Il clima è da muro contro muro, Andrea Marcucci non risparmia le critiche nel suo intervento all’assemblea dei senatori Pd, ricorda a Enrico Letta che la prima casella per la quale ci vorrebbe alternanza di genere è proprio quella del segretario. Il presidente dei senatori democratici si prende 24 ore di tempo per decidere se ricandidarsi alla guida del partito, il colloquio faccia a faccia con il leader Pd non evita uno scambio di battute “franco”, come si dice in questi casi, davanti ai senatori democratici. Ma Letta, secondo quanto riferiscono fonti del Nazareno, è fiducioso, conta di riuscire a eleggere due donne capigruppo già giovedì prossimo, quando i gruppi torneranno a riunirsi. Tutti gli incontri di ieri, continuano dal Nazareno, sono stati costruttivi. E non a caso viene usato il plurale, perché Letta non ha visto solo Marcucci. Secondo quanto racconta un deputato Pd, il segretario ha visto anche Luca Lotti, uno dei leader di Base riformista insieme a Lorenzo Guerini e allo stesso Marcucci. Un colloquio che, secondo quanto riferiscono, avrebbe delineato un percorso condiviso per gestire la situazione ed evitare strappi.
Tradotto, buona parte della stessa Base riformista – pur non avendo gradito che la richiesta di un cambio sia arrivata via intervista – non ha intenzione di andare allo scontro, sicuramente non lo vogliono Lotti e Guerini. E nemmeno i tre senatori dei Giovani turchi di Matteo Orfini, del resto, sono disposti a sfidare il neo-segretario che hanno votato. L’ipotesi sulla quale si lavora, spiega quindi un senatore Pd, è quella di una donna di Base riformista al Senato, e la più accreditata sarebbe Simona Malpezzi. Non sarebbe un ostacolo la sua fresca nomina a sottosegretaria, al suo posto potrebbe andare Caterina Bini, vicina a Luca Lotti.
In alternativa, si ragiona su Valeria Fedeli, anche lei vicina a Base riformista.
Se al Senato si chiudesse così, alla Camera potrebbe essere eletta Debora Serracchiani, vicina a Graziano Delrio e abbastanza gradite trasversalmente alle varie componenti. La Serracchiani, però, è presidente di commissione e questo potrebbe portare ad altre soluzioni, perché in caso di sue dimissioni non è scontato che il Pd riesca a mantenere quella postazione. Potrebbe allora toccare a Marianna Madia, anche se c’è pure chi fa il nome di Anna Ascani. In realtà, non è nemmeno escluso che la Camera si prenda qualche giorno in più per decidere. In generale, però, al di là dei botta e risposta di oggi la grana capigruppo sembra avviata a soluzione. Marcucci ha scritto su Facebook che farà sapere domani sera la sua decisione, precisando che la scelta sarà presa “sentendo i colleghi, come sempre”. E anche tra i senatori di Base riformista e dei Giovani turchi – a quanto pare – si starebbe consolidando l’idea che sia meglio arrivare ad una soluzione concordata.