Draghi convince partiti e Bruxelles, primo sì al Pnrr

Via Quota 100 mentre il Pd ottiene la ‘clausola di condizionalità’ per donne e giovani

Mario Draghi

Al termine di una giornata di rinvii, tensioni nella maggioranza e di confronto con Bruxelles, il Consiglio dei ministri ha esaminato ieri sera il Piano nazionale di ripresa e resilienza, che dovrà essere inviato alla Commissione europea entro il 30 aprile. Il documento, illustrato dal ministro dell’Economia Daniele Franco, sarà da domani all’esame del Parlamento. L`Italia è la prima beneficiaria, in valore assoluto, dei due principali strumenti del programma Next Generation EU (NGEU), predisposto dall`Unione Europea in risposta alla crisi pandemica e che prevede investimenti e riforme per accelerare la transizione ecologica e digitale, migliorare la formazione delle lavoratrici e dei lavoratori e conseguire una maggiore equità di genere, territoriale e generazionale. Si tratta del Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (RRF) e del Pacchetto di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori di Europa (REACT-EU). Il solo RRF garantisce risorse per 191,5 miliardi di euro, delle quali 68,9 miliardi sono sovvenzioni a fondo perduto, da impiegare nel periodo 2021-2026.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede un organico pacchetto di investimenti e riforme, con l`obiettivo di modernizzare la pubblica amministrazione, rafforzare il sistema produttivo e intensificare gli sforzi nel contrasto alla povertà, all`esclusione sociale e alle disuguaglianze, per riprendere un percorso di crescita economica sostenibile e duraturo rimuovendo gli ostacoli che hanno bloccato la crescita italiana negli ultimi decenni. Si articola in 6 Missioni (digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute) e 16 Componenti.

Il Piano è in piena coerenza con i sei pilastri del NGEU e soddisfa i parametri fissati dai regolamenti europei, con una quota di progetti “verdi” pari al 40 per cento del totale e di progetti digitali del 27 per cento. Il 40 per cento circa delle risorse territorializzabili sono destinate al Mezzogiorno, a testimonianza dell`attenzione al tema del riequilibrio territoriale. Il Piano è fortemente orientato all`inclusione di genere e al sostegno all`istruzione, formazione e occupazione dei giovani e contribuisce a ciascuno dei sette progetti di punta (European flagship) della Strategia annuale sulla crescita sostenibile dell`UE. Gli impatti ambientali indiretti sono stati valutati e la loro entità minimizzata, in linea con i principi che ispirano il NGEU. Il Governo intende attuare quattro importanti riforme di contesto: pubblica amministrazione, giustizia, semplificazione della legislazione e promozione della concorrenza.

Gli investimenti previsti, assicura il governo, avranno un impatto significativo sulle principali variabili macroeconomiche e miglioreranno in maniera importante gli indicatori sui divari territoriali, l`occupazione giovanile e quella femminile. Il programma di riforme potrà ulteriormente accrescere questo impatto. Inoltre, nel quadro di una più ampia e ambiziosa politica di ammodernamento del Paese, il Governo intende aggiornare e perfezionare le strategie nazionali in tema di sviluppo e mobilità sostenibile, ambiente e clima, idrogeno, automotive, filiera della salute. Alle risorse previste dal PNRR si aggiungono quelle della programmazione nazionale complementare, quelle rese disponibili dal REACT-EU e quelle derivanti dalla programmazione dei fondi strutturali e di investimento UE.

L’esame in Consiglio è arrivato a tarda sera, al termine di una giornata di trattative sui punti più controversi. Innanzitutto il superbonus, per cui il M5s, ma anche gli altri partiti, chiedevano la proroga al 2023. Alla fine è stato trovato un compromesso: l’assicurazione che le risorse necessarie saranno inserite in manovra. Via Quota 100 mentre il Pd ottiene la ‘clausola di condizionalità’ per donne e giovani. Dopo la trattativa interna, però, Draghi ha avuto anche una lunga telefonata con la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen: Bruxelles, secondo quanto si è appreso, aveva sollevato dei dubbi sulle riforme, in particolare su fisco e concorrenza, e solo il colloquio con il premier ha sbloccato l’impasse. Da domani il Pnrr va in Parlamento, poi tornerà in Cdm per l’esame finale prima della presentazione all’Ue.