Il mondo è vicino a un disastro irreversibile sul clima, lo dice l’Onu, mentre le grandi compagnie del petrolio annunciano ricavi record Eni segna un +161% sui ricavi del trimestre, Shell e TotalEnergies hanno annunciato profitti raddoppiati. Merito della crisi ucraina e della ripresa post Covid, ma intanto le emissioni nocive per il pianeta Terra non frenano quanto dovrebbero. “Il mondo non può permettersi altre finte promesse ecologiste” ha detto il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres presentando l’ultimo rapporto dell’agenzia sul clima delle Nazioni Unite. “Gli impegni per le emissioni zero valgono zero senza i programmi e i finanziamenti per farli rispettare”. Il rapporto dell’agenzia Onu è solo uno di tre studi sul tema usciti negli ultimi giorni, e stima che la temperatura del pianeta aumenterà di 2,5 gradi entro la fine del secolo. Ma secondo gli impegni sottoscritti con l’accordo di Parigi del 2015, i paesi firmatari avrebbero dovuto contenere l’aumento ben al di sotto dei due gradi.
Fra meno di due settimane in Egitto si terrà la Cop27, la 27esima conferenza sul clima, ma il rapporto segnala che dopo la Cop26, solo 26 paesi su 193 hanno aggiornato i loro impegni come promesso. A protestare ci sono tanti attivisti ecologisti come questi a Parigi, mentre la leader dei Fridays for Future Greta Thunberg ha appena pubblicato “The Climate Book”, con i pareri di un centinaio di esperti per evitare la catastrofe. E protestano anche gli scienziati, come quelli che si sono incollati a terra bloccando la circolazione nel centro di Monaco di Baviera. Ricercatori americani, spagnoli, tedeschi, francesi usciti dai laboratori e portati via dalla polizia. Come Laure Anne Gateaux, specializzata in ecologia tropicale. “Oggi contiamo solo le morti” dice “Alberi morti, inondazioni, siccità. Sappiamo cosa sta succedendo, dobbiamo fermarci prima che la Terra crolli”.