Protagonisti del documentario “Virunga“, prodotto dall’attore americano Leonardo DiCaprio, sono i gorilla di montagna (Gorilla beringei beringei), specie ad elevato rischio di estinzione, presente esclusivamente nell’Africa centro-orientale. Il documentario, disponibile sulla piattaforma Netflix, è stato realizzato nel Virunga National Park, una delle zone dove vivono i gorilla di montagna, situato nella Repubblica Democratica del Congo, al confine con il Ruanda e l’Uganda. Il parco si trova in una zona devastata dall’eterna guerra civile in corso nel paese, alla mercé di miliziani e bande armate, e in esso sono presenti circa 800 gorilla di montagna, minacciati da diversi pericoli e difesi strenuamente dai ranger, che in molti casi pagano il loro impegno con la vita.
I gorilla di montagna sono minacciati da fattori “naturali”, in particolare dalla vulnerabilità a molti virus “umani” (anche un semplice raffreddore può mettere a repentaglio la loro vita) ma soprattutto dall’ubicazione geopolitica del loro habitat naturale, una terra dove la vita conta poco, soprattutto quella animale. La guerra civile attualmente ha il suo epicentro nelle zone a valle, distanti pochi chilometri dal parco, ma in alcuni casi il conflitto sconfina all’interno del parco, con conseguenze facilmente immaginabili per i gorilla, spaventati dai rumori dell’artiglieria. I principali pericoli per i gorilla sono costituiti dai bracconieri, che li cacciano per produrre trofei, molto richiesti nei paesi occidentali, e per la loro carne, considerata preziosa dagli abitanti del posto, ma anche da militari che li uccidono senza alcuna motivazione plausibile. L’aggravarsi del conflitto sta spingendo, inoltre, un numero crescente di disperati a cacciare i gorilla, per utilizzare la carne del primate come fonte di sostentamento.