Il fondatore e finanziatore del gruppo di mercenari Wagner Evgenij Prigozhin, con una mossa che cerca di accelerare i tempi, ha invitato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a ordinare il ritiro da Bakhmut, dicendo che la città è “circondata”: afferma che “le tenaglie si stanno stringendo intorno a Bakhmut”, “è rimasta solo una strada”, mostrando poi un uomo anziano e due ragazzini tremanti dal freddo, evidentemente presi in ostaggio. Le affermazioni di Prigozhin tuttavia lasciano aperti dubbi. Il video è chiaramente dimostrativo, una ostentazione di forza oltre che un messaggio per i russi che si chiedono se prendere parte all’invasione russa dell’Ucraina: è stato geolocalizzato nel villaggio di Paraskoviivka, 7 km a nord del centro di Bakhmut, riferisce Reuters. Prigozhin ha annunciato la presa di Paraskoviivka il 17 febbraio.
Chiaro che le forze russe stanno avanzando verso la città, ma l’esercito ucraino ha detto che sta mantenendo la sua posizione nella battaglia per la città orientale e non ha intenzione di ritirarsi. E quindi restano molti punti di domanda sul video pubblicato sui social media e girato nella periferia nord della città ucraina sotto assedio da oltre 6 mesi. I tentativi russi di accerchiare la città sembravano essersi attenuati tra ieri e oggi, secondo gli analisti. Ma un ponte ferroviario di rifornimento vitale per Bakhmut è stato fatto saltare in aria dalle forze di Mosca nella notte: il ponte collega la città al vicino villaggio di Khromove e di conseguenza alla città di Chasiv Yar. Sui social è apparsa una foto che ne ha confermato la distruzione. Il percorso di rifornimento ed evacuazione sarà ora costretto a percorrere strade sterrate. La guardia nazionale ucraina afferma che la situazione è “critica” e si stanno scavando trincee a ovest della città.
Inoltre il comandante di un’unità di droni ucraina attiva a Bakhmut, Robert Brovdi noto come “Madyar”, ha dichiarato in un video che alla sua unità è stato assegnato un “nuovo compito” dopo aver combattuto lì per 110 giorni: “Gli ordini non si discutono” ha chiosato. Il ministro della Difesa ucraino nel frattempo si è detto “fiducioso” che l’Occidente invierà aerei da combattimento a Kiev: Oleksiy Reznikov ha dato un’intervista al quotidiano tedesco Die Bild dove afferma che ci sarà una “cosiddetta coalizione di jet da combattimento”, come c’è stata anche con la fornitura dei carri armati Leopard 2 dagli alleati occidentali. Oggi il segretario di Stato americano, Antony Blinken ha parlato con il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, dopo la “breve” conversazione di Blinken con il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ieri a New Dehli, ha detto il portavoce del dipartimento di Stato americano Ned Price. Blinken ha sottolineato a Kuleba il “sostegno duraturo degli Stati Uniti all’Ucraina mentre si difende dai brutali attacchi della Russia”, ha aggiunto Price.
Intanto sul fronte internazionale, Lavrov ha detto che “nient’altro che l’Ucraina” era di interesse per il G20, definendolo “un peccato”. La Russia ha accusato l’Occidente di ricatti e minacce e ha affermato di avere il sostegno della Cina, in una burrascosa riunione dei ministri degli Esteri del G20 in India, dominata in effetti dalla guerra in Ucraina. L’evento si è interrotto senza un comunicato congiunto, solo un riassunto dell’incontro preparato dall’ospite, l’India, attuale presidente del gruppo, capace di smarcarsi e di unirsi ai colleghi del cosiddetto gruppo Quad che hanno denunciato come inaccettabile la minaccia della Russia di utilizzare armi nucleari nella guerra in Ucraina, secondo una dichiarazione rilasciata dopo un incontro oggi. E tuttavia il massimo diplomatico dell’Ue, Josep Borrell, ha affermato di aver visto un “piccolo miglioramento” nella diplomazia con la Russia dopo la riunione G20 a New Dehli: proprio Lavrov, è rimasto nella stanza quando i Paesi occidentali hanno criticato la Russia – a differenza dell’ultima riunione dei ministri degli Esteri del G20 a Bali lo scorso anno, quando se ne è andato infuriato – ha detto oggi Borrell.