Mariupol è “sotto controllo” dei russi, “liberata”, ma i militari ucraini resistono ancora ad Azovstal, negli impianti metallurgici considerati roccaforte della resistenza e che richiedono “ancora 3-4 giorni”. Il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha fatto una delle sue rare apparizioni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, leggendo davanti al suo capo supremo, il presidente Vladimir Putin, in un incontro al Cremlino, un rapporto dove si affermava che “le forze armate russe hanno preso tutte le misure per la conservazione della vita dei civili” a Mariupol. Durante l’incontro il ministro della Difesa Shoigu non indossava una divisa militare, ma un completo scuro come lo stesso Putin. L’incontro – trasmesso dalle tv di stato russe – pur affrontando la strategia militare di Mosca, parlava, indirettamente ma chiaramente, anche alle madri dei soldati russi e ha visto insistere più volte sia Putin che Shoigu sulla salvezza dei militari russi e sul loro eroismo, sulla necessità di “conservare la loro vita e la loro salute”.
Oltre che sulla “salvezza” delle vite dei civili ucraini e anche sulla necessità di reiterare la richiesta di resa, alle forze ucraine asserragliate all’interno degli impianti industriali di Azovstal, garantendone la vita (in caso di resa) secondo le “atti legislativi internazionali pertinenti”. Putin ha preso la parola dando l’ordine – durante l’incontro – di “annullare” l’assalto ad Azovstal perché “questo è il caso in cui noi dobbiamo pensare, anzi dobbiamo sempre pensare, ma tanto più in questo frangente alla conservazione della vita e della salute dei nostri soldati e ufficiali”, ha detto Putin. Durante l’incontro nessun riferimento al numero di vittime di guerra tra le fila russe, numeri che sinora non sono stati esplicitati da Mosca, mentre secondo la parte ucraina sarebbero 21 mila. “Non c’è bisogno di arrampicarsi in queste catacombe e strisciare sottoterra attraverso queste strutture industriali” ha dichiarato. “Bloccate questa zona industriale in modo che non voli una mosca attraverso” ha aggiunto.
“Considero inopportuno il proposto assalto alla zona industriale. Ordino che venga annullato”, ha detto Putin. Poi evitando la parola battaglia, Putin ha utilizzato il termine “lavoro di combattimento” per quella che per la parte russa è la “liberazione” di Mariupol, “un successo” secondo Putin. Infine ha chiesto al ministro della Difesa di congratularsi per lui con le truppe. “Sono tutti eroi” ha detto. “Certo, porre sotto controllo un centro così importante del sud come Mariupol è un successo. Congratulazioni” ha chiosato. Nel testo letto dal ministro della Difesa si evince che secondo la parte russa al momento dell’inizio dell’assedio a Mariupol, “dell’11 marzo, il numero totale delle forze armate ucraine e delle formazioni nazionaliste, nonché dei mercenari stranieri era di oltre 8.100 persone. Durante la liberazione della città ne sono stati annientati più di 4.000, 1.478 si sono arresi, il restante gruppo – più di duemila – è bloccato nella zona industriale dello stabilimento Azovstal”. Secondo Shoigu “ci vogliono circa tre o quattro giorni per completare questo lavoro ad Azovstal”, ovvero la presa dell’impianto industriale da parte delle truppe russe.