L’Italia è “aperta” a una sospensione dei brevetti sui vaccini Covid-19 e intanto mette in campo altri 300 milioni di euro e 15 milioni di dosi per i Paesi poveri. Questo il messaggio lanciato dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel corso del Global Health Summit, organizzato dalla presidenza italiana del G20 e dalla Commissione europea. Proprio in veste di guida del G20, ha assicurato, l’Italia vuole mettere a frutto le “lezioni” imparate dalla pandemia, guidando “la spinta globale a progettare migliori risposte globali alle crisi sanitarie attuali e future”. E nel vertice di oggi, chiuso con l’approvazione della ‘Dichiarazione di Roma’, ha sottolineato con soddisfazione, sono stati presi impegni “forti, convinti, sinceri” sia dagli Stati sia dai privati (Pfizer, Moderna, Johnson&Johnson) che saranno “mantenuti”.
L’obiettivo è quello di creare un sistema “multilaterale” per contrastare le future pandemie, “ma anche le disuguaglianze globali e il cambiamento climatico” ed evitare che in futuro si ripeta il dramma dei Paesi poveri lasciati senza vaccini. Nell’immediato, su questo fronte, l’Italia dà il suo contributo con “300 milioni per il fondo Covax e 15 milioni aggiuntivi di vaccini per il pool di donazioni e non è certamente il contributo maggiore”. Però, ha aggiunto, è necessario anche “aiutare i Paesi a basso reddito, compresa l’Africa, a produrre i propri vaccini. Probabilmente avremo bisogno di più cicli di vaccinazione in futuro, e aumentare la produzione è essenziale. Una proposta è quella di introdurre una sospensione dei brevetti sui vaccini Covid-19. L’Italia è aperta a questa idea, in modo mirato, limitato nel tempo e che non metta a repentaglio l`incentivo ad innovare per le aziende farmaceutiche”.
“Ma questa proposta – ha aggiunto – non garantisce che i Paesi a basso reddito siano effettivamente in grado di produrre i propri vaccini. Dobbiamo sostenerli finanziariamente e con competenze specializzate”. Per questo potrebbero entrare anche in gioco le aziende farmaceutiche italiane, “per sostenere la produzione, in particolare in Africa”. Comunque, prima di tutto, occorre rimuovere i blocchi all’export, e il premier è sicuro che questo sarà fatto, anche dagli Stati Uniti.
Intanto, però, in Occidente il peggio sembra alle spalle. “Dopo un anno e mezzo iniziamo a vedere la fine della tragedia, la normalità sembra vicina”, ha detto, ribadendo l’invito ai turisti di tutto il mondo a prenotare le vacanze in Italia. “Vi sarà a livello europeo un green pass, siamo in una fase di coordinamento con la Commissione ma nel frattempo l’Italia avrà il suo green pass e intendiamo accogliere i turisti di qualunque provenienza”. E alla fine Draghi, con una battuta, ha aperto uno ‘spiraglio’ su una ulteriore uscita (anche simbolicamente importante) dalla fase più buia. Ai fotografi che, al termine della conferenza stampa, gli chiedevano di togliere la mascherina per una foto, il premier ha risposto con un sorriso: “Ancora no, tra un paio di mesi dai…”.