E’ un film sulla forza di ricominciare quando sembra che tutto sia perduto e non ci sia nessuna via d’uscita dal dolore “Il primo giorno della mia vita”, il nuovo film di Paolo Genovese, nei cinema dal 26 gennaio. Un uomo misterioso, interpretato da Toni Servillo, si presenta a quattro persone che hanno toccato il fondo e vogliono farla finita, per proporre loro un patto: una settimana di tempo per farle rinnamorare della vita.
Il suo intento è quello di offrire la possibilità di scoprire come potrebbe essere il mondo senza di loro e aiutarle a trovare un nuovo senso alle proprie esistenze. Nel cast, insieme a Servillo, ci sono Valerio Mastandrea, Margherita Buy, Sara Serraiocco, Gabriele Cristini. “E’ sicuramente un film che suggerisce che c’è una possibilità, abbandonando una parte più coriacea di noi stessi, di affidarci a qualcuno che con pudore, chiedendo permesso, ci dice che forse c’è ancora una possibilità per non decidere di farla finita definitivamente. Una possibilità che in una settimana quello che dovrebbe essere l’ultimo giorno della vita invece possa essere il primo”.
Il personaggio interpretato da Valerio Mastandrea è quello che porta dentro di sé una disperazione più profonda, esistenziale non solo conseguenza di eventi dolorosi. “Sicuramente il mio personaggio è quello più inspiegabile, quello a cui non puoi dare un’etichetta, se non la più facile e più comoda, quella di irrecuperabile. Rivela che anche il male assoluto, il male più intrattabile, incurabile, ha motivo di esistere, perché può essere d’aiuto in qualche forma. E’ veramente complicato dire questo non raccontando il film però sicuramente è un personaggio molto faticoso e molto difficile da raccontare”.