Alla fine l’incontro si farà: Francesco stringerà la mano al premier ungherese Viktor Orban, campione della destra sovranista europea e fautore di una democrazia “cristiana” e “illiberale” agli antipodi con la concezione del papa della “Fratelli tutti”. L’occasione sarà la – non lunga – visita che Bergoglio compirà nella capitale ungherese il 12 settembre prossimo per chiudere il Congresso eucaristico internazionale. Dal programma ufficiale pubblicato oggi dal Vaticano, infatti, risulta che appena atterrato a Budapest, la domenica mattina presto, prima di celebrare la messa solenne Francesco incontrerà per mezz’ora, dalle 8.45 alle 9.15 presso il Museo delle Belle Arti, il presidente ungherese Janos Ader e il primo ministro Viktor Orban.
La notizia in realtà non è una notizia perché tradizionalmente i pontefici incontrano ogni capo di Stato o di Governo che lo desideri, a prescindere dalla maggiore o minore sintonia, e da eventuali motivi di imbarazzo. Questo come altri papi hanno ricevuto in Vaticano, o incontrato in giro per il mondo, leader politici con idee radicalmente in contrasto con la dottrina sociale della Chiesa, con il suo magistero in materia bioetica, autentici autocrati giunti al potere con metodi violenti. Ma per il supremo pastore della Chiesa universale, a capo oltretutto del più piccolo Stato del mondo, la porta non va mai chiusa, semmai un incontro va usato per strigliare anche energicamente l’interlocutore, ma a porte chiuse.
Jorge Mario Bergoglio in questo non fa eccezione. Per fare solo un esempio, nel 2017 il papa non mise neanche per un attimo in questione l’udienza al presidente degli Stati Uniti Donald Trump, un politico dal quale lo divideva praticamente tutto, e che non ha mancato, peraltro ricambiato, di criticare apertamente e pubblicamente. Tanto meno era ipotizzabile che, nel corso di una visita in Ungheria, Francesco tentasse o sperasse di evitare di stringere la mano al padrone di casa. Sarà prevedibilmente un incontro cordiale, che altrettanto prevedibilmente non sposterà di una virgola la reciproca, abissale distanza.
Distanza che, però, aveva indotto gli osservatori con una dimistichezza incerta con la diplomazia vaticana ad ipotizzare un gesto di sgarbo da parte di Bergoglio. Da parte di alcuni blog reazionari, in particolare, si era dato per certo nei mesi scorsi che il pontefice avrebbe snobbato Orban, e subito erano partiti i mugugni. Ipotesi talmente infondata che già a giugno sono dovuti intervenire i vescovi della conferenza episcopale per affermare in un comunicato ufficiale che “non c’è fondamento … nelle informazioni attualmente in circolazione circa il fatto che il Santo Padre vorrebbe evitare di avere contatti con ogni persona prevista nel suo programma. Ci rammarichiamo che per quanto riguarda il programma del Santo Padre in Ungheria – che in questo momento si sta organizzando – c’è stata una diffusione di disinformazione e falsa interpretazione nei media locali e internazionali”.
Il comunicato già allora spiegava esplicitamente che il Papa aveva in programma di incontrare il presidente ungherese Áder e il primo ministro Orban, insieme con altri funzionari di governo, “in un luogo riservato” prima della messa. Certo, la visita a Budapest durerà meno di sei ore, poi il papa proseguirà il suo 34esimo viaggio internazionale fermandosi per oltre tre giorni nella vicina Slovacchia (un paese non significativamente, più cattolico dell’Ungheria). Sin da subito, peraltro, Francesco, preannunciando il viaggio, aveva puntualizzato che andrà a fare “non una visita al Paese”, ma una messa. E anche questo, nel linguaggio diplomatico dei gesti, ha un significato.
Ma l’incontro con Orban, quello ci sarà. Non un faccia a faccia, bensì in compagnia degli altri maggiorenti istituzionali, solo mezz’ora, ma ci sarà. Il Vaticano, ha subito chiosato su Twitter l’ambasciatore ungherese presso la Santa Sede, l’attivissimo Edoardo Asburgo-Lorena, “ha pubblicato il dettagliato programma di metà settembre del viaggio di Papa Francesco al congresso eucaristico dell’Ungheria e alla Slovacchia!”. E poi, tra parentesi e con l’emoticon di una faccina che sogghigna con occhi sorridenti: “E, sì, ovviamente avrà anche un incontro con il Presidente e con il Primo ministro”. askanews