Partita la missione Euclid dell’Esa: studierà l’Universo oscuro

Partita la missione Euclid dell’Esa: studierà l’Universo oscuro
1 luglio 2023

E’ partito il telescopio spaziale Euclid, la missione cosmologica dell’Agenzia spaziale europea concepita con l’obiettivo di esplorare l’evoluzione dell’Universo oscuro, quel 95% composto da materia oscura (25%) ed energia oscura (70%) ad oggi ancora sconosciuto. Il lancio è avvenuto da Cape Canaveral in Florida (Usa) a bordo del razzo Falcon 9 di SpaceX. Per raggiungere il suo obiettivo scientifico la missione Euclid dell’Esa – a cui l’Italia contribuisce in maniera importante – andrà indietro nel tempo di 10 miliardi di anni, a metà dei quali l’Universo ha iniziato ad accelerare, osservando nell’arco di 6 anni – tanto è programmata per durare la missione, che potrà anche essere estesa – miliardi di galassie tracciando una mappa 3D del 36% del cielo fornendo informazioni sul ruolo della gravità e sulla natura dell’energia oscura e della materia oscura tra i temi di maggiore interesse dell’astrofisica moderna.

Il veicolo spaziale (alto 4,7 metri con un diametro di circa 3,7 metri e una massa in orbita di poco meno di 2 tonnellate) è costituito da due componenti principali: il modulo di carico utile che comprende un telescopio di 1,2 m di diametro e due strumenti scientifici, VIS (VISible instrument – camera a lunghezza d’onda visibile) e NISP (Near-Infrared Spectrometer and Photometer – Spettrometro e fotometro nel vicino infrarosso, che ha visto anche il contributo della Nasa) e il modulo di servizio contenente i sistemi del satellite. Euclid opererà a una distanza di 1,5 milioni di km dalla Terra (dove sono posizionati anche i telescopi spaziali Gaia e James Webb), la sua orbita operativa sarà attorno a un punto noto come punto di Lagrange 2 (L2), circa quattro volte più lontano dalla Terra di quanto non lo sia la Luna, un luogo ideale per osservare l’Universo in quanto l’attrazione gravitazionale del Sole e della Terra si bilanciano quasi esattamente.

 

Coinvolti 300 istituti, 21 nazioni e 5.000 persone

 

In oltre 10 anni di attività per arrivare al lancio, Euclid ha coinvolto 300 istituti, 21 nazioni (compresi gli Usa) e circa 5.000 persone. L’Italia, con la guida dell’Agenzia spaziale italiana, partecipa alla missione sia dal punto di vista scientifico che tecnologico a partire dalla responsabilità dello Scientific Ground Segment (SGS) sia per la pianificazione delle osservazioni e del primo controllo di qualità sia per la verifica delle prestazioni degli strumenti in orbita e della riduzione dei dati, dalla telemetria fino ai prodotti necessari per l’analisi scientifica. Il nostro Paese ospita anche uno dei 9 Science Data Center in cui si articola SGS, la cui progettazione e realizzazione è stata affidata ad Altec. L’Italia ha inoltre fornito l’elettronica di controllo e acquisizione dei dati di VIS e NISP e la ruota che contiene gli elementi dispersori dello spettrometro, sottosistemi che sono stati realizzati dall’industria nazionale, in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN).

 

I partner

 

Il software di bordo dei due strumenti è stato invece sviluppato da ricercatori dell’INAF. Molte le università coinvolte nella missione: Università di Bologna, Università di Ferrara, Università di Genova, Università Statale di Milano, Sapienza di Roma, Università Roma 3, Università di Torino, Università di Trieste, Università del Salento, SISSA, CISAS. Thales Alenia Space (Thales 67% e Leonardo 33%) in Italia è primo contraente per la realizzazione del satellite della missione Euclid, integrato a Torino, ed è anche responsabile del suo modulo di servizio. Oltre all’antenna a banda K ad alto guadagno, realizzata nel sito di Roma, strumento dispiegabile e orientabile che consente di raccogliere e amplificare i segnali provenienti dai satelliti, Thales Alenia Space ha fornito anche il transponder X-band, dispositivo utilizzato per ricevere, amplificare e ritrasmettere segnali radio nella banda di frequenza X.

 

La missione costata 1,4 miliardi

 

Affinché si potessero osservare galassie così distanti, presso gli stabilimenti di Leonardo a Nerviano (MI) e Campi Bisenzio (FI), sono stati realizzati i micropropulsori a gas freddo e il Fine Guidance Sensor (FGS) un “sensore guida”, la versione ipertecnologica e ultraprecisa di un sestante capace di calcolare ogni due secondi l’orientamento del telescopio nello spazio con un’accuratezza finora mai raggiunta da un satellite europeo. Leonardo ha fornito poi i pannelli fotovoltaici che assicureranno l’alimentazione di tutti i sistemi del satellite. La missione è costata 1,4 mld di euro: circa 860 mln dal budget Esa (l’Italia è terzo contributore dell’agenzia spaziale europea con una quota di circa il 12%), 428 mln di euro dal Consorzio Euclid e circa 120 mln dalla Nasa. Dal punto di vista economico, l’Italia ha contribuito a Euclid con circa 80 milioni di fondi nazionali per la scienza, il Ground Segment e i contributi agli strumenti. Il mese successivo al lancio di Euclid sarà dedicato alla fase di commissioning, di verifica del satellite e degli strumenti, i successivi due mesi saranno destinati alle calibrazioni. I primissimi dati sono attesi per l’inizio del prossimo novembre.

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