Il giudice della Corte d’Appello di Sassari ha deciso di rilasciare l’ex presidente catalano Carles Puigdemont per il tempo necessario a risolvere le questioni legate all’immunità. Lo stesso giudice ha stabilito che non c’è motivo di applicare a suo carico alcuna misura cautelare anche che l’arresto non è illegale, ma dovrà restare in Sardegna. Puigdemont era stato fermato ieri all’aeroporto di Alghero dalla polizia di frontiera su mandato europeo per i fatti del contestato referendum per l’indipendenza indetto nel 2017, giudicato illegale dal governo di Madrid.
L’arresto in Sardegna dell’ex presidente della Generalitat catalana, Carles Puigdemont, apre l’ennesimo capitolo della guerra giudiziaria fra l’indipendentismo catalano e la magistratura spagnola – conflitto che in ultima analisi spetterà all’Europa dirimere. L’effettiva validità del fermo e la possibile estradizione – su cui dovranno pronunciarsi i magistrati del Tribunale di Sassari – dipende infatti dall’interpretazione della sentenza della Corte europea sulla revoca dell’immunità parlamentare europea di cui godono Puigdemont e altri deputati indipendentisti. In attesa della sentenza sul fondo della questione, il Parlamento europeo aveva – non senza polemiche – votato per la revoca, che tuttavia non riguardava gli spostamenti da e per Strasburgo e l’esercizio delle funzioni di eurodeputato.
Per questo motivo, il 30 luglio scorso il tribunale aveva respinto la richiesta cautelare avanzata dai deputati di confermare l’immunità: sostanzialmente, dopo il rifiuto dell’estradizione opposto dal Belgio e dal momento che la Spagna aveva di fatto sospeso la validità del mandato di arresto europeo (ma non nazionale) non esisteva alcun effettivo pericolo di arresto che giustificasse una sospensiva cautelare fino alla sentenza definitiva. La Corte Suprema spagnola ha fatto sapere invece che il mandato – contrariamente a quanto sostenuto dall’Avvocatura dello Stato spagnolo davanti alla stessa corte europea – rimane vigente ed è in base a questo provvedimento che le autorità italiane hanno effettuato l’arresto. A questo punto, la difesa di Puigdemont si appella alla seconda parte della sentenza europea: se si producesse effettivamente un fermo in vista di un’estradizione, concludeva infatti il tribunale gli eurodeputati potrebbero immediatamente presentare una nuova richiesta cautelativa, ed è presumibilmente quanto accadrà nelle prossime ore.
Non sono mancate le reazioni in terra iberica dopo l’arresto di Puigdemont. L’attuale leader regionale catalano Pere Aragones ha chiesto il “rilascio immediato” del suo predecessore, da anni ormai in esilio. Lo stesso Aragones in una conferenza stampa indetta a Barcellona, ha spiegato che si recherà egli stesso in Sardegna per “stare vicino” all’ex leader che ha guidato il fallito tentativo di secessione della Catalogna. Intanto, in queste ore gli indipendentisti catalani si sono radunati sotto il consolato italiano di Barcellona, per dare vita a una protesta contro l’arresto del loro leader. Circa 500 le persone in sit-in, durante il quale non si sono registrati incidenti. Richieste di liberazione anche sui social network, dove i sostenitori dell’indipendentismo catalano hanno lanciato l’hashtag #freepuigdemont.