Il tono è quello normale ma le parole pesano come pietre: alcune Regioni “trascurano i loro anziani in favore di gruppi che vantano priorità probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale”. L’accusa, durissima, arriva da Mario Draghi, nel corso delle sue comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo di oggi e venerdì. “Per quanto riguarda la copertura vaccinale di coloro che hanno più di 80 anni – ha detto il premier – persistono purtroppo importanti differenze regionali, che sono molto difficili da accettare. Mentre alcune Regioni seguono le disposizioni del Ministero della Salute, altre trascurano i loro anziani in favore di gruppi che vantano priorità probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale. Dobbiamo essere uniti nell`uscita dalla pandemia come lo siamo stati soffrendo, insieme, nei mesi precedenti. Tutte le regioni devono attenersi alle priorità indicate dal Ministero della Salute”.
Un richiamo durissimo, che suona come un ultimo ‘avviso’ alle amministrazioni regionali, dopo che due giorni fa il premier aveva incontrato la ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini, per studiare come migliorare il “coordinamento”, anche con l’invio di task force di Protezione civile e difesa. Le parole del presidente del Consiglio sono però respinte al mittente da molti governatori. “Draghi, che ho sostenuto e che sostengo, è persona intelligente e di esperienza. Evidentemente qualcuno ha omesso di dirgli però che le categorie vaccinate non anziane sono quelle che rientrano nel piano nazionale. Che sia colpa delle regioni proprio no, su questo sono pronto al confronto. Trovo strano che qualcuno oggi lamenti il fatto che oltre agli anziani vengono vaccinate determinate categorie, non passi l`idea che sia una scelta della singola regione, il Piano nazionale prevede questo”, la replica di Luca Zaia, presidente del Veneto.
Anche la Toscana (dopo le polemiche dei giorni scorsi sul ritardo delle vaccinazioni agli over 80 e il ‘caso’ Scanzi) si dice tranquilla. “Se ci sentiamo chiamati in causa? Assolutamente no, oggi abbiamo appuntamenti per 13.356 over 80, domani per 16.014, dopodomani per 11.190 anziani. In una Regione che ha circa 340 mila over ottanta, le cifre che ho dato sono il 10% degli anziani. Queste prenotazioni ci sono da una quindicina di giorni, non sono certo motivate da interventi di stamani, sono il corso corrente con cui procediamo verso gli anziani, assicurando quantità e qualità”, la difesa del governatore Eugenio Giani. Per Massimiliano Fedriga, presidente del Veneto, “mettere sul banco degli imputati le Regioni dopo lo sforzo che continuiamo a fare malgrado le molte difficoltà, pensiamo ad esempio alle modifiche legislative richieste per la semplificazione della somministrazione dei vaccini, mi sembra inaccettabile e lo farò presente in sede di Conferenza delle Regioni. La continua umiliazione delle tante persone che si stanno impegnando per portare avanti questa campagna vaccinale e per mettere in sicurezza i cittadini non può più essere accettata”.
“Abbiamo iniziato a vaccinare, fin dal primo momento, gli ultraottantenni e siamo una delle tre Regioni italiane che, dopo averlo chiesto a gran voce nel corso delle sedute della Conferenza Stato-Regioni, ha attivato la somministrazione per i soggetti fragili. Dunque suppongo che il presidente Draghi si riferisse ad altre realtà”, la risposta di Nino Spirlì, governatore della Calabria, dove però venerdì arriveranno il commissario all’emergenza Figliuolo e il capo della Protezione civile Curcio. Ma il governo è convinto che il funzionamento della rete sul territorio possa e debba essere migliorata. “Tutte le Regioni – è l’indicazione venuta dal ministro della Salute Roberto Speranza – sono tenute a rispettare il piano vaccini. Il governo attraverso il Commissario per l’emergenza segue con la massima attenzione tutto quello che succede a livello nazionale ed è pronto in ogni occasione a offrire il massimo supporto”. askanews