Lo stupore di Mattarella per il “bis e non più bis”

Lo stupore di Mattarella per il “bis e non più bis”
Sergio Mattarella
6 dicembre 2021

Si puo` comprendere e anche condividere quel “certo stupore” venato d`irritazione con cui Mattarella ha accolto le interpretazioni di alcuni commentatori secondo i quali la presentazione del disegno di legge costituzionale dei parlamentari piddini Zanda, Bressa e Parrini per non consentire la rielezione del Capo dello Stato e abolire il semestre bianco, sarebbe un`estrema pressione per convincerlo a farsi rieleggere al Colle. Secondo Mattarella, al contrario, è la conferma delle ragioni del suo totale rifiuto ad accettare il bis. Sono ormai note le ragioni di Mattarella: a parte la stanchezza personale, ritiene che un doppio settennato configurerebbe una specie di monarchia repubblicana (mentre il re ha lasciato definitivamente il Quirinale nel giugno 1946); che ingesserebbe la vita istituzionale privandola del ricambio fisiologico, perché in democrazia ogni potere e` a tempo; che solleverebbe i partiti dalla responsabilità di scegliere un nuovo arbitro super partes. Infine, Mattarella ritiene che due rielezioni di fila dopo il bis di Napolitano creerebbero un precedente pericoloso, perché potrebbero indurre i successori a considerare la rielezione quasi un diritto e indurli ad agire per propiziarlo. Ma è proprio a quest`ultima preoccupazione cui la riforma di Zanda, Bressa e Parrini darebbe risposta: se Mattarella accettasse il bis, sarebbe molto probabilmente l`ultimo perche`, se la loro legge venisse approvata, dopo di lui le rielezioni sarebbero vietate dalla Costituzione riformata.

Le ragioni di Mattarella sono fondatissime. Ma lo sono anche le preoccupazioni di chi gli chiede di accettare il “sacrificio” del bis. Nel febbraio scorso, dopo il naufragio di Conte, Mattarella conferì a Draghi l`incarico di formare “un governo di alto profilo che non debba identificarsi con nessuna formula politica” (privo cioè di una maggioranza precostituita), anziché sciogliere le Camere e mandarci a votare, perché l`emergenza pandemica e quella economica non avrebbero tollerato lo stallo elettorale. Da allora è stata fatta indubbiamente molta strada, ma le due emergenze sono ancora presenti con le varianti Covid più aggressive e le riforme e gli investimenti del Pnrr da attuare. La stabilità di governo garantita dal ticket Mattarella-Draghi è ancora fondamentale, come hanno sottolineato diversi esponenti politici (da ultimo Calenda, Tabacci, Marcucci e Ceccanti), parecchi esponenti del mondo economico e anche alcuni leader stranieri nostri alleati. E poi ci sono le ragioni istituzionali: la riduzione dei parlamentari da 945 a 600, che scatterà con le prossime elezioni, e la stessa riforma della Presidenza proposta da Zanda, Bressa e Parrini. Il Capo dello Stato eletto a gennaio dal “vecchio” Parlamento e prima della riforma Zanda, potrebbe essere domani accusato di essere politicamente “delegittimato”. Sono queste le ragioni (che non erano presenti con Napolitano) che suggeriscono il bis di Mattarella.

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