Riforma fisco, ok del Parlamento al testo: abbassare Irpef ceti medi, verso stop Irap

Riforma fisco, ok del Parlamento al testo: abbassare Irpef ceti medi, verso stop Irap
1 luglio 2021

Abbassare “l’aliquota media effettiva” Irpef “ai contribuenti nella fascia di reddito 28mila-55mila” e modificare la “dinamica delle aliquote marginali effettive, eliminando le discontinuità più brusche”. E poi: per micro-imprese, professionisti, lavoratori autonomi un regime forfettario più ‘amico’ che, in caso di sforamenti oltre l’attuale soglia dei 65mila euro, preveda la possibilità di un un biennio a regime opzionale oltreché meno controlli da parte dell’Agenzia delle entrate. Nuove modalità di versamento del saldo e dell’acconto delle imposte dirette per quanto riguarda il lavoro autonomo. Ma anche l’accorpamento delle categorie ‘redditi da capitale’ e ‘redditi diversi’ in un’unica categoria denominata ‘redditi finanziari’, prevedendo contestualmente gli opportuni presidi per evitare elusioni attraverso la realizzazione strumentale di minusvalenze e l’applicazione alla previdenza complementare del modello che prevede l’esenzione dall’imposta sostitutiva sul risultato netto maturato.

Meccanismi di “premialità” in grado di accompagnare famiglie e imprese nel processo di transizione ecologica”. La necessità di una riforma che porti al superamento dell’Irap. Le commissioni Finanze di Camera e Senato hanno approvato il documento finale sull’indagine conoscitiva sulla riforma dell’Irpef e altri aspetti del sistema tributario. Il documento conclusivo fungerà da indirizzo politico al Governo per la predisposizione della legge delega sulla riforma fiscale che l’esecutivo ha annunciato entro il 31 luglio. Fdi ha votato contro e si registra l’astensione di Leu. Nel testo finale non ha più trovato spazio il ‘no’ esplicito alla patrimoniale, entrato e poi riuscito, ed è saltata all’ultimo minuto la richiesta di riordino dei valori catastali. Mentre si conferma la richiesta di intervenire sulle tax expenditures nella direzione di una “riduzione della loro numerosità” e una “semplificazione del sistema”. E’ rimasta nel documento finale la sollecitazione a cancellare le microtasse: dal superbollo alla tassa di laurea, dalla maggiorazione del tributo comunale sui rifiuti, all`addizionale regionale sui canoni per le utenze di acque pubbliche.

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Tornando agli indirizzi del tax re-design Irpef, le commissioni concordano che “la modalità attraverso cui raggiungere questi obiettivi sia da individuare in un deciso intervento semplificatore sul combinato disposto di scaglioni, aliquote e detrazioni per tipologia di reddito”, incluso “l’assorbimento degli interventi del 2014 e del 2020 riguardanti il lavoro dipendente” e tiene come “opzione alternativa, meno preferita, l’adozione di un sistema ad aliquota continua con particolare riferimento alle fasce di reddito medie”. Quanto alle imposte dirette per il lavoro autonomo, si suggerisce il versamento “del saldo e del primo acconto in sei rate mensili di uguale importo da luglio a dicembre dello stesso anno; il versamento del secondo acconto o in un’unica soluzione entro il 31 gennaio dell’anno seguente o in sei rate mensili di pari importo da gennaio a giugno dell’anno seguente”. I versamenti avverrebbero “ovviamente senza l’applicazione di alcuna sanzione e/o interesse” e questo intervento, si legge nel testo, sarebbe accompagnato “dalla contestuale eliminazione o sostanziale riduzione della ritenuta d’acconto”.

Le commissioni raccomandano poi la reintroduzione del regime opzionale Iri (imposta sul reddito di impresa) che comporta per le imprese individuali, e le società di persone in contabilità ordinaria la possibilità di optare per l’applicazione di un’aliquota proporzionale a condizione che l’utile prodotto sia re-investito in azienda, ferma restando la possibilità di dedurre dal reddito di impresa le somme prelevate dai soci per la distribuzione, a sua volta tassata ordinariamente in Irpef. In vista di un eventuale superamento dell’Irap la raccomandazione è quella di un “riassorbimento del gettito Irap nei tributi attualmente esistenti, preservando la manovrabilità da parte degli enti territoriali e il livello di finanziamento del servizio sanitario nazionale, senza caricare di ulteriori oneri i redditi da lavoro dipendente e assimilati”.

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Sul fronte del green, il pacchetto di misure ritenuto necessario ricomprende: il riordino, la semplificazione e la stabilizzazione delle misure per la riqualificazione energetica e antisismica degli edifici privati con la possibilità di cessione dei relativi crediti fiscali; il potenziamento degli incentivi per interventi di decarbonizzazione e riqualificazione ambientale e la progressiva riduzione dei sussidi dannosi per l’ambiente, evitando tuttavia aggravi di costi per le imprese e vincolando le risorse risparmiate alla riduzione della pressione fiscale sulle famiglie e sulle imprese; un aumento del limite alla detraibilità dell’Iva (attualmente fissato al 40%) per tutti i veicoli a basse emissioni; la rimodulazione del regime di tassazione ambientale – a parità di gettito – in coerenza con le linee guida europee e gli obiettivi stabiliti dal Green Deal UE di progressiva riduzione fino all’azzeramento delle emissioni nette di CO2 prevedendo, al fine di evitare effetti regressivi per le persone fisiche e penalizzanti per le imprese, adeguati meccanismi di compensazione e premialità in grado di accompagnare famiglie e imprese nel processo di transizione ecologica.

Sull’Iva si chiede una semplificazione e una “possibile riduzione dell’aliquota ordinaria attualmente applicata”. Per quanto riguarda il contrasto all’evasione fiscale e il rapporto fisco-contribuenti, nel testo approvato, si afferma che la digitalizzazione del fisco è stato lo “strumento maggiormente efficace nella lotta all’evasione e si sollecita il governo a estendere la fatturazione elettronica a tutti i soggetti attualmente esentati. Si ritiene infine “auspicabile” un “intervento legislativo” che punti a superare le residue forme ancora presenti di attività di controllo basate sulla ricostruzione presuntiva di reddito o ricavi (ad esempio redditometro, indagini finanziarie su imprese, società non operative, accertamento analitico-induttivo)” nei casi in cui l’uso dei dati presenti nelle banche dati permettano una ricostruzione analitica e consentano di ricostruire “puntualmente” il reddito imponibile per “persone fisiche e giuridiche” e si invita a cambiare pagina con un contraddittorio obbligatorio e che sia l’Ufficio a fornire “la prova del maggior reddito ricostruito”. askanews

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