E’ scontro tra Fratelli d’Italia e Lega sulla ricandidatura di Nello Musumeci in vista delle Regionali d’autunno. Dal vertice di Arcore, Giorgia Meloni, ha incassato un assordante silenzio sul sostegno del centrodestra all’attuale governatore della Sicilia per un ritorno a Palazzo d’Orlèans. Un vertice che si aspettava da circa quattro mesi, dal dopo la rielezione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e che, dopo una serie di rinvii, ieri ha prodotto una fumata nera. Ad annunciare pubblicamente il sostegno a Musumeci era stata la stessa Meloni a Roma, lo scorso 1 febbraio, nel corso dell’incontro tra la leader di FdI e lo stesso governatore della Sicilia. Quel giorno, in sostanza, è stato ufficializzato il matrimonio tra Fratelli d’Italia e Diventerà Bellissima. Da allora a oggi, la Meloni è l’unica del centrodestra ad aver ufficializzato il sostegno a Musumeci. “Se in Sicilia dovesse saltare il principio della ricandidatura degli uscenti – da mesi continua a ripetere la presidente di FdI – non si vede perché dovrebbe essere mantenuto altrove”. Il quasi chiaro riferimento, per esempio, e alla ricandidatura in Lombardia, dell’attuale governatore leghista, Attilio Fontana, ritornata con forza in questi ultimi giorni.
“Un governatore (Musumeci, ndr) capace non si manda a casa per fare dispetto a qualcuno” aveva puntellato la Meloni dal palco milanese della conferenza programmatica di Fratelli d’Italia. Nello stesso evento, il governatore della Sicilia “consegnava” nella mani della leader di FdI il suo movimento: “Cara Giorgia, le nostre energie si offrono a te per dotare il Paese di una grande forza conservatrice moderna, senza rinnegare da dove veniamo“. Lega e Forza Italia continuavano a fare orecchie da mercante, su Musumeci. Scenario che in un primo momento aveva spaccato la coalizione a Palermo sul candidato sindaco in vista delle Amministrative del 12 giugno. Ma poi, per non far esplodere anche a livello nazionale il centrodestra, è stato tolta dall’ordine del giorno la ricandidatura dell’attuale governatore della Sicilia, per poter arrivare al sostegno unitario su Roberto Lagalla, candidato a sindaco di Palermo di tutta la coalizione. Si era pensato, quindi, di rimandare il ”dossier” Sicilia al vertice Berlusconi-Salvini-Meloni. Ma, come detto, ieri, fumata nera. Per meglio capire la tensione che regna tra Lega e Fratelli d’Italia, basti pensare che tra i due partiti, finito il vertice di Arcore, s’è acceso uno scontro a colpi di comunicati stampa.
Apre le danze una nota del partito della Meloni, evidenziando che sull’unità della coalizione ancora c’è da lavorare. “A partire dalla non ancora ufficializzata ricandidatura del presidente uscente Nello Musumeci in Sicilia – recita il comunicato – su cui la personale dichiarata disponibilità di Silvio Berlusconi si è fermata di fronte alla richiesta di Matteo Salvini di ritardare l’annuncio del candidato”. Alla nota di FdI replica, sempre con un comunicato, il coordinatore siciliano della Lega-Prima l’Italia Nino Minardo: “La Lega sulla Sicilia – si legge nella nota – non ritarda nulla, anzi a Palermo per prima ha ritirato il suo ottimo candidato sindaco pur di avere una squadra unita. I dubbi su Musumeci non sono di Salvini o della Lega, ma semmai della netta maggioranza dei siciliani stando ad esempio all’ultimo sondaggio pubblico di Swg, che lo vede purtroppo terz’ultimo per gradimento in tutta Italia”. Insomma, per ora resta lo stallo. Malgrado le telefonate e gli sforzi dei tanti pontieri, ancora non torna il sereno in una coalizione segnata da un profondo gelo, non solo politico ma anche interpersonale, proprio tra Giorgia e Matteo.