A Roma sarà ballottaggio tra centrodestra e centrosinistra: Michetti (centrodestra) ottiene il 30,24% dei voti, Gualtieri (centrosinistra) il 27,01%, Carlo Calenda il 19,6% e Virginia Raggi (M5s) il 19,2%. Tra due settimane il 17 e 18 ottobre si sfideranno al ballottaggio per la poltrona di sindaco della Capitale il candidato del centrodestra Enrico Michetti e il candidato del centrosinistra Roberto Gualtieri. Vittorio Sgarbi, deputato del Misto e assessore alla Cultura in pectore di un’eventuale giunta Michetti, rompe subito gli indugi proponendo per Calenda un posto nel governo della città.
Il leader di Azione respinge al mittente: “Ho detto che se mi avessero eletto sindaco avrei fatto il sindaco dimettendomi dall’Europarlamento. Ora torno a fare il leader nazionale. Non ho nessuna intenzione di andare a lavorare con Michetti”. Calenda assicura: “Non faremo apparentamenti e non faremo alleanze. Questa è una lista votata da cittadini di centro, destra e sinistra. Sarebbe scorretto prendere il loro voto e indirizzarlo”. Nei “prossimi giorni” si esprimerà su “una eventuale indicazione di voto personale. Io posso avere le mie inclinazioni personali, faremo una riflessione”. Anche i due sfidanti per ora respingono l’ipotesi di apparentamento. Lo fa Michetti: “Io credo che devo rivolgermi a tutti i cittadini di Roma, nessuno è proprietario del consenso… cercheremo di raggiungere tutti, io non credo nei giochi di palazzo”. E anche Gualtieri assicura che si rivolgerà “a tutti, anche ai leader ma non faremo gli apparentamenti”.
Di fronte ai risultati deludenti del Movimento 5 stelle, che alle amministrative di 5 anni fa era nella sua fase espansiva, la lettura della sindaca uscente Raggi è che “a Roma sono l’unica che sta tenendo testa alle corazzate del centrodestra e del centrosinistra, con la lista M5S e le mie liste civiche”. La leader di Fdi, Giorgia Meloni, riconosce “a Virginia Raggi un risultato di tutto rispetto. Ragguardevole è stato poi il risultato di Calenda” mentre “molto deludente è stato il risultato di Gualtieri”. Quella di Roma è “la partita più importante, il centrodestra è avanti in modo significativo, è una partita aperta”. Fratelli d’Italia, ha aggiunto, “è il primo partito di Roma, dimostrando che il centrodestra a trazione Fdi è molto competitivo”. Il leader della Lega Matteo Salvini invece è più critico rispetto alle scelte del centrodestra: “Abbiamo offerto troppo poco tempo per presentare i candidati, non possiamo perdere altri mesi di tempo per questioni interne. Abbiamo scelto i migliori candidati possibili, da me non arriverà mai una parola negativa nei confronti di Luca Bernardo, né di Enrico Michetti, né di Paolo Damilano, né di Paolo Battistini”, ha aggiunto.
Ma “l’insegnamento tratto è scegliere presto e insieme. Nessuna scusa, dove si è perso, si è perso per demeriti nostri. Come Lega abbiamo più sindaci di prima, e il centrodestra vince dove è unito. Ma deve essere unito sul serio”. Pesa a Roma anche la bassissima affluenza: il 49,92% degli aventi diritto, il dato più basso nella storia dei primi turni delle elezioni comunali della Capitale. “Credo non si possa trattare in modo superficiale il dato sull’astensione quando si vota in città importanti. Questo indica non una crisi della politica ma una crisi della democrazia”, ha commentato Meloni secondo cui “la totale distanza tra le scelte dei cittadini e quelle del Palazzo ha fatto ritenere ad una parte degli italiani che votare non fosse cosa utile. È un dato che deve coinvolgere tutti”.