Sono 7.567 i nuovi casi di Covid-19 registrati nelle ultime 24 ore e 182 i decessi che portano a quasi 124mila le vittime da inizio pandemia. E’ quanto emerge dall’odierno bollettino del ministero della Salute. Ieri i nuovi contagi sono stati 8.085 e i decessi 201. Nelle ultime 24 ore, i tamponi eseguiti sono stati 298mila. Il tasso di positività si conferma stabile al 2,5%. Sono 13.782 i nuovi guariti dal coronavirus sempre nelle ultime 24 ore in Italia, che portano il totale da inizio pandemia a 3.683.189.
Gli attualmente positivi sono 339.606 con 324.696 pazienti in isolamento domiciliare, 13.050 ricoverati con sintomi. Nelle Terapie intensive sono ricoverate 1.860 persone: 99 gli ingressi del giorno. Le regioni più colpite sono la Lombardia con 1.160 casi, la Campania con 1.118 e il Lazio con 706. Dai dati emerge che nessuna Regione è classificata a rischio alto per la terza settimana consecutiva. Quattro Regioni e province autonome hanno una classificazione di rischio moderato e sono Calabria, Lombardia, Toscana e Umbria (nessuna ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) mentre le altre Regioni e Province hanno una classificazione a rischio basso. Due Regioni (Molise 1.08 e Umbria 1.03 ) hanno un Rt puntuale maggiore di uno, ma con il limite inferiore sotto l’uno. Intanto, passano in area gialla le Regioni Sicilia e Sardegna. Resta in area arancione la Valle d’Aosta. Tutte le altre Regioni e Province Autonome sono in area giallo. L’ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza entrerà in vigore da lunedì 17 maggio.
Iss: età prima diagnosi scende a 40 anni
“L’età mediana alla prima diagnosi scende da 41 a 40 anni, ogni settimana scendiamo di circa un anno. Per il primo ricovero lo stesso, l’età scende da 65 a 64 anni”. Lo ha detto il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, nel punto stampa sull’analisi dei dati del monitoraggio settimanale sulla situazione epidemiologica. Brusaferro ha anche evidenziato che “l’epidemia non si espande. Anche questa settimana i dati confermano una lenta ma continua decrescita”.
Rezza: allungare tempi seconda dose non cambia efficacia vaccino
“Allungare a 42 giorni l’intervallo di tempo tra prima e seconda dose non modifica assolutamente l’efficacia del vaccino. Sappiamo che i vaccini a Rmna danno una copertura che arriva all’80% dopo un paio di settimane dalla prima dose. E’ chiaro che più popolazione si vaccina in poco tempo, maggiore è la copertura che si ottiene: questo è lo spirito con cui si è preso in considerazione l’allungamento dell’intervallo di tempo”. Lo ha spiegato il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, nel punto stampa sull’analisi dei dati del monitoraggio regionale Covid-19. Una decisione, ha sottolineato, “che “dipende solo in parte dalla disponibilità’ di vaccini”.