L’accordo su Patto migratorio non c’è ancora ma è scontato

L’accordo su Patto migratorio non c’è ancora ma è scontato
28 settembre 2023

Il consiglio Affari interni dell’Ue che si è svolto oggi a Bruxelles è stato come un gioco di specchi: non aveva in agenda alcuna decisione sul Patto sull’immigrazione e l’asilo, ma in realtà era proprio su questo che c’erano le maggiori attese e il maggior interesse da parte dei media internazionali. C’era una chiara maggioranza qualificata dei ministri favorevole al testo proposto dalla presidenza di turno spagnola del Consiglio Ue riguardo alla proposta di regolamento sullo stato di crisi migratoria, ultimo ed essenziale tassello del Patto su cui non si era riusciti a raggiungere un accordo prima della pausa estiva, ma non c’è stato alcun voto: perché non era previsto, ma soprattutto, a quanto sembra di capire, perché si vuole ancora tentare di allargare la maggioranza favorevole all’accordo, cercando di convincere in particolare l’Italia a farne parte.

 

La svolta della Germania

 

La questione sarà ora demandata al Comitato dei rappresentanti permanenti degli Stati membri presso l’Ue (Coreper), l’organismo tecnico che prepara le decisioni del Consiglio a livello ministeriale. Nei prossimi giorni, il Coreper esaminerà il testo modificato proposto dalla presidenza spagnola e verificherà se ha il sostegno della maggioranza qualificata degli Stati membri. La svolta c’è stata nelle ultime ore quando la Germania, dopo avere espresso nei mesi scorsi delle perplessità per il fatto che non erano garantiti abbastanza i diritti dei gruppi più vulnerabili e la riunificazione familiare dei migranti, ha accettato il compromesso e assicurato che non si metterà di traverso. Le condizioni per la maggioranza qualificata (il 55% paesi che rappresentino il 65% della popolazione dell’Ue) ci sono nonostante l’opposizione certa dell’Ungheria (Budapest non accetta per principio che su questi temi non ci sia l’unanimità) e anche di Polonia, Repubblica ceca e Austria.

 

Ong sotto i riflettori

 

E l’Italia? Non si sa. A Bruxelles il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, non ha parlato né con la stampa, né durante il dibattito pubblico che si è svolto proprio sul regolamento sullo stato di crisi migratoria, ritrasmesso dal canale Tv interno del Consiglio Ue. Ma, a quanto si apprende nei corridoi del Consiglio, all’Italia non è piaciuta una precisazione nel testo, secondo cui le Ong non possono essere considerate responsabili di ‘strumentalizzazione’ delle pressioni migratorie, una dinamica che l’Ue ha conosciuto in passato a opera di paesi terzi come la Bielorussia alle frontiere polacche, il Marocco ai confini spagnoli, la Turchia nei riguardi della Grecia. Proprio in base alle esperienze passate, la ‘strumentalizzazione’ è stata aggiunta come possibile fattore da considerare per decretare lo stato di crisi migratoria, che innesca una serie di modifiche temporanee al normale regime di gestione dell’immigrazione irregolare e dell’asilo.

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“Accordo necessario”

 

Il regolamento sulle crisi prevede che, una volta riconosciuto lo stato di emergenza, vi sia una procedura semplificata e tempistiche più brevi per l’attivazione del meccanismo di ‘solidarietà obbligatoria’, con quote di redistribuzione dei migranti irregolari fra gli Stati membri, la ‘sponsorizzazione dei rimpatri’, o contributi finanziari ai paesi più esposti ai flussi. La proposta, inoltre, estende di otto settimane la durata massima della procedura di rimpatrio, e quindi la possibilità di detenzione dei migranti irregolari, rispetto al termine normale di 12 settimane. E questo era uno dei punti che non piacevano ai tedeschi. Durante la conferenza stampa al termine della riunione, il ministro dell’Interno spagnolo e presidente di turno del Consiglio Affari interni, Fernando Grande-Marlaska, ha sottolineato che ‘il Patto migratorio oggi più che mai è un accordo necessario, irrinunciabile, una delle sfide più immediate che richiederanno sforzi, flessibilità e generosità da parte di tutti’.

 

“C’è ampia maggioranza”

 

‘Ci avviciniamo – ha osservato il ministro spagnolo – alla fine della legislatura europea, e stiamo lavorando intensamente per portare a termine dei dossier chiave per lo sviluppo della Unione europea, e in particolare quelli che riguardano la politica migratoria. Il Consiglio Ue non ha eluso il dibattito sui flussi migratori in Europa, sulla situazione che abbiamo vissuto nel Mediterraneo negli ultimi mesi e più concretamente sugli eventi recenti sull’isola di Lampedusa’. Durante la riunione, ha riferito Grande-Marlaska, ‘abbiamo affrontato il Patto sull’immigrazione e asilo consapevoli del fatto che dobbiamo dare una risposta efficace e soddisfacente a sfide importantissime per il futuro dell’Unione. con uno scambio di opinioni abbiamo potuto portare avanti un negoziato sul Regolamento relativo alle crisi (migratorie, ndr). E’ un fascicolo chiave nel negoziato sul Patto. Posso confermare che c’è un’ampia maggioranza, un amplissima maggioranza di Stati membri che sono d’accordo con questo orientamento generale che cerchiamo di raggiungere’.

Ylva Johansson

Più di 250 mila arrivi nell’Ue

 

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‘Penso – ha rilevato il presidente di turno del Consiglio Affari interni dell’Ue – che siamo molto vicini a raggiungere un accordo, a molto breve termine. Il lavoro di tutte le delegazioni nazionali nelle ultime settimane e giorni è stato davvero importante e ci ha permesso di essere ottimisti sul fatto che, anche se restano certamente dei dettagli da perfezionare, nei prossimi giorni potremo annunciare il raggiungimento dell’orientamento generale sul Regolamento delle crisi, che ci permetterà di riprendere il ‘trilogo’ (il negoziato a tre con il Parlamento europeo e la Commissione, ndr) sull’insieme normativo che forma il Patto migratorio’. Rispetto all’attuale pressione migratoria, la commissaria Ue agli Affari interni, Ylva Johansson, ha indicato che ci sono stati quest’anno ‘più di 250.000 arrivi nell’Unione europea, con l’aumento più importante sulla rotta del Mediterraneo centrale, verso Lampedusa soprattutto. Abbiamo visto una riduzione sulla rotta del Mediterraneo orientale, ma allo stesso tempo anche un aumento su alcune isole greche, come Samos e Lesbos; la situazione è più o meno stabile invece per quanto riguarda la rotta del Mediterraneo occidentale, ma con un leggero aumento per le isole Canarie; e poi abbiamo registrato anche un leggero aumento in provenienza dalla Bielorussia’.

 

Regna ottimismo

 

‘Al contempo – ha proseguito Johansson – abbiamo 600.000 domande di asilo, più del doppio degli arrivi irregolari. Questo dimostra anche che la sfida che abbiamo davanti è più grande di quella degli arrivi irregolari, che dobbiamo lavorare con i paesi terzi anche per coloro che arrivano regolarmente, con gli aerei, per chiedere l’asilo nell’Ue’. La commissaria ha poi definito ‘molto positiva’ la discussione tra i ministri. ‘Ricordo – ha aggiunto – quando ho cominciato queste discussioni nel Consiglio Ue quasi quattro anni fa, c’era una situazione con molte più divisioni e aggressività. Ora c’è una reale comprensione del fatto che il destino e le sfide per ogni Stato membro dipendono da come gli altri paesi Ue si occupano delle loro sfide, e da come le affrontiamo tutti insieme. Questa è la ragione per cui la proposta della presidenza di turno spagnola sul regolamento delle crisi ha ottenuto un grande supporto, perché ha trovato il giusto equilibrio che gli Stati membri sosterranno, e sono sicura che tra pochi giorni ci sarà la decisione formale sul regolamento sulle crisi’.

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Ora tocca al prossimo vertice Ue dei capi di Stato e di governo

 

‘Oggi – ha osservato ancora Johansson – la decisione non era formalmente all’ordine del giorno, ma molti progressi sono stati fatti comunque, e mi pare che non ci siano grandi ostacoli che si frappongono ormai sul nostro cammino’. Insomma, ‘sono convinta tra qualche giorno ci sarà una decisione formale, perché la discussione politica di oggi è stata decisiva’. ‘Siamo così convinti – ha aggiunto Grande-Marlaska – che ci stiamo impegnando a dire che in pochi giorni riusciremo veramente ad approvare l’approccio generale sul regolamento sulle crisi. Sono stati fatti progressi veramente importanti dal punto di vista negoziale, significativi su punti e aspetti strutturali e su alcuni pilastri essenziali del mandato. Ma sappiamo che può essere complicato chiudere gli accordi su piccole sfumature, su piccoli dettagli, che spesso sono quelli più difficili da risolvere. Comunque noi siamo fermamente convinti, sicuri che è vicina questa possibile positiva conclusione’.

‘Raggiungeremo un accordo, con un’ampia maggioranza, e questo accadrà in pochi giorni’, ha ribadito a questo punto Johansson, mentre Grande-Marlaska, rispondendo a una giornalista che chiedeva se si voglia sottoporre il testo di compromesso al prossimo vertice Ue dei capi di Stato e di governo, previsto il 5 ottobre a Granada, prima di arrivare all’approvazione formale da parte del Coreper, ha assicurato ‘non ho da aggiungere niente: ci sarà l’accordo sul approccio generale nei prossimi giorni, e credo – ha concluso – che sarà prima del vertice di Granada’.

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