L’Autorità greca antiriciclaggio ha annunciato questa mattina che congelerà tutti i beni della vicepresidente del Parlamento europeo, la greca Eva Kaili, arrestata a Bruxelles per il suo presunto coinvolgimento in un clamoroso scandalo di corruzione legato al Qatar. Il provvedimento nei confronti di Kaili, espulsa dal partito socialista greco Pasok-Kinal a seguito della vicenda, riguarda “conti bancari, casseforti, aziende e ogni altro bene finanziario”, secondo il presidente dell’antiriciclaggio, Haralambos Vurliotis, citato da un membro della stessa organizzazione. Gli istituti bancari greci e i servizi statali competenti sono già stati informati della misura dall’Autorità antiriciclaggio, secondo questo membro di questa istituzione. Il congelamento dei beni colpisce anche i familiari stretti di Eva Kaili, come i genitori, stando alla stessa fonte, citata dal quotidiano belga La Libre Belgique.
Nel mirino dell’Autorità c’è anche una società immobiliare di recente costituzione nell’elegante quartiere ateniese di Kolonaki, che sarebbe stata creata dall’eurodeputata 44enne e dal compagno italiano Francesco Giorgi, anche lui in carcere in Belgio nell’ambito della medesima vicenda. L’arresto di Eva Kaili, eletta parlamentare europea dal 2014 e vicepresidente del Parlamento europeo da gennaio, ha suscitato grande scalpore in Europa, in particolare nel suo Paese natale. L’ex conduttrice televisiva è stata accusata di “corruzione” domenica a Bruxelles, e incarcerata, nell’inchiesta di un giudice belga relativa ai cospicui pagamenti che il Qatar avrebbe versato a responsabili Ue e altre persone impegnati in attività collaterali con l’obiettivo di influenzare le decisioni delle istituzioni europee in merito alla immagine della ricca monarchia del Golfo in materia di diritti umani e nello specifico quelli dei lavoratori e dei migranti lavoratori.
Kaili non ha potuto beneficiare della immunità parlamentare perché è stata colta in flagranza di reato, ha spiegato la stessa fonte giudiziaria. Quest’ultima ha confermato le notizie diffuse su vari organi di stampa secondo cui “sacchi di banconote” sono stati scoperti nell’appartamento brussellese dell’eurodeputata greca. Intanto, per la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, i sospetti di corruzione all’interno del Parlamento europeo sono “molto gravi”. “Queste accuse sono estremamente preoccupanti. È una questione di fiducia nelle persone che sono al centro delle nostre istituzioni. Questa fiducia presuppone elevati standard di indipendenza e integrità”, ha proseguito, ricordando di aver proposto la creazione di “un’autorità indipendente” sulle questioni etiche nelle istituzioni dell’Unione europea (Ue).
Anche l’Alto rappresentante per la Politica estera Ue, Josep Borrell, si è detto “molto, molto preoccupato” per quello che potrebbe emergere dall’inchiesta giudiziaria in corso in Belgio su quello che la stampa definisce come “Qatargate”, anche se le fonti ufficiali non hanno ancora mai menzionato il Qatar, ma solo “un Paese del Golfo”. “Certamente – ha sottolineato – le notizie sono molto, molto preoccupanti. Siamo di fronte ad alcuni eventi, alcuni fatti, che certamente mi preoccupano anche come ex presidente del Parlamento Europeo”. Comunque, ha aggiunto, nell’inchiesta in corso” non c’è alcun riferimento né al Servizio europeo di azione esterna, né alle delegazioni” dell’Ue in paesi terzi, e quindi “nessun nostro coinvolgimento”. “Ci sono – ha detto ancora Borrell – azioni di polizia e giudiziarie in corso; noi dobbiamo seguire queste azioni. Siamo certamente molto preoccupati da queste notizie, ma io devo agire non solo secondo i fatti, ma secondo le prove accertate; non posso andare oltre le dichiarazioni giudiziarie. Sono sicuro – ha concluso – che comprendete che si tratta di accuse molto gravi”.