La Commissione europea ha presentato oggi a Strasburgo la sua proposta formale per un “meccanismo di correzione” del mercato del gas, in risposta al mandato per un “tetto al prezzo dinamico” che era stato dato all’Esecutivo comunitario dal Consiglio europeo del 20 e 21 ottobre, e secondo quanto prevede già (agli articoli 23 e 24, ma senza entrare nei dettagli), la proposta di regolamento del Consiglio che la stessa Commissione ha presentato il 18 ottobre. L’obiettivo dichiarato è quello di limitare gli episodi di prezzi eccessivi del gas naturale non correlati ai prezzi di altre borse del gas, in particolare sul mercato del Gnl, il gas naturale liquefatto, e si applicherà al prezzo dei derivati nella borsa europea Ttf di Amsterdam, che determinano poi i prezzi delle transazioni al dettaglio del gas. L’attivazione del meccanismo consisterà sostanzialmente in un divieto di eseguire gli ordini di derivati a un mese, nella borsa Ttf, al di sopra del tetto stabilito.
In vigore da gennaio 2023
Il meccanismo, che sarà predisposto a partire del primo gennaio 2023, è d’emergenza e temporaneo, e resterà attivabile, se necessario, solo per un anno, e solo quando si verifichino una serie di precise condizioni sul mercato. Innanzitutto, il tetto al prezzo è proposto dalla Commissione al livello di 275 euro per Mwh per i derivati a un mese nella borsa Ttf di Amsterdam; ma perché sia attivato il meccanismo di correzione è necessario che il superamento di questo limite si verifichi per almeno due settimane. Inoltre, nelle due settimane di superamento del tetto deve verificarsi anche, contemporaneamente e per almeno 10 giorni consecutivi, una divergenza (“spread”) di almeno 58 euro fra il prezzo spot del gas nella borsa Ttf e un prezzo di riferimento per il gas naturale liquefatto (Gnl). Il prezzo di riferimento del Gnl sarà calcolato sulla base della media giornaliera di un paniere di indicatori, costituito dal Mercato Spot Giornaliero del Mediterraneo, dal Mercato Spot Giornaliero dell’Europa Nordoccidentale e dalla valutazione giornaliera del prezzo che sarà prodotta dall’Agenzia per la Cooperazione dei Regolatori dell’Energia Regolatori (Acer).
Quando tutte le condizioni sussistono, il meccanismo di correzione del mercato potrà essere attivato direttamente e immediatamente dalla Commissione, e sarà disattivato quando verranno meno le condizioni di mercato. Durante una conferenza stampa nel pomeriggio a Strasburgo, la Commissaria Ue all’Energia, Kadri Simson, ha risposto a diversi giornalisti che chiedevano se, così come è concepita, la proposta del meccanismo di correzione del mercato avrebbe potuto essere attivata alla situazione verificatasi sui mercati ad agosto, quando il prezzo del gas (oggi a 116 euro) era schizzato in alto giungendo a un picco di 320 euro per Mwh (il 26 agosto). La risposta della commissaria, in sostanza, è che in quell’occasione non si era verificata la permanenza del prezzo per almeno due settimane oltre il tetto, fissato nella proposta di oggi a 275 euro. Quindi, paradossalmente, la proposta della Commissione presenta condizioni tali che il meccanismo di correzione del mercato non verrebbe attivato neanche se si dovesse verificare una situazione simile a quella di agosto, che ha motivato la richiesta di un “price cap” da parte della maggioranza degli Stati membri.
Le clausule
La proposta della Commissione, inoltre, prevede una serie di ulteriori misure di salvaguardia che la rendono ancora più impraticabile, o inefficace. Innanzitutto contro i rischi per la sicurezza energetica: verranno escluse dal “price cap” le transazioni fuori dai mercati regolamentati (Otc, “over the counter”), a cui potranno sempre ricorrere gli operatori in caso di emergenza; ma soprattutto, è prevista la possibilità per la Commissione di sospendere temporaneamente e immediatamente il meccanismo se si verificano perturbazioni non previste che incidono negativamente sulla sicurezza dell’approvvigionamento e sui flussi del gas all’interno dell’Ue. Altri “caveat” riguardano il fatto che il meccanismo non dovrà avere un impatto negativo sulla stabilità finanziaria e sul funzionamento ordinato dei mercati dei derivati in tutto il settore energetico, né sui flussi di gas fra i paesi europei basati sui meccanismi di mercato, né sui contratti di lungo termine, né sulla riduzione della domanda prevista da un precedente regolamento Ue. In quest’ultimo caso, il meccanismo non si applicherà se gli obiettivi obbligatori di riduzione del consumo di gas negli Stati membri non saranno stati raggiunti. La proposta della Commissione sarà ora sul tavolo dei ministri dell’Energia dei Ventisette al Consiglio straordinario di giovedì 24 novembre, a Bruxelles.