Migranti, nuova strategia dell’Europa Ue per rimpatri volontari. Nasce il “coordinatore Ue”
Commissione Ue: “Ci sarà un approccio più coordinato tra gli Stati membri”
La Commissione europea ha adottato oggi una nuova strategia dell’Ue per promuovere il rimpatrio volontario e la reintegrazione dei migranti irregolari che non hanno diritto all’asilo. L’obiettivo dichiarato è quello di creare un sistema comune europeo per il rimpatrio, con un particolare accento posto sui rimpatri volontari, nell’ambito del nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo, che la Commissione ha presentato il 23 settembre dell’anno scorso, e che finora non ha registrato progressi significativi nell’iter legislativo comunitario (è stato anzi l’insuccesso maggiore della presidenza di turno tedesca del Consiglio Ue, nel secondo semestre del 2020, in parte giustificato dall’emergenza della crisi pandemica).
La strategia introduce nuove misure pratiche che mirano “a rafforzare il quadro giuridico e operativo per i rimpatri volontari dall’Europa e anche dai paesi di transito (come la Libia, ndr), migliorare la qualità dei programmi di rimpatrio e reintegrazione, stabilire un miglior collegamento con le iniziative di sviluppo e rafforzare la cooperazione con i paesi partner” per le riammissioni, spiega una nota della Commissione. Presentando l’iniziativa, il vicepresidente della Commissione responsabile per la Promozione dello stile di vita europeo, Margaritis Schinas, ha spiegato: “L’Ue sta costruendo un nuovo ecosistema per i rimpatri nell’intento di aumentare la cooperazione sulle riammissioni, migliorare il quadro di governance, dotare l’agenzia Frontex di un nuovo mandato operativo sui rimpatri e nominare un ‘Coordinatore Ue per i rimpatri’. La strategia adottata oggi è un altro tassello del mosaico. I rimpatri sono più efficaci se volontari e accompagnati da autentiche possibilità di reinserimento per i migranti rimpatriati. La nuova strategia svilupperà un approccio più uniforme e coordinato tra gli Stati membri”.
La Commissaria Ue per gli Affari interni, Ylva Johansson, ha ricordato che “appena un terzo delle persone che non hanno il diritto di soggiornare nell’Ue rientra nel proprio paese d’origine, e meno del 30% di chi lo fa agisce di sua spontanea volontà. Il rimpatrio volontario – ha sottolineato – è sempre la soluzione migliore: mette al centro l’individuo, ed è più efficace e meno costoso”. Secondo stime del Parlamento europeo, i rimpatri forzati costano 3.414 euro, e quelli volontari solo 560 euro a persona. Il rimpatrio dai paesi di transito costa in media 2.500 euro a persona. “Questa nostra prima strategia sui rimpatri volontari e la reintegrazione – ha continuato Johansson – aiuterà i rimpatriati, sia dall’Ue che dai paesi terzi (quelli di transito ndr), a cogliere le opportunità disponibili nel loro paese d’origine, contribuire allo sviluppo della comunità e rafforzare la fiducia nel nostro sistema migratorio”.
In base al suo nuovo mandato, l’Agenzia Ue per le frontiere esterne esterne e le guardie di frontiera, Frontex, ha iniziato a intervenire nelle operazioni di rimpatrio volontario dei migranti già nel 2020, ma queste operazioni hanno riguardato finora solo il 18% dei rimpatri. La nuova figura del “Coordinatore europeo per i rimpatri” e la “Rete ad alto livello per i rimpatri” (che facilita la cooperazione fra le autorità nazionali competenti) forniranno assistenza tecnica agli Stati membri per migliorare la qualità dei programmi di rimpatrio volontario assistito. L’obiettivo è quello di fornire “una consulenza tempestiva, mirata ed efficace in materia di rimpatrio che tenga conto delle circostanze individuali, delle esigenze dei minori e dei gruppi vulnerabili”. Inoltre, la strategia Ue prevede un sostegno dopo il rimpatrio per migliorare le possibilità di reinserimento nella comunità d’origine dei migranti che accettano il ritorno volontario.
Un altro elemento importante della strategia è il rafforzamento della cooperazione, in materia di rimpatrio volontario e reintegrazione, con i paesi d’origine dei migranti, che è già previsto dal nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo. In più, l’Ue “continuerà a fornire assistenza al rimpatrio volontario e alla reintegrazione dei migranti bloccati in altri paesi (i paesi di transito, ndr), esplorando eventualmente la possibilità di instaurare nuovi partenariati. Rafforzerà infine il collegamento tra i programmi di reintegrazione e altre iniziative di sviluppo pertinenti nei paesi partner”, conclude la nota.