Covid-19, in Ue più di un terzo delle infezioni totali nel mondo

Covid-19, in Ue più di un terzo delle infezioni totali nel mondo
La mappa dell'Ecdc
2 gennaio 2022

Epicentro attuale della pandemia di Covid-19, l’Europa ha superato ieri il traguardo dei 100 milioni di casi identificati dalla scoperta del virus nel dicembre 2019, ovvero più di un terzo delle infezioni totali nel mondo, secondo un conteggio dell’Afp.

La regione sta attualmente affrontando livelli di contagio senza precedenti: negli ultimi sette giorni sono stati registrati oltre 4,9 milioni di casi, il 59% in più rispetto alla settimana precedente. I dieci Paesi, esclusi i micro-stati, con la più alta incidenza al mondo sono tutti in Europa, a cominciare da Danimarca (incidenza di 2.045), Cipro (1.969) e Irlanda (1.964). In tutto, le 100.074.753 infezioni individuate in tutta la regione europea (52 Paesi e territori che vanno dalla costa atlantica all’Azerbaigian e alla Russia) rappresentano più di un terzo dei casi rilevati nel mondo dall’inizio della pandemia.

Iss: rapida crescita casi in Europa, tasso mortalità sale lentamente

Anche l’Istituto superiore di sanità nel Report esteso settimanale sull’epidemia da Covid-19, analizza il contesto europeo e sottolinea come (al 30 dicembre 2021) “la situazione epidemiologica è caratterizzata da livelli di incidenza elevati e in rapida crescita, mentre il tasso di mortalità continua a crescere lentamente”. Così, “nelle prossime due settimane è previsto un aumento del tasso di notifica, stabili tassi di ospedalizzazione, diminuzione nei tassi di ricovero in terapia intensiva e tassi di mortalità stabili”. Sebbene i vaccini con il booster soprattutto facciano la differenza nel prevenire la malattia severa, l’Iss osserva che dal punto vista epidemiologico “il quadro varia fortemente fra i diversi Paesi con coperture vaccinali più basse sono quelli più severamente colpiti, ma ci sono evidenze dell`aumento della preoccupazione anche nei Paesi con coperture vaccinali più elevate. La variante B.1.1.529 (Omicron) viene rilevata in numero crescente di paesi dell’UE/SEE (Spazio economico europeo), alcuni dei quali ora segnalano la trasmissione comunitaria”.

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“Omicron rischia di contagiare tutti e fermare l`Europa”

“Uno tsunami di nome Omicron sta investendo l`Europa col rischio di bloccare interi settori come mai prima”. Così Peter Piot, microbiologo belga che identificò Ebola in Zaire, già direttore del programma delle Nazioni Unite contro l`Aids e ora superconsulente della presidente della Commissione Europea Von der Leyen, fotografa l`inizio del 2022 in un’intervista al quotidiano La Stampa.

“Mentre l`ondata di Delta è ancora in aumento in alcuni Paesi europei e in diminuzione in altri si registra una crescita sorprendente di Omicron. Come già in Regno Unito e in Danimarca la nuova variante prende il sopravvento velocemente, spesso raddoppiando i contagi ogni due giorni con focolai importanti nelle famiglie e nei vari raduni. È la diffusione più rapida di sempre del Sars-Cov-2″, sottolinea Piot.

“La nuova variante è molto più trasmissibile, probabilmente perché sfugge in parte all`immunità data dall`infezione naturale o dalla vaccinazione. Ci sono sempre più indicazioni però che il contagio causi una malattia più leggera con meno ospedalizzazioni. Questo avviene se si hanno due dosi e ancora di più con tre, mentre i non vaccinati restano a forte rischio. Tuttavia se un numero enorme di persone verranno infettate da Omicron il risultato sarà che comunque in tanti finiranno in ospedale. Non dimentichiamo che ci sono milioni di europei fragili, malati, non vaccinati o parzialmente vaccinati”, aggiunge l’esperto.

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Secondo Piot, “Omicron rischia di paralizzare la società e servono soluzioni pragmatiche”. “Da un punto di vista scientifico non ci sono dati per dire quando le persone non siano più infettive dopo il contagio. È probabile che pochi giorni dopo il test positivo siano meno contagiose, ma la realtà è che cinque giorni sono meno sicuri di dieci”, insiste il consulente di von der Leyen. “Honk Kong ne impone addirittura 21 in alcuni casi, scelta che eviterei per varie ragioni. Tutto dipende dal livello di rischio che si sceglie e il parametro chiave dev`essere la salvaguardia del sistema sanitario”.

In base all’opinione di Piot, “la priorità dev`essere salvare più vite possibile e per farlo bisogna preservare l`efficienza degli ospedali, garantendo che la società e l`economia continuino a funzionare”. “Per raggiungere questi obiettivi occorre aumentare i richiami e attuare pienamente le misure di sicurezza”, commenta.

La mappa dell’Ecdc

La mappa è elaborata tenendo conto di tre indicatori specifici, ovvero il tasso di positività, l’incidenza dei nuovi casi di persone positive ogni 100mila abitanti nelle ultime due settimane e la percentuale di tamponi eseguiti. Gli esperti dell’Ecdc, come si legge anche sul sito web ufficiale del Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie, elaborano i nuovi risultati ogni giovedì, per fornire dati utili legati alla restrizione riferita alla libera circolazione dei cittadini, in risposta alla pandemia di Covid-19. Un’Europa, ormai dipinta di rosso e rosso scuro per la maggior parte, eccezione fatta per la Romania, tutta gialla salvo il rosso di Bucarest e l’incredibile regione meridionale dell’Oltenia, l’unica verde nel Vecchio Continente. Infatti il Paese, che in autunno è stato duramente colpito dal Covid con decine di migliaia di morti, ha risposto con dure restrizioni e chiusure, e nonostante il basso tasso di vaccinazione, oggi è il meno colpito. 

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