invece, di 169.196. I casi totali di Covid nel nostro paese hanno, invece, ormai superato i 3 milioni e 400mila con un ingresso nelle terapie intensive nelle ultime 24 ore pari a 227 unità. Se ieri, infatti erano 3.448 oggi hanno raggiunto i 3.510 pazienti.
Va ricordato che il bollettino sull’epidemia da Coronavirus in Italia, che, come ogni lunedì, presenta un numero minore di tamponi rispetto al resto della settimana. Cresce però il numero dei decessi, mentre continua a preoccupare l’impatto sulle strutture ospedaliere. In particolare, come mostrano i dati dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), i ricoveri tornano sopra la soglia d’allerta del 40%, mentre continua a peggiorare anche la situazione delle terapie intensive: i ricoverati in rianimazione occupano il 38% dei posti letto totali, l’8% in più della soglia di rischio fissata dal ministero della Salute.
Entrando nel dettaglio, sono 11 le Regioni con le terapie intensive oltre soglia: Abruzzo (49%), Emilia Romagna (52%), Friuli Venezia Giulia (46%), Lazio (34%), Lombardia (57%), Marche (61%), Molise (41%), Provincia autonoma di Trento (58%), Piemonte (55%), Puglia (37%), Toscana (41%) e Umbria (52%). Il valore è invece al 30% nella Provincia autonoma di Bolzano. Sul fronte vaccinazioni, al momento sembra che solo il 15% degli ultraottantenni avrebbe ricevuto le due dosi necessarie per essere considerati protetti. Intanto, uno studio americano su Astrazeneca, condotto su oltre 32mila volontari, ha concluso che il siero è “efficace al 79% nell’arresto della malattia da Covid sintomatica e al 100% nel prevenire che le persone si ammalino gravemente”. Il portavoce della Commissione Ue, Eric Mamer, sottolinea invece che sullo Sputnik V “non c’è una procedura” per l’inclusione nel portafoglio dei vaccini Ue, ma “la porta non è chiusa per sempre, dipende dalle circostanze”.
Figliuolo: entro 24 ore alle regioni un milione vaccini Pzizer
Garantire l’approvvigionamento di dosi e migliorare il più possibile il coordinamento con le Regioni per evitare ritardi nella somministrazione dei vaccini. E’ l’obiettivo del presidente del Consiglio Mario Draghi, che oggi ha avuto due riunioni distinte: questa mattina con il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio e il commissario Francesco Paolo Figliuolo e nel pomeriggio con il ministro per gli Affari regionali Mariastella Gelmini. Al premier Figliuolo ha annunciato l’arrivo, entro 24 ore, di circa un milione di dosi di vaccino Pfizer, che saranno distribuite alle regioni, raggiungendo 214 strutture sanitarie.
Si tratta del lotto più importante tra quelli consegnati finora nel mese di marzo. Alla fine del primo trimestre (secondo le previsioni relative agli approvvigionamenti in corso) saranno oltre 14 milioni i vaccini distribuiti alle Regioni. In particolare, il totale di marzo sarà di circa 7,5 milioni di dosi, mentre i parziali cumulati di gennaio e febbraio sono stati pari a 6,5 milioni. In particolare il vaccino Pfizer viene somministrato prioritariamente alla persone anziane e a quelle più vulnerabili: ad oggi sono oltre 2,8 milioni le persone fragili vaccinate a livello nazionale, con una tendenza in salita grazie alle ultime consegne.
Se sul fronte dell’approvvigionamento ci sono, quindi, buone notizie, Draghi vuole evitare che a livello regionale ci siano ritardi o ‘colli di bottiglia’. Per questo sta pensando ad alcune soluzioni per rafforzare la collaborazione e il coordinamento con le Regioni. Misure ancora allo studio, su cui oggi, con la Gelmini, è stato fatto un punto preliminare. Intanto tra le forze politiche si fa sempre più strada la richiesta di tornare alla didattica in presenza nelle scuole subito dopo le prossime festività. Secondo la ministra Elena Bonetti (Iv) “già dopo Pasqua ritengo che in zona rossa, complice l’aumento delle vaccinazioni, dobbiamo rivalutare la possibilità di riaprire la scuola dell`infanzia e almeno la primaria”. Anche Licia Ronzulli (Fi) chiede di riaprire “già immediatamente dopo le festività pasquali, la scuola dell’infanzia e quella primaria”. Analoga richieste viene anche da Gianluca Vacca (M5s) e da Giorgia Meloni, che si schiera a fianco dei genitori ‘no Dad’ scesi in piazza oggi. “Chiediamo al Governo di recuperare il tempo perso e di lavorare senza sosta per consentire che la scuola riapra il prima possibile e in sicurezza”, ha detto la leader Fdi. Un fronte compatto e bipartisan, dunque, che si sta muovendo per chiedere un cambio di rotta. Ma la richiesta, secondo quanto si apprende, sarà valutata non prima della fine mese, con i dati aggiornati sugli effetti della stretta decisa con l’ultimi decreto.
LA VACCINAZIONI