Lavoro, nel turismo introvabili per Ferragosto 22mila stagionali

Lavoro, nel turismo introvabili per Ferragosto 22mila stagionali
11 agosto 2022

L’estate dei record include la voce “stagionali” nella categoria dei lavoratori introvabili. Continuano le difficoltà degli imprenditori del comparto turistico e ristorativo nel reperire i lavoratori in numero utile per affrontare la maggiore domanda legata all’estate e al suo picco di Ferragosto. A fronte di una richiesta di quasi 50mila lavoratori stagionali, il 46% risulta introvabile (circa 22mila). Lo riferiscono i consulenti del lavoro. Ma non è l`unica criticità. Il datore di lavoro che riuscisse nell`impresa di reperire cuochi e camerieri, si troverebbe alle prese, in fase di assunzione, con una corposa informativa da compilare e trasmettere al lavoratore, come prevede il decreto trasparenza che recepisce la direttiva comunitaria che produrrà i suoi effetti proprio alla vigilia di Ferragosto.

Il fenomeno della carenza di profili costituisce una tendenza che caratterizzerà il mercato del lavoro nei prossimi sei mesi e che rischia di far mancare all’appello un milione e 350mila lavoratori entro il 2026, a fronte di una domanda di 4,3 milioni di posti da occupare. La carenza di cuochi, camerieri e addetti agli stabilimenti balneari (ad agosto la percentuale è del 32%) rappresenta una fetta importante di un fenomeno diffuso, tuttavia, anche tra gli altri profili (operai specializzati in edilizia, conduttori di mezzi di trasporti, tecnici dell`ingegneria) e che risulta molto complesso e difficile da incasellare per i molteplici fattori che lo determinano.

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Primo tra tutti quello demografico: tra il 2018 e il 2021, la popolazione in età da lavoro (15-64 anni) si è ridotta di misura, con una perdita di 636mila residenti, di cui 262mila con meno di 35 anni (-2,1%). A questo si è inoltre aggiunta una ricomposizione interna di tale fetta di popolazione; è diminuita la componente attiva di chi ha un lavoro e lo cerca (-831mila per un decremento del 3,3%) ed è invece aumentato il numero di quanti non lo cercano o sono scoraggiati a farlo (+194mila per un incremento dell`1,5%). Un dato importante che certifica un fenomeno più generale di allontanamento dal lavoro che ha diverse cause, tra cui il rifiuto di lavori a bassa remunerazione, l`aumento del numero dei percettori di sussidi pubblici come il reddito di cittadinanza durante la pandemia o, più semplicemente, un cambiamento delle priorità di vita che ha portato le persone a privilegiare il benessere individuale.

“Il mancato o scarso funzionamento dei meccanismi di matching – dichiara Rosario De Luca, presidente della fondazione studi consulenti del lavoro – non è un fattore ininfluente, ma anzi, rischia di rendere ancora più difficile l`individuazione e il reclutamento dei profili. C`è l`esigenza di intervenire in tempi rapidi sulle tante variabili del mercato del lavoro perché il rischio che di qui ai prossimi quattro anni, la situazione possa diventare più critica, non è lontano dalla realtà”.

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