La Corea del Sud e gli Stati uniti nelle ultime ore hanno ribadito il loro allarme rispetto alla possibilità che la Corea del Nord sia pronta in qualsiasi momento a effettuare il suo settimo test nucleare, una prospettiva destinata a rendere ancor più acuta la tensione nella regione dell’Asia nord-orientale. “Noi valutiamo che (la Corea del Nord) abbia già completato i preparativi per effettuare il suo settimo test nucleare”, ha affermato davanti al Parlamento di Seoul, ribadendo un’affermazione che l’intelligence sudcoreana ripete da diversi mesi. Poche ore prima, anche il portavoce del Dipartimento di Stato Usa Ned Price, ha confermato la preoccupazione. “Noi riteniamo che la Repubblica democratica popolare di Corea (DPRK) stia preparando il suo sito nucleare di Punggye-ri per quello che sarebbe il suo settimo test”, ha detto in conferenza stampa, chiamando la Corea del Nord col suo nome ufficiale. “Ci stiamo preparando – ha continuato – per ogni eventualità in stretto coordinamento con i nostri partner e alleati in tutto il mondo”.
Tra i preparativi che Washington sta facendo, c’è anche quello di aggiustare – ha continuato Price – la sua “postura militare” per “rispondere in maniera approrpiata alla provocazione della DPRK e, se necessario, rafforzare la difesa e la deterrenza per proteggere i nostri alleati nella regione”. Per confrontarsi sulla minaccia nordcoreana con gli alleati, inoltre, è partita alla volta di Tokyo la vicesegretaria di Stato Wendy Sherman, che avrà incontri bilaterali e trilaterali con le controparti giapponese e sudcoreana. Il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa bianca John Kirby, dal canto suo, ha fatto capire che gli Usa hanno “aggiunto alcune capacità d’intelligence nella Penisola coreana, per avere una visione un po’ migliore” e questo ha confermato loro che “i nordcoreani potrebbero condurre il test nucleare in ogni momento”.
Pyongyang quest’anno ha incrementato fortemente i suoi test missilistici e, finora, nel 2022 ha lanciato in tutto 44 missili balistici, il numero più alto mai lanciato. In particolare, nelle ultime tre settimane ne ha tirati verso il mar del Giappone una dozzina, tra i quali un missile balistico intercontinentale che ha sorvolato una parte del Giappone, innescando l’allarme anti-missile anche nella capitale Tokyo. A osservare questi test – con missili lanciati da sottomarini o da treni e anche con missili ipersonici – gli esperti ritengono che il regime di Kim Jong Un abbia fatto notevoli progressi nella sua capacità balistica. Foreign Affairs oggi scrive che, per quanto riguarda il possibile test nucleare, questa volta i nordcoreani potrebbero sperimentare una bomba nucleare tattica.
Il ritorno di Kim ai test nucleari, fermi dal 2017, interrotti dal momentaneo disgelo con la Corea del Sud e con gli Usa, potrebbe innescare una corsa agli armamenti in Asia orientale. Perché anche a Seoul si dibatte della possibilità di ritornare all’ipotesi di dotarsi di una propria capacità nucleare e questo potrebbe spingere la Cina a rafforzare ulteriormente il proprio arsenale e il Giappone a mettere in discussione la scelta anti-nucleare bellico, che per Tokyo finora è stata un tabù vista la drammatica esperienza dei bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki. Questo anche perché Kim ha parlato esplicitamente in tempi recenti della possibilità di attacchi preventivi da parte nordcoreana.
Parlando all’inizio di settembre, il capo supremo nordcoreano ha detto che Pyongyang potrebbe lanciare un attacco nucleare preventivo se fosse imminente un attacco nucleare contro la Corea del Nord; un attacco convenzionale contro la leadership del paese, contro il comando della forza nucleare p contro cruciali obiettivi di stato; se la leadership dovesse ritenere che un attacco preventivo nucleare possa prevenire l’espansione di un a guerra convenzionale. In quell’occasione, inoltre, Kim ha introdotto una normativa che sancisce lo status della Corea del Nord come nazione armata con ordigni nucleari e ha detto che questo dato di fatto è ormai immutabile. Quindi, ogni trattativa, dovrà partire da questo dato e non ci saranno più colloqui sulla denuclearizzazione.