Nomine e poltrone, tensione nel Pd. Non c’è l’intesa

Nel partito si lavora per evitare conta su capigruppo. Incontro Boccia-Serracchiani a Montecitorio

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Elly Schlein e Stefano Bonaccini

Il Pd cerca di evitare la conta sui capigruppo, Elly Schlein e Stefano Bonaccini proveranno nelle prossime ore a salvare quella gestione unitaria varata con l’elezione a presidente Pd del governatore dell’Emilia Romagna e che rischia ora di saltare proprio sui presidenti dei gruppi parlamentari. La minoranza non accetta che entrambi i capigruppo tocchino alla maggioranza, come prospettato dalla Schlein nel colloquio di ieri con Bonaccini, e in tanti hanno alzato le barricate.

Un dirigente dell’area Bonaccini arriva a dire: “Così salta la gestione unitaria, si va all’assemblea di gruppo e ci si conta, ognuno col proprio candidato. Del resto, anche Debora Serracchiani è stata eletta così l’ultima volta: c’era anche la candidatura di Marianna Madia”. Schlein vorrebbe Francesco Boccia al Senato e Chiara Braga alla Camera. La minoranza punterebbe invece su Alessandro Alfieri a palazzo Madama, “ma è un’ipotesi che non esiste, non lo accetteranno mai”, ammette un parlamentare di area Bonaccini.

Come conferma un deputato di area-Schlein “lì loro sono parecchi – ricorda un deputato di area-Schlein – e abbiamo visto tutti cosa accade con Marcucci presidente durante la segreteria Zingarettià”. Più realistico allora provare a ragionare sul nome del capogruppo a Montecitorio. Stasera, raccontano lo stesso Boccia è andato a parlare con la Serracchiani. Per tutto il pomeriggio, del resto, si sono susseguiti i colloqui tra i parlamentari Pd: Lorenzo Guerini ha parlato con Matteo Orfini, Simona Bonafè, Debora Serracchiani (tutti della minoranza), Giuseppe Provenzano – che pure è in lizza per il ruolo di capogruppo alla Camera – ha fatto il punto con la Braga. Andrea Orlando ha poi parlato con Guerini.

Una girandola di incontri per provare appunto ad evitare la spaccatura nei gruppi. Per qualche ora si è anche parlato di una possibile accelerazione già nelle prossime ore, visto che la Schlein sarà alla Camera tutto il giorno. Ipotesi che però, al momento, non ha trovato conferme, visto che finora non ci sono convocazioni dei gruppi. Di sicuro, Bonaccini e Schlein dovranno sentirsi di nuovo e – secondo alcuni – la segretaria potrebbe provare a proporre una soluzione intermedia: capigruppo di maggioranza, ma con nomi concordati con la minoranza e, in più, posti di rilievo in segreteria. Per qualcuno dell’area Bonaccini potrebbe bastare, ma non è detto che la cosa vada bene a tutti, anzi.