L’Europarlamento rompe il tabù: l’unanimità va in soffitta

L’Europarlamento rompe il tabù: l’unanimità va in soffitta
9 giugno 2022

Con una risoluzione approvata oggi a Strasburgo con 355 voti favorevoli, 154 contrari e 48 astensioni, la plenaria del Parlamento europeo ha sottoposto al Consiglio Ue una proposta di modifica dei Trattati dell’Unione per accrescerne le competenze in diversi settori (salute, energia, politiche sociali ed economiche), ottenere il conferimento del potere di iniziativa legislativa, rafforzare la procedura di protezione dei valori fondamentali dell’Ue nei confronti degli Stati membri che rischiano di violarli. In più, l’Assemblea propone due modifiche di articoli specifici del Trattato sull’Unione europea, al fine di consentire che le decisioni sulle sanzioni economiche verso paesi terzi siano adottate a maggioranza qualificata e non più all’unanimità in Consiglio, e che si abbandoni l’unanimità anche per l’attivazione delle cosiddette “clausole passerella”.

La richiesta è che queste clausole, che permettono di passare al regime della maggioranza qualificata in tutti i settori (tranne la Difesa) in cui il Trattato prevede che le decisioni siano unanimi, possano essere adottate a maggioranza qualificata rafforzata (72% degli Stati membri rappresentanti almeno il 65% della popolazione Ue). Il Parlamento europeo invita quindi il Consiglio Ue a sottoporre le proposte direttamente al Consiglio europeo dei capi di Stato e di governo, al fine di convocare una Convenzione per la riapertura dei due Trattati dell’Unione. La risoluzione, che fa seguito alle richieste della Conferenza dei cittadini sul Futuro dell’Europa, mette fine formalmente al tabù che dal 2009 impediva nuove iniziative per la modifica dei Trattati. Alcuni capi di Stato e di governo, tra cui il francese Emmanuel Macron e il premier italiano Mario Draghi, e la presidente della Commissione Ursula von der Leyen avevano prospettato il mese scorso un’apertura in questo senso, ma 13 Stati membri (Bulgaria, Repubblica Ceca, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Lituania, Lettonia, Malta, Polonia, Romania, Svezia e Slovenia) hanno già dichiarato di considerare “prematura” qualunque modifica degli stessi Trattati.

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Il rafforzamento delle competenze dell’Ue chiesto dalla plenaria di Strasburgo riguarda in particolare i settori della salute e delle minacce sanitarie transfrontaliere, il completamento dell’unione energetica basata sull’efficienza e sulle energie rinnovabili, la difesa e le politiche sociali ed economiche. Il Parlamento europeo chiede di “garantire la piena attuazione del Pilastro europeo dei diritti sociali e incorporare il progresso sociale nell’articolo 9 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione, collegato a un Protocollo sul progresso sociale nei Trattati”. Gli eurodeputati sollecitano anche iniziative volte a “sostenere il rafforzamento della competitività e della resilienza dell’economia dell’Ue, prestando un’attenzione particolare alle piccole e medie imprese e ai controlli di competitività”, e a “promuovere investimenti proiettati sulla transizione giusta, verde e digitale”. La risoluzione chiede inoltre di riconoscere al Parlamento europeo “il diritto di avviare, modificare o revocare la legislazione, nonché i pieni diritti di colegislatore sul bilancio Ue”, mettendo così fine al monopolio dell’iniziativa legislativa oggi detenuto dalla Commissione europea.

Gli eurodeputati, infine, propongono di “rafforzare la procedura di tutela dei valori su cui si fonda l’Ue” e di chiarire la definizione e le conseguenze delle violazioni di questi valori, secondo quanto previsto dall’articolo 7 del Trattato sull’Unione e dalla Carta dei diritti fondamentali. Spetterà ora ai capi di Stato e di governo dei Ventisette decidere se convocare una Convenzione per la modifica dei Trattati, a maggioranza semplice, possibilmente al prossimo Consiglio europeo del 23-24 giugno, per garantire che sia dato un seguito efficace alle aspettative e ai risultati della Conferenza sul Futuro dell’Europa. La Convenzione dovrebbe essere composta da rappresentanti dei capi di Stato e di governo, del Parlamento europeo, dei parlamenti nazionali e della Commissione europea. In previsione della Convenzione, la commissione per gli Affari costituzionali del Parlamento europeo continuerà a lavorare sulle modifiche ai Trattati richieste.

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