Consiglio europeo, la guerra in Ucraina rimane centrale per l’Europa

Consiglio europeo, la guerra in Ucraina rimane centrale per l’Europa
Viktor Orbán e Robert Fico
27 ottobre 2023

E’ stato meno controversa di quanto si temesse la discussione sull’Ucraina dei capi di Stato e di governo dell’Ue, durante la seconda giornata del Consiglio europeo oggi a Bruxelles. Le lunghe conclusioni approvate all’unanimità per questo capitolo non erano, insomma, scontate. E ripropongono, nonostante il tragico riaccendersi del conflitto in Medio Oriente l’abbia messa in ombra, la centralità della guerra in Ucraina per i paesi dell’Unione europea e il loro immutato impegno al fianco del Paese che resiste all’invasore russo.

Durante il dibattito, riferiscono fonti del Consiglio, i leader di Ungheria e Slovacchia, i due paesi da cui ci si aspettava che arrivassero forti critiche (se non addirittura un veto) al testo da adottare alla fine del vertice, hanno detto quel che avevano da dire, ma sono rimasti nel quadro dello scambio costruttivo, pragmatico e leale, non hanno cercato lo scontro, e alla fine hanno avallato anche posizioni che apparivano in forte contrasto coi loro discorsi in pubblico, prima di entrare in Consiglio.

Per esempio, il premier ungherese Viktor Orban (che tra l’altro era reduce da un recente incontro con il presidente russo Vladimir Putin a Pechino) durante i suoi interventi in pubblico e anche, a quanto riferiscono le fonti del Consiglio, durante la discussione di oggi, aveva enfatizzato il rischio che la guerra possa durare indefinitamente, mentre il sostegno finanziario dell’Ue non può essere infinito.

“Sappiamo tutti – avrebbe detto agli altri leader – che il conflitto non finirà né domani né dopodomani”. Ma le conclusioni del Consiglio europeo sono invece molto chiare sul fatto che “l’Unione europea continuerà a fornire un forte sostegno finanziario, economico, umanitario, militare e diplomatico all’Ucraina e al suo popolo per tutto il tempo necessario (‘for as long as it takes’, ndr)”. Ancor meno sembrano tenere conto, le conclusioni, delle preoccupazioni del neo premier slovacco Robert Fico, che si era espresso risolutamente contro la continuazione dell’invio di armi da parte dell’Ue all’Ucraina, affermando che gli aiuti europei dovrebbero concentrarsi solo sull’aiuto umanitario.

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Accelerare su armi all’Ucraina

 

“L’Unione europea e i suoi Stati membri – affermano i leader nel testo – continueranno a fornire un durevole sostegno militare all’Ucraina, in particolare attraverso lo Strumento europeo per la pace e la missione di assistenza militare dell’Ue, nonché l’assistenza bilaterale da parte degli Stati membri. Il Consiglio europeo sottolinea l’importanza degli sforzi degli Stati membri e, nell’immediato, la necessità di accelerare la fornitura di sostegno militare all’Ucraina per contribuire a soddisfare le sue pressanti esigenze militari e di difesa, compresi missili e munizioni, in particolare nel quadro dell’iniziativa per un milione di pezzi di munizioni di artiglieria, nonché per i sistemi di difesa aerea per proteggere la popolazione e le infrastrutture critiche ed energetiche”. 

Scontata, invece, la riaffermazione dell’impegno per gli aiuti alla popolazione civile e umanitari: “Di fronte ai continui attacchi russi contro le infrastrutture civili e critiche dell’Ucraina – si legge nelle conclusioni -, l’Unione europea e i suoi Stati membri intensificheranno la fornitura di assistenza umanitaria e di protezione civile all’Ucraina, comprese attrezzature quali generatori di energia, trasformatori elettrici, stazioni di riscaldamento mobili e apparecchiature ad alta tensione e impianti di illuminazione, per aiutare l’Ucraina e il suo popolo ad affrontare ancora un altro inverno di guerra”.

 

Confisca di alcuni interessi russi

 

Un punto importante e ancora controverso su cui i leader erano chiamati a discutere riguarda la possibile confisca non degli asset economici russi congelati dalle sanzioni europee, ma dei cospicui interessi generati proprio dalla loro immobilizzazione, per poterli poi utilizzare per la ricostruzione in Ucraina. “La Russia è responsabile degli ingenti danni causati dalla sua guerra di aggressione contro l’Ucraina.

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Sono necessari progressi decisivi, in coordinamento con i partner, su come le entrate straordinarie detenute da soggetti privati e derivanti direttamente dai beni della Russia immobilizzati potrebbero essere destinate a sostenere l’Ucraina e la sua ripresa e ricostruzione”, spiegano le conclusioni, precisando che questo va fatto comunque “in linea con gli obblighi contrattuali applicabili e in conformità con le norme Ue e il diritto internazionale”. Il Consiglio europeo, perciò, invita l’Alto Rappresentante per la Politica estera e di difesa comune e la Commissione “ad accelerare i lavori in vista della presentazione di proposte” in questo senso. Inoltre “l’Unione europea resta impegnata a sostenere il ripristino, il recupero e la ricostruzione dell’Ucraina, in coordinamento con i partner internazionali, compreso il processo di sminamento.

 

Deportazione bambini ucraini

 

I leader dell’Ue insistono sulla necessità di perseguire in modo appropriato le violazioni del diritto internazionale da parte di Mosca. “La Russia e la sua leadership devono essere ritenute pienamente responsabili della guerra di aggressione contro l’Ucraina e di altri crimini molto gravi ai sensi del diritto internazionale. Il Consiglio europeo invita a proseguire i lavori, anche in sede di gruppo ristretto, sugli sforzi volti a istituire un tribunale per il perseguimento del crimine di aggressione contro l’Ucraina, che godrebbe del più ampio sostegno e legittimità a livello transregionale, e verso l’istituzione di un futuro meccanismo di risarcimento. Inoltre, il Consiglio europeo esprime il proprio sostegno al lavoro della Corte penale internazionale e condanna i tentativi russi di indebolirne il mandato internazionale e il funzionamento”.

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Il Consiglio europeo torna anche a condannare “con la massima fermezza la deportazione illegale e il trasferimento in Russia e Bielorussia di bambini ucraini e altri civili, e sollecita la Russia e la Bielorussia a garantire immediatamente il loro ritorno sicuro”. Infine, le conclusioni del Consiglio prospettano ancora nuove sanzioni: “La capacità della Russia di condurre la sua guerra di aggressione deve essere ulteriormente indebolita, anche rafforzando ulteriormente le sanzioni, e attraverso la loro piena ed efficace attuazione e la prevenzione della loro elusione, soprattutto per i beni ad alto rischio, in stretta collaborazione con i partner e gli alleati”.

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