Ponte Morandi, a processo ex ad Aspi Castellucci e altri 58

Ponte Morandi, a processo ex ad Aspi Castellucci e altri 58
7 aprile 2022

Il gup Paola Faggioni ha rinviato a giudizio l’ex amministratore delegato di Aspi Giovanni Castellucci e gli altri 58 imputati nell’inchiesta sul crollo del Ponte Morandi, in cui il 14 agosto del 2018 persero la vita 43 persone. Le accuse, a vario titolo, vanno dal disastro colposo all’omicidio colposo plurimo, dall’omicidio stradale all’attentato alla sicurezza dei trasporti, dall’omissione d’atti d’ufficio al falso, fino all’omissione dolosa di dispositivi di sicurezza sui luoghi di lavoro. Il maxi processo per il crollo del Ponte Morandi inizierà il prossimo 7 luglio. 

Legali Castellucci

“Non avevamo dubbi su questo esito che purtroppo ci appariva scontato”. Lo hanno detto gli avvocati Guido Carlo Alleva e Giovanni Paolo Accinni, legali difensori dell’ex ad di Aspi Giovanni Castellucci, commentando il rinvio a giudizio per il crollo del Ponte Morandi. “Riteniamo che – hanno aggiunto i legali – nonostante il lungo sforzo motivazionale del giudice, in realtà le nostre questione che erano alla base delle nostre argomentazioni siano rimaste inalterate, quindi i problemi procedurali che si sono manifestati restano e saranno oggetto di altre discussioni”. “Per il resto – hanno sottolineato i difensori dell’ex numero uno di Aspi – ora ci sarà di dibattimento, confidiamo che in dibattimento tutto si possa svolgere secondo il principio del giusto processo in contraddittorio tra accusa e difesa e siamo fiduciosi del fatto che molte cose emergeranno e riequilibreranno finalmente la visione degli fatti che ci pare a senso unico”. “Le vittime – hanno concluso i legali – vanno tutelate e gli innocenti vanno protetti. Finora questo processo si è rifiutato di proteggere gli innocenti, se il dibattimento sarà come noi confidiamo l’inizio di un processo giusto, il teorema accusatorio nei confronti di Castellucci si confermerà essere una foglia di autunno tremula che cadrà”.

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Parenti delle vittime

“C’è soddisfazione, è stato un grande lavoro della procura e adesso anche il giudice ha detto che la procura ha ragione. Direi quindi che è una cosa estremamente importante”. Lo ha detto la portavoce del Comitato dei parenti delle vittime del Ponte Morandi, Egle Possetti, commentando il rinvio a giudizio per tutti gli imputati nell’inchiesta sul crollo del viadotto autostradale in cui persero la vita 43 persone. “C’è la conferma – ha aggiunto Possetti – di quello che noi sosteniamo da tutto questo tempo e quindi siamo ovviamente soddisfatti. È una magra soddisfazione perché avremmo voluto averne altre ma in questo momento pensiamo che sia estremamente importante”. “Direi che è andata bene – ha sottolineato la portavoce dei parenti delle vittime – perché non è stata accolta nessuna richiesta di nullità e i reperti del ponte si potranno spostare per costruire il memoriale. Non verranno svincolato ma si potranno spostare”. “Il patteggiamento – ha concluso Possetti- è stato accettato ma credo che non ci fossero grandi dubbi perché la procura aveva dato parere positivo. Ovviamente questo ha risvolti positivi e negativi. Il fatto positivo è che l’impianto accusatorio regge, quello negativo è che può dare il là alla definizione dell’acquisizione di Cdp, cosa a cui siamo contrari perché è lo Stato che cala le braghe rispetto a una vicenda di questa gravità”.

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Il procuratore

“È un processo fuori dal comune anche per la situazione drammatica che ne è conseguita. Dopo tre anni siamo solo all’inizio ma è un inizio ben costruito. Possiamo dire che questo processo ha delle radici solide, vediamo come crescerà ma la pianta è ben impiantata nel terreno”. Lo ha detto il procuratore capo facente funzioni di Genova, Francesco Pinto, parlando con i giornalisti dopo il rinvio a giudizio di tutti gli imputati per il crollo del Ponte Morandi. “E’ stato un riconoscimento – ha aggiunto Pinto – del buon lavoro fatto finora dalla procura di Genova, con un’ordinanza estremamente dettagliata e molto articolata del gup che credo sia destinata anche a fare un po’ scuola su una serie di problemi molto importanti che riguardano il rispetto del contraddittorio e dei diritti della difesa”. “Solo nel dibattimento – ha sottolineato il procuratore – ci sarà un confronto tra accusa e difesa. L’udienza preliminare serve ad articolare gli elementi alla base dell’accusa e credo che la procura fino ad adesso sia riuscita a fornire una serie di elementi importanti per la celebrazione di un dibattimento su accuse molto serie che sono state formulate”. “Sono tempi lunghi in senso assoluto – ha concluso Pinto – ma anche abbastanza brevi per quanto riguarda il processo perché in 3 anni sostanzialmente è stata fatta una parte rilevante anche del contraddittorio con la celebrazione di due complessi incidenti probatori. Nulla restituirà le vittime ai familiari ma è importante quanto meno sapere che non sia stato un sacrificio fatto invano”.

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