Il Consiglio Energia dell’Ue svoltosi oggi a Lussemburgo non ha impresso quella svolta operativa che si sperava potesse finalmente arrivare, nella risposta europea all’emergenza dei rincari dei prezzi energetici, dopo il mandato chiaro che era stato dato ai ministri e alla Commissione dai capi di Stato e di governo al loro vertice di Bruxelles del 20 e 21 ottobre. L’adozione delle “misure concrete” chieste dai leader è rimandata ancora una volta di un mese, a un nuovo Consiglio straordinario Energia convocato dalla presidenza ceca di turno per il 24 novembre. E non è affatto detto che ci saranno sul tavolo, anche in quell’occasione, le proposte formali della Commissione per le due misure più controverse, e più sostenute finora dall’Italia. Le due misure, sottoposte a una tattica temporeggiatrice da parte della Commissione, che evidentemente non ha intenzione di proporle formalmente senza il via libera del governo tedesco, sono il “corridoio dinamico”, ovvero una banda di oscillazione fra un minimo e un massimo da imporre al prezzo importato per il mercato europeo all’ingrosso (ultima versione, più flessibile ed elaborata della proposta di tetto al prezzo, o “price cap”), e un nuovo strumento finanziario comune (una “capacità di spesa europea”, come l’ha definita l’ex premier italiano Mario Draghi) per misure di sostegno contro i rincari energetici per famiglie e imprese vulnerabili.
Uno strumento, quest’ultimo, da applicare in tutto il mercato unico, e non solo negli Stati membri meno indebitati che hanno il margine di bilancio (come la Germania) per finanziare queste misure a livello nazionale. La Commissione, insomma, non ha presentato oggi ai ministri alcun ulteriore dettaglio sul “corridoio di prezzo” del mercato europeo all’ingrosso del gas, oggi sottoposto all’indice di riferimento Ttf della Borsa di Amsterdam, nonostante questa fosse una delle “decisioni concrete” chieste dal Consiglio europeo. L’indice Ttf si presta alle speculazioni e alle manipolazioni di mercato orchestrate dalla Russia perché, come ormai tutti riconoscono (anche i paesi contrari al “price cap”) che è inadeguato a rappresentare il vero ruolo del gas naturale liquefatto (Gnl) che sta sostituendo sempre di più le importazioni dai gasdotti russi. E siccome il “corridoio”, applicato al Ttf, dovrebbe essere solo temporaneo, in attesa dell’instaurazione, entro la fine di marzo, di un nuovo indice di riferimento del mercato del gas – “complementare” ma più preciso e corretto -, sorge il sospetto che la vera strategia della Commissione, della Germania e dell’Olanda sia quella di ritardare l’attuazione di questa indesiderata misura, fino a renderla inutile.
Quanto allo strumento finanziario comune, oggi non sembra sia stato neanche menzionato nella discussione del Consiglio Energia. Come aveva chiesto il Consiglio europeo, la Commissione ha invece inviato ai ministri, poche ore prima della riunione, un ennesimo “non paper” (cioè un documento che non costituisce una proposta formale), con una valutazione approfondita dell’ipotesi di allargare a tutto il mercato Ue la cosiddetta “eccezione iberica”, ovvero la fissazione di un tetto al prezzo del gas impiegato per la produzione di elettricità. Si tratta, in sostanza, di un “prezzo amministrato”, in cui gli Stati pagano la differenza fra il prezzo reale all’importazione e quello “calmierato” a partire da una certa soglia, pagato dai produttori di elettricità. Il “non paper” individua con un’analsi costi-benefici i problemi che presenterebbe questa soluzione, e in particolare il rischio che alcuni paesi terzi confinanti con l’Ue possano acquistare il gas così sussidiato dagli Stati membri, senza aver partecipato ai costi del meccanismo. La Commissione presenta una serie di opzioni per ovviare a questo problema, ma avvertendo che non sono soluzioni facili, in particolare per quanto riguarda il Regno Unito, che ha un trattato con l’Ue riguardo alla partecipazione al mercato dell’energia. Starà comunque agli Stati membri indicare alla Commissione le opzioni che preferiscono, prima di arrivare (eventualmente) a una proposta formale.
Il solo punto su cui sembrano esserci davvero progressi è quello del nuovo meccanismo per gli acquisti congiunti di gas sul mercato da parte degli Stati membri e delle loro aziende energetiche, in vista del riempimento dei depositi di stoccaggio per l’inverno 2023-24. Su questo, la Commissione ha presentato ai ministri la sua proposta di regolamento del Consiglio Ue relativo al rafforzamento della solidarietà attraverso un “migliore coordinamento degli acquisti di gas, scambi transfrontalieri di gas e parametri di riferimento affidabili per i prezzi”, che aveva già messo sul tavolo una settimana fa, con il “pacchetto” del 18 ottobre. Nel pacchetto, la Commissione aveva presentato anche una “comunicazione” che conteneva a grandi linee le indicazioni sulle altre misure. “Dopo l’approvazione e gli ‘orientamenti politici’ del Consiglio europeo del 20 e 21 ottobre, abbiamo ora avuto una discussione più dettagliata con i ministri su come andare avanti” sul pacchetto, ha riferito oggi la commissaria all’Energia, Kadri Simson, durante la conferenza stampa al termine del Consiglio Energia. “Il pacchetto – ha detto la commissaria – contiene una serie di elementi importanti su cui lavoreremo insieme, per essere pronti per l’adozione al prossimo Consiglio straordinario dell’Energia”, del 24 novembre. “In primo luogo – ha continuato Simson -, trasformare in realtà l’acquisto congiunto di gas. C’è stato un forte sostegno per questa idea tra i ministri e un vivo interesse per i dettagli organizzativi. È chiaro che unire le nostre forze sul mercato globale va a nostro vantaggio. Se sul modello in due fasi proposto vi sarà sarà accordo al Consiglio energia di novembre, saremo pronti ad acquistare congiuntamente il gas per riempire gli stoccaggi dopo questa stagione di riscaldamento”.
“Questo processo – ha indicato – coprirà almeno 13,5 miliardi di metri cubi di gas, sufficienti per essere appetibili per i fornitori e significativi per il mercato. Parallelamente, continueremo i negoziati con i nostri partner per garantire le forniture necessarie per questo inverno e oltre. Sarò in Norvegia dopo domani – ha annunciato la commissaria – per un dialogo ad alto livello sull’energia”. In secondo luogo – ha aggiunto -, affrontare gli alti prezzi del gas. Con la nostra proposta chiediamo all’Acer (l’Agenzia Ue per la cooperazione dei regolatori nazionali dell’energia, ndr) di sviluppare entro il 31 marzo un nuovo indicatore complementare di riferimento (“benchmark”, ndr) per il gas comunitario, che rifletta adeguatamente l’attuale situazione di mercato. Vi è un ampio consenso – ha rilevato Simson – sul fatto che questo sia un passo utile da intraprendere per aumentare la trasparenza e la prevedibilità dei prezzi”. “Siccome il nuovo ‘benchmark’ sarà pronto entro la prossima stagione di riempimento, abbiamo anche proposto – ha spiegato la commissaria – di stabilire un tetto dinamico al prezzo sul Ttf che possa essere utilizzato immediatamente, per far fronte ai prezzi del gas eccessivamente elevati. Sulla base della discussione costruttiva odierna, la Commissione lavorerà rapidamente ai dettagli della proposta”.
Ma, ha avvertito, “mentre sviluppiamo questo strumento a breve termine, dobbiamo garantire la sicurezza dell’approvvigionamento ed evitare un aumento del consumo di gas”. Oltre a queste due misure, “la Commissione ha incaricato l’Esma (l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati, ndr) di sviluppare degli ‘interruttori’ per la negoziazione infragiornaliera di derivati”, ha aggiunto Simson. “Il terzo pilastro del pacchetto è quello del rafforzamento della solidarietà tra gli Stati membri in caso di grave crisi dell’approvvigionamento nel prossimo inverno. La nostra proposta – ha indicato la commissaria – include regole che si applicheranno ‘di default’ in caso di assenza di un accordo bilaterale di solidarietà” fra Stati membri confinanti. Proporremo anche un meccanismo per l’allocazione del gas tra gli Stati membri per i quali è stata dichiarata l’emergenza”. Le conclusioni del Consiglio europeo invitavano, infine, “a una rapida semplificazione delle procedure di autorizzazione per le energie rinnovabili e le reti” per la loro trasmissione, “anche attraverso misure di emergenza . Già a maggio la Commissione ha proposto delle misure per snellire e accelerare l’iter autorizzativo. Invito perciò il Consiglio Ue e il Parlamento europeo a preparare la loro posizione entro l’inizio di novembre”, ha concluso Simson.