In Svizzera scatta paura della crisi, è caccia ai generatori corrente

In Svizzera scatta paura della crisi, è caccia ai generatori corrente
3 settembre 2022

Non abbastanza corrente e gas per affrontare l’inverno a causa della crisi energetica innescata dall’invasione russa dell’Ucraina? Difficile dirlo. Anche se il Governo di Berna punta sul risparmio volontario e rinuncia per ora a restrizioni e a divieti in Svizzera è caccia ai generatori di corrente. “In luglio abbiamo venduto nove volte più Power Station e quattro volte più generatori che nello stesso mese l’anno precedente”, dice Alex Hämmerli, portavoce del grossista online Digitec Galaxus, secondo quanto riportato da Swiss Info, il portale della radiotelevisione pubblica. Non è solo il leader svizzero della vendita al dettaglio online a notarlo. Anche la concorrenza, grande e piccola, constata un accresciuto interesse per i sistemi di alimentazione energetica di emergenza.

La preparazione ai momenti di crisi è una tradizione in Svizzera. Ci sono più posti nei bunker antiatomici che abitanti e il test di funzionamento annuale delle sirene di emergenza è spesso una sorpresa per chi si trova per caso nella Confederazione il primo mercoledì di febbraio. Lo slogan “Scorte d’emergenza – per ogni evenienza”, usato per sensibilizzare la popolazione, è stato introdotto 50 fa. Non sorprende dunque la corsa alle power station e ai generatori di corrente elettrica. Werner Luginbühl, presidente della Commissione svizzera dell’energia elettrica ElCom, potrebbe essere definito come l’alto responsabile per l’elettricità nel Paese. All’inizio di agosto, in un’intervista alla NZZ am Sonntag, ha raccomandato di fare scorta di candele e legna da ardere in vista dell’inverno.

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Le candele sono già sulla lista ufficiale delle scorte di emergenza che ogni economia domestica dovrebbe possedere, così come le batterie. Non lo sono, invece, i generatori di corrente e i gruppi elettrogeni. “Non ci sono raccomandazioni per l’acquisto di gruppi elettrogeni d’emergenza”, indica l’Ufficio federale della protezione della popolazione. A essere ricercati in Svizzera non sono solo i dispositivi più economici (da qualche centinaio fino a qualche migliaio di franchi). La clientela più facoltosa richiede attualmente anche sistemi professionali di alimentazione elettrica di emergenza. Stando alla Radiotelevisione svizzera di lingua tedesca SRF, il noleggio semestrale di un simile sistema per fornire corrente elettrica a una villa costa attorno ai 100’000 franchi.

In ogni caso, gli apparecchi al momento acquistabili non permetterebbero di superare una panne di corrente di diverse settimane. Sono soprattutto le Power Station – grandi batterie che, generalmente, si ricaricano collegandole a una presa elettrica – che Digitec Galaxus ha venduto in massa in luglio, tre volte più power station che generatori di corrente. Ma una power station permetterebbe di fornire l’elettricità necessaria a un’economia domestica solo per un brevissimo periodo. I gruppi elettrogeni invece, funzionano a benzina e gasolio e fanno sorgere questioni legate al pericolo di incendi. In Svizzera è proibito immagazzinare più di 25 litri di carburante in una cantina e più di 100 in un armadio di sicurezza. I gruppi elettrogeni consumano tra gli 1 e i 3 litri di carburante all’ora. Anche in questo caso, quindi, l’autonomia è limitata.

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