Svolta nel processo Open Arms che vede imputato l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini con l’accusa di sequestro di persona e rifiuto di atti di ufficio. La testimonianza dell’ammiraglio Sergio Liardo, infatti, allunga l’ombra delle responsabilità sul ministero delle Infrastrutture e su quello della Difesa, all’epoca guidati rispettivamente da Danilo Toninelli ed Elisabetta Trenta. Salvini, insomma, non avrebbe agito da solo, come i rappresentanti dell’allora governo – a partire da Giuseppe Conte e Luigi Di Maio – hanno provato a far credere. E’ ripreso nell’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo il processo Open Arms, che vede imputato l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini con l’accusa di sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio. La vicenda risale all’agosto 2019, quando la ong spagnola, dopo aver salvato 147 migranti nel Canale di Sicilia, rimase in mare diversi giorni in attesa le venisse consentito l’approdo.
“Il primo agosto del 2019 la nave Open Arms ci comunicò di avere fatto un soccorso di 52 persone, che poi sono salite a 55 – ha detto l’ammiraglio Sergio Liardo, capo del III Reparto ‘Piani e Operazioni’ e Imrcc del Comando generale del Corpo delle Capitanerie di porto deponendo al processo -. Era una prima comunicazione da parte di Open Arms, visto che non eravamo stati noi – Italia – a coordinare questa attività. Per questo abbiamo comunicato al ministero dell’Interno. In seguito al decreto Sicurezza bis fu emesso un decreto di interdizione di ingresso in acque territoriali firmato dal ministero dell’Interno, con firma anche del ministero alle Infrastrutture e del ministero alla Difesa. L’ammiraglio ha anche ribadito che “la nave iberica Open Arms rifiutò di dirigersi in Tunisia, di sbarcare 39 immigrati a Malta, di fare rotta in Spagna (diniego ribadito in due occasioni), non fornì dettagli sullo stato di salute delle singole persone a bordo (domandò di farle sbarcare tutte, ma esclusivamente in Italia)”.
“Dopo i primi due interventi di Open Arms in acque libiche, la nave puntò verso l’Italia in modo arbitrario” comunica la Lega, a commento dell’audizione del capitano Edoardo Anedda durante la sua deposizione al processo Open Arms che vede imputato a Palermo l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini. “Anedda aveva prodotto una informativa contestando il comportamento della ong – prosegue la nota del Carroccio -, ipotizzando il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina per il capitano della Open Arms e il capo missione”. “In maniera ostinata, l’imbarcazione si era messa nelle condizioni di andare solo a Lampedusa” ha ribadito Anedda. “Tecnicamente” la nave “poteva raggiungere la Spagna” ma preferì girovagare tra l’Italia e Malta per quasi due settimane, ha aggiunto. All’epoca dei fatti, Anedda aveva ipotizzato che la Spagna sarebbe stata raggiungibile da Open Arms in circa due giorni di navigazione.
La difesa di Salvini comunica anche parte della deposizione dell’ammiraglio Nunzio Martello: “Una volta vicina a Lampedusa la nave spagnola era in sicurezza e dal Viminale non ci furono forzature dopo aver appreso che Open Arms non poteva dirigersi in altri porti (come quello di Trapani) a causa delle condizioni meteo”. Per il Carroccio, la ong spagnola “fece rotta verso la Libia mentendo alle autorità italiane, visto che partì verso Tripoli dopo aver comunicato che si sarebbe fermata a Lampedusa. Avrebbe potuto accogliere a bordo solo 19 persone ma ne caricò più di 150 in tre eventi diversi. Una volta in acque italiane, Open Arms era costantemente controllata, vigilata, assistita. E, una volta in rada, era in condizioni di completa sicurezza. Addirittura vennero consentite la rotazione dell’equipaggio e lo sbarco delle persone realmente in cattivo stato di salute. Di più: sulla barca salirono senza problemi alcune autorità, a partire dal sindaco di Lampedusa, a dimostrazione di un costante monitoraggio”. “La nave vagò per il Mediterraneo – conclude la nota -, ignorando le richieste e le proposte di Madrid e de La Valletta dal 2 al 15 agosto 2019 mettendo a rischio la salute degli immigrati a bordo”.
“I numeri dicono che stando al governo ho dimezzato il numero dei morti rispetto a quest’anno e ridotto il numero degli sbarchi, dei problemi e dei costi. Quindi avrei dovuto essere ringraziato e invece vengo processato – dice il senatore della Lega Matteo Salvini uscendo dall’aula bunker del carcere Pagliarelli -. Abbiamo salvato vite e arrestato scafisti, spacciatori e delinquenti. Io ricordo che a Lampedusa sono sbarcati terroristi che hanno fatto attentati in giro per l’Europa quindi credo d’avere fatto dignitosamente il mio lavoro di ministro. Non ce l’ho con i giudici, ce l’ho con quei politici di sinistra che non riuscendo a sconfiggere la Lega in Parlamento o in cabina elettorale cercano di farlo in tribunale a Palermo”.