Italia crocevia della diplomazia. I ministri Esteri a Matera, Wang Yi in video

Italia crocevia della diplomazia. I ministri Esteri a Matera, Wang Yi in video
28 giugno 2021

Due sessioni di lavoro distinte, con due obiettivi ben precisi: affrontare il tema della governance globale e del multilateralismo come strumento chiave per contrastare le crisi mondiali; rafforzare e migliorare le relazioni con il continente africano, nell’ottica di assicurare a quest’ultimo uno sviluppo sostenibile. Sono questi i principali dossier nell’agenda dei capi della diplomazia del G20 in arrivo oggi a Bari, in vista della riunione ministeriale Esteri prevista domani a Matera sotto la presidenza italiana. Un vertice che, dopo la conferenza della Coalizione anti-Isis di questa mattina a Roma, conferma il ruolo da protagonista dell’Italia nella ricerca di una soluzione ai principali problemi di sicurezza internazionale e di ripresa post-pandemica. Una leadership riconosciuta anche dagli Stati Uniti che, nelle parole del segretario di Stato Antony Blinken (presente nella capitale e anche domani in Basilicata), hanno espresso tutto il loro “sostegno” all’impegno del nostro Paese contro le “sfide globali”.

A Matera sono attesi circa 500 delegati in rappresentanza di 31 ministeri degli Esteri e 42 organismi di cooperazione. Oltre 150 i giornalisti accreditati. Inviti ad hoc sono stati recapitati anche ad esponenti di governo di alcuni Paesi dell’Africa. A presiedere i lavori, per l’Italia, sarà il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Luigi Di Maio. Parteciperà solo in videoconferenza invece il ministro degli Esteri della Cina, Wang Yi. Nella ‘città dei sassi’, sempre domani, avrà luogo anche una sessione congiunta dei ministri degli Esteri e dello Sviluppo, nella consapevolezza che la crescente complessità delle sfide globali richiede un sistema di governance e di risposta efficace e coordinata. Nella prima sessione di lavoro sarà discusso il tema della governance globale e del multilateralismo, strumento considerato imprescindibile per affrontare le principali sfide globali e promuovere una ripresa sostenibile e resiliente dopo la pandemia di coronavirus.

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La recessione che ha colpito i Paesi a basso e medio reddito nel 2020, infatti, ha ridotto la disponibilità di risorse finanziarie che in circostanze normali avrebbero promosso lo sviluppo sostenibile, e le conseguenze socio-economiche della pandemia stanno mettendo a rischio decenni di progressi conclusi nella lotta alla povertà. I ministri cercheranno così di guardare oltre l’emergenza immediata, fornendo una risposta ai bisogni delle popolazioni nel medio-lungo periodo. D’altra parte, l’azione internazionale contro la pandemia di Covid-19 ha già confermato l’importanza di un approccio cooperativo e globale, alternativo alla “nazionalizzazione” degli interventi. Su impulso della presidenza italiana, dunque, sarà sottolineata la necessità di rafforzare la collaborazione internazionale in settori determinanti come quelli della salute globale, dello sviluppo sostenibile, della lotta ai cambiamenti climatici, del commercio internazionale.

La seconda sessione dei lavori sarà dedicata invece alle relazioni con il continente africano. Particolare attenzione sarà riservata allo sviluppo sostenibile e alle misure di policy più appropriate per favorire l’inclusione di giovani e donne, gli scambi commerciali, la lotta ai cambiamenti climatici e la transizione energetica. Obiettivi che però potranno essere raggiunti solo se sarà possibile garantire la necessaria cornice di sicurezza. Durante la riunione della Coalizione anti-Isis, Di Maio ha definito “particolarmente allarmante” la minaccia dello Stato islamico “nel continente africano”, “nello specifico nella regione del Sahel, ma anche nelle zone dell’Africa orientale, e nel Nord del Mozambico”. Per questa ragione il nostro Paese, “con il sostegno degli Usa e di molti altri partner, ha proposto di istituire un gruppo di lavoro dedicato all’Africa” che avrà il compito di “identificare e fermare le minacce terroristiche connesse all’Isis”, “mettendo a punto specifiche contromisure, da definire in coordinamento con i partner locali e con le iniziative multilaterali già in essere”.

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Più in generale, comunque, entrambi i temi in agenda domani a Matera sono stati sviluppati a partire dai tre pilastri della presidenza italiana del G20 – “People, Planet, Prosperity” – e nell’ottica di promuovere una ripresa sostenibile, inclusiva e resiliente. E’ in questa prospettiva che nel pomeriggio avrà luogo, per la prima volta nella storia del G20, una riunione congiunta dei ministri degli Esteri e dello Sviluppo a cui farà seguito – e sarà una ‘prima’ anche questa – una specifica sessione dei soli ministri dello Sviluppo. Con la prima di queste due riunioni, la presidenza italiana intende portare al centro dell’agenda politica internazionale la situazione globale della sicurezza alimentare e della nutrizione. Il confronto tra i ministri servirà in particolare a fornire impulso politico e nuovo slancio a future azioni concrete per affrontare le ricorrenti crisi alimentari e raggiungere l’obiettivo Zero Fame entro il 2030.

Al termine dell’incontro, verrà adottata la Dichiarazione Ministeriale di Matera, un documento con cui i partecipanti affermeranno l’impegno del G20 ad affrontare le attuali emergenze alimentari nonché a costruire sistemi alimentari resilienti e sostenibili. Un progetto ambizioso, che potrà completarsi solo aumentando gli investimenti per la sicurezza alimentare, accelerando l’adattamento dell’agricoltura e dei sistemi alimentari ai cambiamenti climatici, mantenendo aperto il commercio internazionale dei prodotti agroalimentari, rafforzando le catene locali del valore per alimenti freschi e nutrienti. La ministeriale Sviluppo, invece, avrà luogo subito dopo la Riunione Ministeriale Congiunta G20 Affari Esteri-Sviluppo sulla sicurezza alimentare. Al termine dell’incontro è atteso un comunicato con cui sarà riaffermato l’impegno del G20 a sostenere una ripresa dopo la pandemia di Covid-19 che sia forte, inclusiva e sostenibile nei Paesi in via di sviluppo. askanews

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