Finlandia, il nuovo fronte nord orientale della Nato

Israele fornirà al paese finlandese, tra l’altro, intercettori, lanciatori e radar

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di Cristina Giuliano e Serena Sartini

Con la guerra in Ucraina che dura ormai da ben oltre un anno e nessun chiaro percorso verso la pace a portata di mano, il fronte nord-orientale della Nato è più strategico che mai. Le ultime settimane per la Finlandia sono state storiche ma anche il risultato della crisi internazionale generata dalla guerra in Ucraina, che peraltro ha spinto Helsinki a un passo epocale: l’ingresso appunto nell’Alleanza, dopo decenni di neutralità. Passo repentino e veloce peraltro, forse anche perché i ricordi dell’invasione sovietica durante la seconda guerra mondiale sono ancora vivi nell’immaginario pubblico: quando i finlandesi persero un decimo del loro territorio ma evitarono l’occupazione.

L’ingresso ufficiale è avvenuto il 4 aprile, con la ratifica del trattato dell’alleanza militare, pochi giorni dopo le elezioni legislative che hanno messo la parola fine al governo di Sanna Marin, lo stesso che ha traghettato il Paese nella Nato, governandolo tra le paure scatenate dall’invasione russa dell’Ucraina, e prima tra i marosi del Covid. La Finlandia tra i Paesi dell’Ue (e oggi 31esimo Paese Nato) è quello con il confine terrestre europeo più lungo con la Russia: 1.300 chilometri, secondo le stime del servizio di frontiera finlandese. L’effetto immediato dell’invasione dell’Ucraina ha toccato in primis l’opinione pubblica e di conseguenza la politica, l’economia e il sociale. Chiara la posizione presa dal paese e importante l’accoglienza riservata ai rifugiati ucraini, ma ci sono state altre conseguenze.

“La guerra di aggressione della Russia in Ucraina e la crisi energetica che ha caratterizzato l’intero anno hanno influenzato in molti modi le operazioni delle società statali e la gestione della proprietà nel 2022″ scrive in questi giorni il governo uscente di Sanna Marin. “Nel complesso, le società statali sono riuscite a superare abbastanza bene la situazione turbolenta. L’eccezionale contesto operativo ha richiesto un intervento da parte dello Stato in qualità di proprietario, soprattutto nel caso delle imprese dell’energia, dei trasporti e della logistica. Nonostante le crisi e le circostanze eccezionali, abbiamo continuato il nostro lavoro a lungo termine per promuovere la sostenibilità nelle aziende”, afferma Kimmo Viertola, direttore generale del dipartimento di gestione della proprietà presso l’ufficio del primo ministro.

L’invasione russa dell’Ucraina ha anche messo sotto pressione i bilanci dell’assistenza ufficiale allo sviluppo (APS) in Finlandia come in molti altri Stati membri dell’UE, secondo i dati preliminari sul 2022 pubblicati dall’OCSE. Ovviamente il livello dei costi per i “rifugiati nel paese donatore” è aumentato in Finlandia, nella quale voce rientrano le spese sostenute per gestire le richieste di asilo. “L’assistenza ufficiale allo sviluppo (APS) della Finlandia nel 2022 è stata pari a 1.534 milioni di euro. I costi dei rifugiati sono aumentati maggiormente rispetto a tutta l’assistenza ufficiale allo sviluppo della Finlandia, per un totale di 390 milioni di euro, quasi sei volte di più rispetto al 2021. La maggior parte di questa somma è stata spesa per far fronte alle esigenze di protezione temporanea degli ucraini in Finlandia. Il sostegno all’Ucraina ha rappresentato 58 milioni dell’APS amministrato dal ministero degli Esteri. La cooperazione allo sviluppo ha assicurato che l’aiuto all’Ucraina fosse disponibile subito dopo che la Russia aveva lanciato la sua invasione” spiegano dal governo.

“La Finlandia invierà un pacchetto record di aiuti militari da 400 milioni di euro all’Ucraina” titolava Politico a gennaio, segnale di un significativo supporto di Helsinki a Kiev. Ma il cambio di passo riguarda soprattutto la difesa del confine finlandese. La Finlandia ha formalmente aderito alla NATO spendendo già il 2% del suo PIL per la difesa. La Russia ha annunciato proprio in questi giorni che rafforzerà anche le sue difese aeree per contrastare l’adesione della Finlandia all’alleanza militare per quello che vede come “un aumento del livello di minaccia”. Pochi giorni prima il Ministero della Difesa finlandese ha autorizzato l’acquisto del sistema David’s Sling (la fionda di Davide). Israele fornirà dunque alla Finlandia David’s Sling che in base all’accordo riferito dalla stessa società israeliana di attrezzature per la difesa Rafael Advanced Defense Systems include intercettori, lanciatori e radar, che saranno collegati ai sistemi di comando e controllo finlandesi.

“L’accordo ha un valore di circa 316 milioni di euro e, a causa dello sviluppo congiunto del programma con gli Stati Uniti, è subordinato all’approvazione finale dell’esportazione da parte del governo degli Stati Uniti” ha scritto la società israeliana su Twitter lo scorso 9 aprile, ma non sono previsti problemi. “Il David’s Sling Weapon System è un sistema avanzato progettato per intercettare missili balistici e missili da crociera, sviluppato congiuntamente dalla Israel Missile Defense Organization e dalla US Missile Defense Agency” ha proseguito la compagnia. E in base alle dichiarazioni del comandante dell’aeronautica finlandese Juha-Pekka Keranen, “il sistema rafforzerà in modo significativo la capacità della difesa aerea della Finlandia”. Di recente, la Finlandia ha anche acquistato da Israele altri importanti sistemi d’arma ad alta tecnologia. Questi includono il nuovo missile anti-superficie Gabriel prodotto da Israel Aerospace Industries e il radar anti-artiglieria prodotti da Elta Systems.

“Con il sistema missilistico ad alta quota, viene colmata una delle più grandi lacune nella difesa della Finlandia, dimostrata dalla guerra in corso in Ucraina”, scriveva Helsingin Sanomat nelle scorse settimane. La Finlandia non aveva un sistema missilistico ad alta quota da quando le forze di difesa finlandesi hanno rinunciato al sistema Buk russo. Il vecchio Buk è stato abbandonato nell’ultimo decennio, quando la Finlandia ha iniziato a schierare il sistema missilistico antiaereo Nasams. Tuttavia, Nasams – acronimo di National Advanced Surface-to-Air Missile System – è un sistema a medio raggio (prodotto da Kongsberg Defence & Aerospace e Raytheon Technologies) e i suoi missili Amraam non sono in grado di intercettare ad alta quota. askanews