E’ ancora scontro tra governo e opposizione sui migranti. La sinistra, con in testa il Partito Democratico, continua a difendere le Ong anche quando i comandanti delle imbarcazioni trasgrediscono le leggi dello Stato italiano. Una difesa per partito preso, ideologica, si potrebbe dire. Di certo, al di là dei fatti. Perché i fatti, come riporta la cronaca, sono questi: in meno di 48 ore sono state sanzionate tre imbarcazioni di altrettante organizzazioni non governative. La prima è la Sea-Eye 4, posta sotto fermo dopo aver effettuato tre operazioni salvando 114 persone. Le autorità italiane hanno imposto una multa di circa 3 mila euro. La nave non potrà lasciare il porto di Salerno per 20 giorni. I soccorritori di Sea-Eye sono accusati della ripetuta violazione della legge entrata in vigore a febbraio scorso. Parliamo del decreto legge 2 gennaio 2023, n. 1, convertito in legge 24 febbraio 2023, n. 15 e che disciplina l’attività delle imbarcazioni delle Ong impegnate negli interventi di soccorso di persone in mare.
Le tre imbarcazioni fuori legge
Vengono, infatti, stabilite regole chiare per le navi che dovranno operare in conformità alle certificazioni ed ai documenti rilasciati dalle competenti autorità dello Stato di bandiera ai fini della sicurezza della navigazione. Insomma, una legge della Repubblica italiana e che come tale, deve essere rispettata da tutti: cittadini, Ong, partiti e rispettivi segretari. Tra l’altro, la Sea-Eye 4 è recidiva. Infatti, è la seconda detenzione che scatta per questa imbarcazione, quest’anno. Una sanzione amministrativa pecuniaria e un fermo amministrativo, invece, sono stati notificati ieri alla Open Arms, la nave Ong da cui ieri mattina nel porto di Marina di Carrara sono sbarcati 196 migranti. Il doppio provvedimento è stato per non aver rispettato i recenti decreti sicurezza legati agli sbarchi che avrebbero imposto alla Open Arms di attraccare al porto sicuro assegnato già dal primo salvataggio in mare. Stando a quanto ricostruito, la nave avrebbe infatti effettuato altre operazioni di salvataggio contravvenendo alle disposizioni contenuti nei nuovi decreti.
Scatta il fermo amministrativo anche per Aurora, l’assetto veloce della tedesca Sea Watch. Il provvedimento è stato notificato all’Ong dopo l’ispezione di martedì a bordo della nave umanitaria che sabato scorso aveva sbarcato a Lampedusa 72 naufraghi soccorsi nel Mediterraneo centrale. Alla Sea Watch era stato inizialmente assegnato Trapani come porto di sbarco. “Le Ong continuano a salvare dalla morte esseri umani nel Mediterraneo e cosa fa il governo italiano? Ricomincia a fare la guerra all’umanità comminando multe, decidendo fermi delle navi, in spregio alle norme internazionali e in nome di un ottuso egoismo” afferma il segretario di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni. Rincara la dose la segretaria del Partito Democratico: “Ricevere una multa e un fermo amministrativo per aver salvato più vite umane di quelle ‘autorizzate’, il decreto del governo Meloni costituisce il reato di solidarietà”.
Botta e risposta Schlein-Meloni
Elly Schlein fa riferimento a “quello che è accaduto a Open Arms per aver soccorso alcune imbarcazioni in difficoltà durante la navigazione verso il porto di sbarco assegnato a Carrara (il più lontano possibile per crudeltà), per un precedente salvataggio. È quello che sta succedendo anche alla nave di Sea-Eye a Salerno, multa e fermo per venti giorni”. “Reato di solidarietà? – ribatte a stretto giro di posta, la premier Giorgia Meloni -. Facciamo applicare leggi e principi che esistono da sempre in ogni Stato: non è consentito agevolare l’immigrazione illegale e favorire, direttamente o indirettamente, la tratta di esseri umani”. In altri termini, per Meloni, “solidarietà è fermare i viaggi della speranza e le morti in mare, perché contribuire ad arricchire chi organizza la tratta degli esseri umani non ha nulla a che fare con le parole solidarietà e umanità”.
Intanto, probabilmente già lunedì 28 agosto, il Consiglio dei ministri dovrebbe dare il via libera a un pacchetto sicurezza con nuove norme messe a punto dal governo Meloni. Il pressing della Lega per un’approvazione in tempi stretti è alto. Il nuovo decreto conterrà una stretta anche sul fronte delle espulsioni e della verifica dell’età dei migranti presunti minori.