Tensione in Consiglio dei ministri sul rifinanziamento del Reddito di cittadinanza. Alla fine il primo “round” se lo sono aggiudicati M5s e Pd, ma la partita è solo rimandata a quando sarà discussa la manovra, attesa in Cdm tra lunedì e martedì. Oggetto del contendere i nuovi fondi per il reddito, inseriti nel decreto fiscale. Uno stanziamento da 200 milioni di euro, contestato da Lega, Italia viva e Forza Italia, che hanno chiesto una profonda revisione della misura. Protagonisti principali del braccio di ferro sono stati il ministro per lo Sviluppo economico leghista Giancarlo Giorgetti e il collega pentastellato all’Agricoltura Stefano Patuanelli.
“E’ beffardo usare i soldi di chi ha lavorato duramente per una misura simile”, l’affondo di Giorgetti, secondo quanto riferito da partecipanti alla riunione. “Senza il reddito di cittadinanza la tensione sociale sarebbe esplosa, non sarebbe stata gestibile. Ma qui c’è chi fa finta di non averlo capito”, la replica di Patuanelli, sostenuto dal titolare del Lavoro, il Dem Andrea Orlando. Secondo la Lega, però, il costo del reddito è troppo elevato mentre sarebbe estremamente limitato l’impatto positivo sull’occupazione. Senza tenere conto del fatto che, per il Carroccio, per rifinanziare il reddito di cittadinanza sarebbero state tolte risorse da altri capitoli importanti: “al reddito di emergenza (90mln), all’accesso anticipato al pensionamento per lavori faticosi e pesanti (30 mln), all’accesso al pensionamento dei lavoratori precoci ( 40 mln) e ai congedi parentali (30 mln)”.
Una ricostruzione contestata da Patuanelli, ma anche dal ministro dell’Economia Daniele Franco. Il titolare di via XX settembre, viene riferito, sarebbe infatti intervenuto per precisare che le cifre stanziate provengono dal “capitolo sovrastimati e non spesi”. Alla fine nella discussione è intervenuto il premier Mario Draghi, per ribadire che la questione sarà affrontata in manovra, nel quadro di un intervento complessivo sulle politiche attive per il lavoro. Proprio questo è il “paletto” posto dai pentastellati, disposti a modificare e migliorare questa parte dell’impianto complessivo, ma senza toccare il lato dei sostegni. “Giù le mani dal reddito di cittadinanza”, taglia corto Giuseppe Conte, assicurando che il Movimento non permetterà di “assaltare uno strumento di civiltà”. Ma Lega, Iv e Forza Italia sono determinati a tornare alla carica.