“Mi sento un po’ come Al Pacino in Ogni maledetta domenica, dove il coach dice ai suoi che ce la possono fare. Noi stiamo dicendo agli italiani che l’Italia ce la può fare, che la squadra ce la può fare, ogni centimetro è importante siamo il governo che ha fatto meno leggi e più riforme. Matteo Renzi durante la conferenza stampa di fine anno tratta i temi più importanti della politica italiana. Affronta gli argomenti con facilità passando dai giochi da tavolo ai monologhi hollywwodiani. Cita le serie “House of cards” e “Newsroom”. Racconta di quanto sia vicino al mondo dell’informazione.
La rivoluzione copernicana. Inizia il suo discorso parlando del cambio di passo nel sistema nostrano. Paragona il nuovo corso alla rivoluzione copernicana. “E’ cambiato il ritmo della politica. Il percorso del cambiamento sta producendo risultati concreti. A me interessa però cambiare l’umore degli italiani”. Sostiene che il percorso di cambiamento è partito e sta producendo risultati concreti. “Ma a me non basta: voglio cambiare l’umore degli italiani assuefatti alla sfiducia, alla paura”. Per il premier l’Italia ce la farà, “sono molto più convinto di un anno fa, l’Italia è un paese vivo, rimesso in moto, noi nel 2015 la faremo correre: è questa la vera sfida. Quest’anno abbiamo girato come trottole, siamo andati a Termini Imerese, Gela, Taranto, siamo andati nei luoghi della crisi e sono sicuro che l’Italia ha tutto per farcela”. Ma servono rifrome. Le riforme strutturali le ha chiare in testa. Il punto centrale, però, è che le riforme strutturali da sole non bastano. C’è bisogno di un paradigma nel panorama europeo. Gli Usa fa un +5 per cento di PIl, un risultato eccezionale”.
Il presidente della Repubblica. Il premier scherza con i giornalisti. “La legislatura durerà fino nel 2018 e ci sono i numeri per eleggere il presidente della Repubblica”. Renzi risponde alle domande sul successore di Giorgio Napolitano. “Il successore spero avrà l’affetto degli italiani. Al momento opportuno sono certo che il nostro èaese individuerà il giusto nome. “Io non partecipo al gioco “indovina chi”.
Il Jobs Act. “Non abbiamo fatto in tempo ad approvare la parte sul privato che subito sono iniziate le polemiche, “eh, ma l’impiego pubblico? Non annullare quanto è stato fatto sul Jobs Act con queste polemiche qua. La riforma del Pubblico Impiego sta dentro il pacchetto Madia”. Punire chi non lavora anche nel pubblico, questo è l’obiettivo. “Il jobs act non si occupa di disciplinare i rapporti nel pubblico impiego perché c’è già in parlamento lo strumento normativo che deve disciplinare i rapporti del pubblico impiego. Inserire nel jobs act una norma in base alla quale doveva riguardare anche il pubblico impiego sarebbe stato non corretto. Insensato”. Renzi aggiunge: “Io sono uno di quelli che crede che vada cambiato il sistema del pubblico impiego ma non per applicare esattamente il sistema del privato. Ad esempio se noi abbiamo deciso di non mettere lo scarso rendimento nel privato, questo non vuol dire che non lo si possa mettere nel pubblico impiego. E visto che si entra per concorso, si può immaginare che i giudici abbiano un ruolo maggiore. Io sono per un sistema per cui nel pubblico impiego chi sbaglia paga”. Devono esserci le condizioni per mandare a casa i fannulloni. Chi lavora bene va premiato di più e chi non lavora bene deve essere punito.
Il caso Marò. “Ultimamente l’India come paese amico ha aperto un canale che noi abbiamo apprezzato”. E’ utile mantenere il tono dei canali legittimi giudiziari e diplomatici senza inutili show e iniziative incredibili, sottolinea il presidente del Consiglio. “Serve un po’ di buon senso e di rispetto” in questa vicenda, “noi ci stiamo occupando di questa vicenda dal 22 febbraio, faremo il nostro meglio, speriamo di poter portare a casa il risultato in una logica di collaborazione con l’India”.