Sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, diverse Regioni sono pronte a somministrare il vaccino ai turisti, ma il governo frena.
“È in atto una valutazione in merito, in quanto ci sono dei fattori logistici e organizzativi da risolvere. Innanzitutto serve un accordo tra le Regioni per una compensazione delle dosi di vaccino. Altro problema sono le piattaforme di prenotazione che sono diverse tra regione e regione il che non permette a esse di comunicare. Tuttavia, qualora le regioni sono in grado di risolvere questi problemi non ci sarà certo il no del governo”.
La curva pandemica sembra arrestarsi. E le cifre sono confortanti. Abbiamo imboccato la strada giusta?
“L’attuale situazione è frutto delle misure di contenimento del Covid-19 e soprattutto della campagna vaccinale. In pratica, l’attuazione di misure restrittive nel momento in cui la curva cresceva, facendo aumentare le ospedalizzazioni e soprattutto i ricoveri in terapia intensiva e, allo stesso tempo, il crescente aumento delle somministrazioni dei vaccini hanno decisamente contribuito ai risultati di oggi. Non vi è dubbio, che da ora in avanti, il contributo al miglioramento del quadro sarà il piano vaccinale che ogni giorno registra 500 mila vaccinati. E non dobbiamo mai stancarci, a tutti i livelli, di dire che il vaccino è l’unica via d’uscita da questa pandemia”.
I gestori delle piscine hanno bocciato il via libera all’attività dall’1 luglio dettato dall’ultimo decreto. Troppo tardi, in sostanza. Alla luce di nuovi dati favorevoli, potrebbe essere anticipata la riapertura?
“Sono fiducioso. Ricordo che questo settore rappresenta più di tre mila impianti e soprattutto oltre 4,5 milioni di utenti di cui circa 2,5 milioni giovani e bambini. In sostanza, un comparto importante. Quindi, non escludo aperture anticipate qualora il quadro pandemico dovesse ancora migliorare. Tra l’altro, le piscine sono luoghi sicuri anche alla luce dei protocolli, pronti ad essere rispettati dai gestori”.
In Gran Bretagna si sperimenta già la terza dose. In Italia?
In merito, sono in corso valutazioni da parte di Ema e Aifa. Di certo, il Regno Unito ha un’evidenza scientifica più avanzata rispetto a noi, quindi in Italia c’è la consapevolezza per una terza dose, supportata anche da fatti concreti come la disponibilità di quattro aziende italiane a produrre vaccino pure alla luce del terzo richiamo”.
A proposito di aziende italiane. Che fine ha fatto il vaccino Reithera. A giugno dovevamo avere la prima dose invece la magistratura contabile ha bloccato tutto. Cosa è successo?
“Si attende il parere dell’Ema, indispensabile per passare alla terza fase. Certo, c’è stata la sospensione della ricerca da parte della Corte dei conti per anomalie sulle procedure di selezione del progetto, procedure di tipo fiscali. Mi auguro che questo percorso venga recuperato”.