Aiuti ‘quater’, pensioni e fisco tra i primi dossier della Meloni

Aiuti ‘quater’, pensioni e fisco tra i primi dossier della Meloni
21 ottobre 2022

Sarà quello economico il dossier più urgente che il nuovo governo troverà sul tavolo una volta ottenuto l’incarico con il rallentamento del Pil e l’inflazione che stanno sempre più restringendo i margini di manovra. Servirà subito un decreto aiuti ‘quater’ e un accordo in maggioranza su fisco e pensioni mentre sullo sfondo resta da chiudere il lavoro sui 55 obiettivi del Pnrr di dicembre che consentiranno di sbloccare la terza tranche da 19 miliardi di euro. Nel primo Consiglio dei ministri del nuovo esecutivo dovrebbe quindi arrivare una sorta di dl aiuti ‘quater’ per consentire di chiudere le partite ancora aperte del 2022 e rinviare alla manovra gli interventi più sostanziali. Tra queste la proroga fino a fine anni delle misure contro il caro bollette, per circa 4 miliardi, e forse anche la proroga del bonus da 150 euro. Per finanziare i primi interventi il governo potrà attingere al tesoretto di 10 miliardi di euro di minor deficit lasciato da precedente governo che dovrà però essere sbloccato con un voto del Parlamento.

Contemporaneamente andrà avviato l’iter di conversione del decreto aiuti ter che dovrebbe essere lo strumento che il nuovo governo utilizzerà per chiudere alcuni temi urgenti, come la proroga dello sconto sui carburanti, portata al 18 novembre da un decreto “a perdere” varato dall’esecutivo Draghi. L’agenda prevede anche l’integrazione e l’aggiornamento del Documento Programmatico di Bilancio, varato dal governo Draghi con il solo quadro a legislazione vigente. Nel testo aggiornato andranno indicate le principali misure della legge di bilancio il cui articolato dovrebbe essere chiuso a metà novembre insieme a quello del decreto fiscale. Per quella data le principali scelte di politica economica dovranno essere già delineate. Tra queste il nodo pensioni in vista della scadenza a fine anno di ‘quota 102’, Opzione donna e Ape sociale e del ritorno della Fornero.

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Le valutazioni sono già in corso. Con una spesa stimata di circa 5 miliardi si potrebbe introdurre una soglia contributiva di 41 anni a prescindere dall’età ma probabilmente si finirà per associarci anche un limite anagrafico per ridurne l’onere. Possibile anche che si opti per l’introduzione di un sistema di pensionamento anticipato per uomini a 60-62 anni con 35 di contributi e ricalcolo contributivo da affiancare ad un rinnovo strutturale di opzione donna con 58-59 anni di età. In tema pensioni il nuovo governo dovrà gestire poi l’impatto della fiammata inflazionistica sulla rivalutazione degli assegni che allo stato attuale rischia di presentare un conto dell’ordine degli 8 miliardi da gennaio. C’è poi tutto il capitolo fiscale da definire. In manovra dovranno trovare seguito almeno i primi interventi sui cavalli di battaglia della campagna elettorale come il taglio del cuneo e la flat tax per la quale la Lega chiede l’allargamento della soglia per il regime forfettario a 100mila euro mentre Fdi propone l’applicazione sui redditi incrementali.

Potrebbe arrivare una nuova forma di ‘pace fiscale’ con una rottamazione quater con mini sanzioni sui debiti, anche recenti, ed in cui potrebbe entrare anche lo stralcio delle cartelle fino a 1.000 euro. Da tenere presente che il 30 novembre è prevista la scadenza pagamento rate della rottamazione ter. Termine che potrebbe essere rivisto. In manovra potrebbero arrivare anche interventi sul reddito di cittadinanza, che difficilmente potrà essere ridimensionato in modo sostanziale, e sugli incentivi edilizi. Per il Superbonus è molto probabile una rivisitazione del contributo che scenderebbe dal 110% all’80%. L’agenda è piena e i tempi sono serrati ma i nodi da sciogliere sono molti e sono di carattere politico. I tempi per il varo della legge di bilancio, nonostante l’inedita tornata elettorale autunnale, teoricamente ci sono abbondantemente a patto che si chiuda presto l’accordo in maggioranza sulle principali misure. L’anno scorso la manovra fu presentata al Senato l’11 novembre 2021 e, dopo un lungo stallo legato principalmente al nodo Superbonus, le votazioni sugli emendamenti in commissione non iniziarono che il 21 dicembre per concludersi al termine di una seduta fiume. Il testo fu poi approvato dal Palazzo Madama il 24 dicembre 2021 e dalla Camera dei deputati, senza modifiche, il 30 dicembre 2021.

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