Biden convince alleati su minaccia Russia, “lungo” vertice con Putin

Biden convince alleati su minaccia Russia, “lungo” vertice con Putin
Vladimir Putin e Joe Biden
6 dicembre 2021

Settimane di prolungato impegno diplomatico degli Stati Uniti con i governi europei, affiancato e sostenuto da una condivisione di materiale d’intelligence normalmente riservato agli alleati più stretti, avrebbero contribuito a convincere alcune capitali più scettiche del Vecchio Continente, in particolare Berlino, del fatto che la Russia potrebbe presto invadere l’Ucraina. La questione, che divide le due grandi potenze mondiali, sarà al centro dei colloqui di domani in videoconferenza tra il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il suo omologo russo Vladimir Putin, durante i quali – secondo quanto riferito al Financial Times da fonti europee di Difesa e Sicurezza – l’inquilino della Casa Bianca metterà in guardia il leader del Cremlino contro qualsiasi azione militare ai danni di Kiev.

La Russia potrebbe pianificare di invadere l’Ucraina “all’inizio del 2022”, ha spiegato da parte sua un funzionario dell’amministrazione Biden, aggiungendo che metà delle unità militari che sarebbero coinvolte in una tale offensiva sono già arrivate vicino al confine ucraino nell’ultimo mese. Secondo alcune informazioni statunitensi, la Russia si sarebbe preparata a schierare un battaglione di 100 gruppi tattici, per un totale stimato di 175.000 militari in varie posizioni strategiche lungo il confine con l’Ucraina. Un contingente sostenuto da 100.000 riservisti. La decisione degli Stati Uniti di condividere le proprie notizie di intelligence con gli alleati europei e di lanciare avvertimenti pubblici sul rischio di un’invasione russa in Ucraina nasce dalla speranza di Washington di evidenziare i costi di qualsiasi aggressione russa, anche attraverso l’imposizione di sanzioni. A questo proposito, spiega il Ft, i dettagli delle misure minacciate e di altre contromisure sarebbero ancora in discussione. Ma nei giorni scorsi sono trapelate alcune opzioni sul piatto: esclusione della Russia dal sistema Swift, dure misure relative al debito sovrano russo, sanzioni contro il gasdotto Nordstream 2, il progetto russo-tedesco a lungo osteggiato dagli Usa e non ancora in funzione.

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Rapporti dell’intelligence statunitense che descrivono schieramenti militari russi lungo il confine con l’Ucraina, prove di possibili preparativi per attacchi e analisi delle intenzioni percepite del Cremlino sono stati condivisi bilateralmente e collettivamente con i membri della Nato e attraverso i canali diplomatici dell’Ue, hanno riferito funzionari a conoscenza del dossier. La Russia smentisce, punta il dito a sua volta contro attività ucraine presso il Donbass che fanno sospettare preparativi militari. Ma allo stesso tempo avverte che sul dossier ucraino serve un nuovo, radicale approccio, in grado di far rientrare le tensioni non solo sul brevissimo termine. Il Cremlino chiede che vengano presi in considerazione i suoi interessi strategici rispetto a un ulteriore allargamento verso Est della Nato. Con “garanzie scritte”, visto che le promesse in tal senso fatte 30 anni fa all’allora leader sovietico Mikhail Gorbachev sono evaporate nel giro di pochi anni. A questa richiesta il segretario generale dell’Alleanza Jens Stoltenberg la settimana scorsa ha già risposto che non spetta alla Russia decidere, ma ai Paesi che aspirano all’ingresso nella Nato. Vladimir Putin presenterà domani l’argomento direttamente a Joe Biden durante il colloquio previsto “in serata”, alle 18 di Mosca (ore 16 in Italia).

Il Cremlino pensa che tra Putin e Biden domani ci sarà “una conversazione in videoconferenza piuttosto dettagliata e lunga” ha precisato il portavoce Dmitri Peskov. “Penso che mostreremo le prime immagini del colloquio, che poi sarà interamente a porte chiuse” e da parte russa non è prevista alcuna dichiarazione a conclusione del vertice a distanza, ha detto Peskov. “In Europa sta tornando lo scenario da incubo di uno scontro militare”, ha ammonito la scorsa settimana il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov in occasione della ministeriale Ocse. Gli Usa avrebbero deciso di procedere con una condivisione di materiale e dettagli con gli alleati “estremamente completa” a seguito dell’iniziale riluttanza di Stati europei a considerare credibili le affermazioni statunitensi sui preparativi russi. Un cambio di passo si sarebbe registrato in particolare durante l’ultimo vertice della Nato a Riga, la settimana scorsa. “Molti alleati non erano convinti che stessero accadendo cose serie”, ha detto una fonte. “Siamo rimasti sorpresi da questo divario” di intelligence: “come e perché gli Stati Uniti vedevano cose che noi non vedevamo”, ha aggiunto. Ma “se devo confrontare le posizioni prima di queste informazioni e dopo” la riunione della Nato a Riga, “c’è stato un grande cambiamento verso la versione americana delle cose”, ha commentato la fonte.

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