Ecco com’è cambiato il calcio italiano in tempo di Covid

Ecco com’è cambiato il calcio italiano in tempo di Covid
30 luglio 2021

Com’è cambiato il calcio italiano, dal campionato sospeso del 2020, all’Italia sul tetto d’Europa! Dal 2020 ad oggi, il mondo del calcio è cambiato moltissimo, e a seguito della celebrazione al Quirinale dei calciatori della nostra nazionale, abbiamo pensato di dare uno sguardo a quanto c’è di diverso nello sport più bello del mondo. Anzitutto il calcio sta diventando un fenomeno sempre più trasversale, sia a livello generazionale, che a livello di genere. Già dal 2019, grazie all’incredibile successo del mondiale di calcio femminile,  si poteva notare che il mondo del pallone sta coinvolgendo una porzione sempre più ampia della popolazione mondiale, procedendo a conquistare, proprio grazie alle eroine statunitensi, anche il mercato americano.

Parlando di calcio italiano, ed in merito alle recenti modifiche strutturali alla Serie A, possiamo notare come questo sport stia iniziando ad essere sempre più propenso a modificarsi ed evolversi ai tempi. Per adeguarsi alle necessità di broadcasting il formato che prevedeva 2 anticipi al Sabato, un posticipo serale e tutte le altre gare alle 15:00 di Domenica, è stato da tempo abbandonato, anche per facilitare gli impegni internazionali delle partecipanti a Champion’s ed Europa League. Altre importanti novità importanti a livello di regolamento a cui abbiamo assistito riguardano l’introduzione della discussa tecnologia V.A.R., l’incremento del numero di sostituzioni ammissibili, dalle 3 previste dal regolamento FIFA, e diverse altre modifiche al regolamento che riguardano tra altri aspetti calci di rigore e falli di mano.

Sicuramente una delle cose più bizarre a cui tutti gli appassionati di calcio si sono abituati, sono stati gli stadi a porte chiuse, che hanno obbligato gli amanti del calcio di tutto il mondo a rimanere solo tele o radio-spettatori di un calcio senza tifosi. In alcuni casi le società che trasmettono le partite hanno optato per l’inserimento di effetti sonori ( con tecnologia simile a quelle dei videogiochi) che simulassero la presenza di un pubblico. Gli spalti vuoti, che fino a qualche anno fa erano semplicemente utilizzati come penalizzazione per sfortunate circostanze, sono stati una norma per il campionato di Serie A appena trascorso. Chi ha avuto modo di vedere una o più partite in questo scenario, avrà avuto sicuramente avuto la sensazione di similitudine con le partite di calcio di periferia, anche quando lo stadio ospitante era uno dei principali del nostro campionato.

Il campionato Europeo appena trascorso in questo senso ha rappresentato un ritorno al passato, segnando di fatto il rientro prominente dei tifosi all’interno degli stadi. Rivedere i calciatori interagire gioiosamente con i tifosi a fine partita, e cantare a squarciagola gli inni nazionali, spinti dal pubblico che cantava in coro, è stato sicuramente un ottimo modo per far riabbracciare i tifosi allo stadio con i loro beniamini. Ed in questa atmosfera la Nazionale Italiana di calcio ha brillato particolarmente, proponendo un calcio abbastanza diverso dagli stereotipi del calcio italiano. Commentatori Spagnoli, Inglesi, e Francesi, nel corso dell’europeo, si sono stupiti di quanto questa nazionale si distaccasse dalla solita mentalità difensiva che ha sempre caratterizzato il calcio italiano.

Pur mantenendo una solidità eccezionale nel reparto arretrato, grazie alle prestazioni eccezionali di Donnarumma, Bonucci, Chiellini, e Spinazzola su tutti, questa Italia ha stupito tutti per il tipo di calcio propositivo! Grazie ad un centrocampo che bilanciava alla perfezione muscoli e cervello, ed al grande lavoro di sacrificio e mobilità dei tre attaccanti, l’Italia ha giocato un calcio propositivo, volto al possesso palla ed ad un gioco fluido e semplice che ha incantato tutti in Europa.

Grazie anche al contributo che hanno dato i calciatori italiani che militano in campionati stranieri (molti di più rispetto alle Nazionali di calcio che eravamo abituati a vedere), e grazie al fatto che Roberto Mancini abbia avuto esperienze internazionali, il calcio italiano ha acquisito una dimensione più internazionale, innovandosi, e migliorando. Senza nessuna Superstar, senza nessun “Numero 10” su cui far ricadere pressioni particolari, la squadra è riuscita a essere unita e compatta per tutta la durata del torneo, massimizzando l’eccellente lavoro svolto da Roberto Mancini, che siede sulla panchina azzurra da 39 partite, ed è riuscito a ottenere ben 34 risultati utili (vittorie o pareggi) consecutivi, portando nuovamente l’Italia sul tetto d’Europa.

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti