di Carlantonio Solimene
“Lo sa qual è il punto? È che sono tempi di crisi. Con gli enti locali sull’orlo della bancarotta, molti consiglieri comunali, specie nei centri sotto i 15mila abitanti, hanno rinunciato alla loro indennità. Ecco, chiedere a queste persone i soldi per la tessera non è facilissimo”. Il senatore Remigio Ceroni è il coordinatore di Forza Italia nelle Marche, uno di quelli che ha chiesto a Silvio Berlusconi un rinvio del termine per chiudere la fase del tesseramento. Le operazioni dovevano concludersi l’altroieri, il 15 dicembre. Ma già da tempo serpeggiava l’ipotesi di una proroga. L’ufficializzazione l’ha data Berlusconi con una lettera spedita ieri mattina ai parlamentari. “Care amiche e cari amici, alla luce di diverse considerazioni politiche e organizzative e dei numerosi impegni di queste settimane che hanno assorbito il tempo di molti parlamentari nel lavoro di Aula e di Commissione, abbiamo ritenuto opportuno un breve rinvio del termine delle adesioni a sabato 31 gennaio 2015”. Un mese e mezzo in più per fare nuovi adepti, anche perché i dati finora non sono dei più incoraggianti. Cifre ufficiali non ce ne sono, anche perché in molti casi dai “territori” non è stato ancora comunicato ancora nulla. Ma le prime “stime” sono preoccupanti. “Non arriviamo a ventimila” spiega un deputato azzurro che in passato si occupava della macchina organizzativa. “Numeri non ne so, ma di certo non ho visto file per tesserarsi” aggiunge con sarcasmo un altro parlamentare.
Alcuni se la prendono con l’obiettivo fissato dal leader. Berlusconi aveva auspicato che il tesseramento coinvolgesse “il 10% delle persone che ci ha votato alle Europee”. Calcolando il comunque non entusiasmante traguardo raggiunto nel maggio scorso, ai coordinatori spettava l’arduo compito di tesserare circa 460mila persone. Numeri che oggi come oggi sono diventati irraggiungibili persino per un partito di “militanza” come il Pd. In passato, il carisma di Berlusconi aveva fatto miracoli. Nel 2011 Angelino Alfano, da segretario del Pdl, annunciava di aver superato il milione di tesserati. Sette anni prima fu Sandro Bondi a far segnare il record di 400 mila tessere. Ora sono in tanti a ritenere che sarà pressoché impossibile arrivare a centomila. A pesare, oltre a quel “Patto del Nazareno” che si sta trasformando in un traghettatore di voti verso la Lega di Salvini, soprattutto l’impressione che Silvio Berlusconi abbia voluto la stagione congressuale più per fare cassa che per imprimere chissà quale svolta politica al partito. Non a caso, più che di documenti programmatici si parla quasi solo di tariffario: 30 euro per la quota ordinaria, scontata a 25 euro per i seniores e a 15 euro per i giovani. Quote maggiorate – da 100 a mille euro – per parlamentari nazionali ed europei, consiglieri regionali, comunali e provinciali. L’unico modo per non prendere altre decisioni dolorose dopo il licenziamento di altri 50 dipendenti azzurri, compreso lo storico collaboratore e “cameraman” Roberto Gasparotti.
Anche per scrostare un po’ di questa patina di tristezza dal partito, Silvio Berlusconi ha deciso di ripristinare la tradizione delle cene di auguri con senatori e deputati. L’anno scorso, con la ferita della decadenza dal Parlamento ancora fresca, non se n’era fatto nulla. Invece ieri sera l’ex premier ha incontrato i suoi senatori in un ristorante del centro e stasera toccherà ai deputati. Inutile, però, aspettarsi particolari messaggi bellicosi. L’impressione è che tra i parlamentari azzurri, soprattutto tra i più fedeli, prevalga la convinzione che ormai occorra aspettare la fine dell’affidamento ai servizi sociali del leader, il 15 febbraio 2015, per recuperare un po’ di slancio nell’azione politica. Lo stesso Berlusconi ha ribadito a più riprese l’importanza di quella data, il giorno in cui recupererà, se non la candidabilità, perlomeno la possibilità di movimento in tutto il Paese. Anche se c’è qualcuno, specie tra i fittiani, che vede in questa attesa il rischio di una “dolce morte” di Forza Italia: “Il nostro incredibile “anno sabbatico” deve finire” si sfogava qualche giorno fa Luigi D’Ambrosio Lettieri.