E’ morto a 61 anni Matteo Messina Denaro. Il boss di Castelvetrano si è spento all’ospedale San Salvatore dell’Aquila, nella cella del reparto per detenuti. Messina Denaro era affetto da un tumore al colon e per questo era stato trasferito nel reparto di terapia intensiva del nosocomio l’8 agosto scorso, dopo essere stato recluso al 41 bis nel carcere di massima sicurezza dell’Aquila ventiquattro ore dopo l’arresto.
Le sue condizioni di salute si sono aggravate negli ultimi tempi, a causa del tumore al colon ormai in stadio avanzato che gli sarebbe stato diagnosticato più di due anni fa. Ad agosto il boss di Cosa Nostra aveva affrontato anche un intervento chirurgico, perfettamente riuscito, per una occlusione intestinale, problema che non sarebbe strettamente legato al cancro. Negli ultimi giorni le sue condizioni erano diventate critiche, soprattutto giovedì scorso quando ha avuto un grave sanguinamento per poi essere colpito da un collasso con i parametri vitali compromessi.
Soprannominato “U siccu”, è stato capo indiscusso del mandamento di Castelvetrano e della mafia nel Trapanese. Uomo chiave del biennio stragista 1992-1993, era ritenuto vicinissimo a Totò Riina e, quindi, conoscitore di oscuri ed importanti pezzi della trattativa Stato-mafia. Nell’estate del 1993, mentre avvenivano gli attentati stragisti, Messina Denaro andò in vacanza a Forte dei Marmi insieme ai fratelli Graviano e le rispettive compagne; da allora si rese irreperibile, dando così inizio alla sua lunga latitanza. Fu arrestato dai carabinieri del ROS lo scorso 16 gennaio dopo 30 anni di latitanza. Il boss fu fermato in Via Domenico Lo Faso, un vicolo nei pressi della clinica privata La Maddalena a Palermo. Messina Denaro era in procinto di effettuare, sotto il falso nome di Andrea Bonafede, una seduta di chemioterapia. Furono i suoi ultimi minuti di libertà.