A Milano la prima uscita di Meloni: misure su energia pronte per autunno
“L’Italia deve partire dai suoi interessi nazionali, per poi trovare soluzioni comuni” VIDEO
Sceglie Milano e la Coldiretti, Giorgia Meloni, per la sua prima uscita pubblica dopo la vittoria alle elezioni del 25 settembre. In precedenza aveva incontrato la stampa solo all’indomani del voto: da lì in poi le prese di posizione sono state affidate esclusivamente a note scritte o a dichiarazioni sui social. Stavolta invece la presidente di Fratelli d’Italia parla a lungo dal palco allestito nel Castello Sforzesco di Milano e non si sottrae alle domande dei giornalisti, sia all’arrivo al villaggio Coldiretti che durante la passeggiata tra gli stand. E lo fa prima per descrivere come “utile e cordiale” l’incontro appena avuto con Silvio Berlusconi, e poi per annunciare che il futuro governo – ovviamente “se saremo chiamati” – interverrà con una misura nazionale per contrastare il caro energia, in aggiunta alla eventuale soluzione europea che dovesse arrivare nei prossimi giorni.
Al Castello Sforzesco Meloni arriva in ritardo di quasi un’ora rispetto all’orario fissato (le 12), accompagnata da Francesco Lollobrigida e dai “milanesi” Ignazio La Russa e Daniela Santanchè. È la stessa presidente di FdI a confermare subito i sospetti dei cronisti: “Ho già visto Berlusconi. È stato un incontro molto cordiale e costruttivo. Sono ottimista”. Poi sale sul palco della Coldiretti, spiega di aver scelto di limitare le sue uscite pubbliche per “concentrare” l’attenzione sulle prime misure da prendere: “Se saremo chiamati, come vedremo… se dovessimo essere chiamati a governare questo Paese, noi abbiamo in mente di dare risposte efficaci e immediate alle emergenze del Paese. E queste risposte vanno preparate”.
Una priorità che è chiara: bisogna “fermare la speculazione” sul costo dell’energia. Per farlo “serve una soluzione europea” e “confido che ci saranno i margini” per trovarla. Ma questa soluzione “avrà impatto tra qualche mese”. E dunque serve “intervenire su questo autunno”, “capire come affrontare i prossimi tre mesi”. Questa “è responsabilità prioritaria del futuro governo e su questo siamo impegnati a lavorare”. In Europa, invece, si dovrà “cambiare la postura”, perché – è il ragionamento di Meloni – “leggendo i giornali di oggi, si capisce che quando dicevamo che l’Italia doveva partire in Europa dalla difesa del proprio interesse nazionale non eravamo autarchici, ma lucidi. L’Italia deve partire dai suoi interessi nazionali, per poi trovare soluzioni comuni, come fanno gli altri”. Un riferimento chiaro alle posizioni assunte dalla Germania sul gas.
E poi bisogna lavorare a “una strategia industriale” per l’Italia, “manca da troppo tempo”; si dovrà ritrovare “il controllo delle catene di approvvigionamento altrimenti sei in balia degli eventi”, con “le autocrazie che hanno guadagnato campo”. Un ragionamento che riguarda – dice alla platea interessata della Coldiretti – anche l’agroalimentare. E assicura che “non intendiamo fare da soli, ascolteremo i corpi intermedi, chi le materie le vive ogni giorno”. Poi toccherà a Meloni ascoltare l’intervento del presidente di Coldiretti Ettore Prandini: annuisce convintamente sul cibo come patrimonio, batte le mani sull’attacco al cibo sintetico, resta ferma quando Prandini addita il commissario europeo Timmermans come “nemico” degli agricoltori italiani.
Terminato lo spazio “ufficiale”, Meloni affronta il primo bagno di folla dopo le elezioni. Selfie in quantità, diretta al banchetto dove firma la petizione Coldiretti contro il cibo sintetico. Meglio una mozzarella, che la presidente di FdI assaggia allo stand. E poi ancora qualche risposta ai giornalisti, su energia e Berlusconi: “Siamo d’accordo sulle prime cose da fare”. Un sostenitore le urla un avvertimento: “Attenta a Salvini, farà cadere il governo”. I giornalisti rilanciano la domanda, “Salvini farà cadere il governo?”. Ma Meloni sorride: “Ma va…”.