La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha risposto con una lunga e articolata lettera alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che aveva scritto ai vertici delle istituzioni Ue a seguito del tragico naufragio di migranti sulle coste della Calabria. Von der Leyen esordisce condividendo la tesi secondo cui l’immigrazione è un problema europeo che richiede soluzioni europee, e ricordando che questo è l’approccio del nuovo Patto su Immigrazione e Asilo, proposto dalla Commissione due anni e mezzo fa e bloccato in Consiglio Ue, che ora sarebbe essenziale far avanzare.
I tre punti su cui agire
La presidente della Commissione sottolinea altri tre punti su cui si può e si deve agire da subito, parallelamente al lavoro per approvare il Patto: 1) lavorare con i paesi partner cruciali per impedire le partenze dei migranti irregolari; 2) fornire ai migranti alternative reali alla decisione di affidare il proprio destino ai trafficanti, e allo stesso tempo offrire la possibilità di rimpatri volontari a coloro che non hanno diritto a stare nell’Ue, e lottare contro il traffico di esseri umani rafforzando gli accordi operativi esistenti con Niger e Marocco e lanciandone due nuovi con Tunisia ed Egitto; 3) conseguire ‘un approccio più coordinato’ fra le autorità nazionali dei paesi costieri e degli Stati di bandiera per le attività di ricerca e soccorso in mare.
Dopo aver espresso il suo apprezzamento per la lettera che le ha scritto la premier italiana, von der Leyen risponde a Meloni: ‘Condivido pienamente il suo punto di vista, secondo cui come europei, come politici e come cittadini abbiamo il dovere morale di agire per evitare simili tragedie’, che tuttavia ‘purtroppo si verificano troppo spesso. Quest’ultima tragedia deve servire perciò come un appello a raddoppiare la nostra determinazione per trovare soluzioni efficaci e durevoli’. ‘È vero – riconosce la presidente della Commissione – che l’immigrazione è una realtà complessa e sempre mutevole. È una sfida a cui facciamo fatica a rispondere e che ha bisogno di soluzioni fondamentali e complessive’ che ‘ possono solo essere trovate se andiamo insieme’.
Le strade da percorrere
‘Abbiamo dimostrato – ricorda – che quando effettivamente agiamo insieme, l’Ue è in grado di gestire l’immigrazione’. Come è successo per esempio per i ‘milioni di ucraini che fuggivano dalla guerra della Russia’ con quello che è stato ‘il più grande spostamento di popolazione nel nostro continente fin dalla seconda guerra mondiale. E dunque chiaro – rileva von der Leyen – che l’immigrazione è una sfida europea che richiede una soluzione Europea’. ‘Portare avanti il nuovo Patto sull’immigrazione e l’asilo – avverte la presidente della Commissione – è essenziale se vogliamo spezzare il ciclo di soluzioni parziali che non portano a sufficienti progressi. Centrale nell’approccio proposto dalla Commissione è la gestione dell’immigrazione attraverso l’azione con diverse politiche’, secondo una visione complessiva: ‘Aiutare chi ha bisogno della protezione internazionale, impedire le partenze irregolari, combattere le reti criminali dei trafficanti, offrire dei percorsi per l’immigrazione sicura e legale, e rimpatriare coloro che non hanno diritto di restare’ nell’Ue.
Von der Leyen ricorda poi di aver proposto, con una lettera inviata ai leader prima dell’ultimo Consiglio europeo a febbraio, una serie di ‘passi operativi immediati’ in modo che si possa agire ‘mentre si lavora per arrivare a un accordo sul quadro legislativo comune’, e si dice ‘incoraggiata dalla reazione, e in particolare dall’impegno mostrato dall’Italia per lavorare in stretto contatto’. Innanzitutto, afferma la presidente della Commissione, ‘dobbiamo coordinare le nostre azioni con i partner chiave per impedire le partenze irregolari e salvare le vite in mare. A questo fine, la Commissione sta lavorando in contatto stretto con gli Stati membri per intensificare la cooperazione con alcuni partner chiave in Nord Africa. L’Ue e l’Italia hanno lavorato insieme per molti anni per rafforzare la gestione delle frontiere, così come le capacità di ricerca e soccorso in mare. La nostra azione congiunta ha costruito capacità di protezione internazionale e di gestione delle migrazioni nel Nord Africa e al di là, lungo le principali rotte migratorie’.
Rafforzare il controllo delle frontiere
Riguardo ai finanziamenti Ue, anche quest’anno ci sarà ‘un focus particolare su Tunisia ed Egitto’. Forniremo anche, annuncia von der Leyen, confermando la continuazione di una scelta politica italiana ed europea molto controversa, ‘un ulteriore supporto alle capacità di soccorso e di gestione delle frontiere marittime della Libia’. E ‘verranno incrementate le azioni complementari per rafforzare il controllo delle sue frontiere terrestri con l’Egitto’. In secondo luogo, continua von der Leyen, ‘dovremmo concentrare i nostri sforzi su coloro che hanno bisogno di protezione internazionale, fornendo loro delle alternative reali all’affidamento del proprio destino nelle mani di criminali. Il lavoro dell’Italia e di altri per offrire dei percorsi sicuri e legali alle persone vulnerabili attraverso dei corridoi umanitari costituisce un contributo chiave’, riconosce la presidente della Commissione.
‘Forniremo – annuncia poi von der Leyen – almeno mezzo milione di euro in finanziamenti per i reinsediamenti’ dei rifugiati, ‘e per i corridoi umanitari fino al 2025, offrendo sostegno al reinsediamento di circa 50.000 persone. Continueremo a dare priorità a vie di trasferimento sicure e legali dalla Libia e dalla Nigeria, attraverso il rafforzamento del Meccanismo di transito d’emergenza e l’offerta di opportunità di rimpatrio assistito volontario per coloro che non hanno bisogno di protezione internazionale’, e questo ‘nell’ambito del nostro più ampio impegno con la Task Force Ue-Unione africana-Onu’.
‘Avremo l’opportunità di discutere più in dettaglio queste soluzioni, compresa la questione di come continuare a sostenere a livello Ue l’esperienza italiana dei corridoi umanitari, al prossimo forum dell’Ue sui reinsediamenti, a maggio’, osserva ancora la presidente della Commissione, che poi evoca il nodo del contrasto ai trafficanti. ‘Sulla base della Cooperazione esistente con i paesi partner come Niger e Marocco, abbiamo lanciato un partenariato operativo anti trafficanti nel luglio dell’anno scorso, e stiamo lavorando – annuncia von der Leyen – per lanciare due nuovi partenariati operativi anti trafficanti con la Tunisia e con l’Egitto, sostenuti da Europol ed Eurojust’.
L’azione contro i trafficanti
‘Questi partenariati – spiega – mirano a rafforzare i quadri legale, politico, operativo e strategico nei paesi partner in risposta al traffico dei migranti, e ad aumentare in modo strutturale la titolarità, l’impatto e la sostenibilità di lungo termine degli sforzi di questi paesi. Tutto questo sarà sostenuto – indica ancora – dal finanziamento di un nuovo programma multinazionale nordafricano volto a rafforzare l’azione contro i trafficanti nella regione’. In terzo luogo, prosegue von der Leyen, ‘per lavorare insieme in un approccio più coordinato alla ricerca e soccorso in mare, la Commissione ha rilanciato il gruppo di contatto europeo sulla ricerca e salvataggio come parte del Piano d’azione sul Mediterraneo centrale. Il gruppo – ricorda – offre un forum per promuovere la cooperazione e il coordinamento tra le autorità nazionali e sono lieta di sapere del forte impegno dell’Italia’ in questo senso.
‘Sulla base del primo incontro del gruppo, le discussioni continueranno per predisporre un quadro di cooperazione rafforzata per la ricerca e soccorso fra gli Stati costieri e gli Stati di bandiera interessati. Posso assicurarle – afferma rivolta alla premier Meloni – che la Commissione continuerà a dare un alto grado di priorità a questo filone di lavoro’. ‘Al nostro prossimo Consiglio europeo di marzo ho l’intenzione – indica infine la presidente della Commissione – di fornire uno stato dell’arte del lavoro in corso sulle misure operative che ho proposto a febbraio. Il sostegno ai contributi da parte degli Stati membri, compresa l’Italia, sono fortemente apprezzati. Questo è il solo modo – conclude von der Leyen – per assicurare che la nostra azione faccia davvero la differenza sul terreno’.