Intesa Italia-Albania non andrà in Parlamento, insorge l’opposizione

Intesa Italia-Albania non andrà in Parlamento, insorge l’opposizione
8 novembre 2023

A due giorni dalla firma, l’accordo tra Italia e Albania per la realizzazione di due centri per migranti nel Paese delle Aquile continua a far discutere. Il governo albanese ha pubblicato sul proprio sito Internet il testo completo del protocollo, compresi i due allegati (che invece non erano stati resi noti da Palazzo Chigi). In particolare dall’allegato 2 emergono i costi a carico dell’Italia: tra le altre cose è previsto che “entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore del protocollo, la parte italiana accredita” a titolo “di anticipo o di incameramento dei rimborsi, l’importo di 16,5 milioni di euro” per “il primo anno di attuazione del protocollo”.

Intanto il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani ha detto oggi che l’intesa “non passerà per le Camere” perchè “c’è già un accordo internazionale che regola la materia. Questo è un trattato di collaborazione rafforzata tra Italia ed Albania in tema di immigrazione che è già previsto dagli accordi internazionali precedenti sottoscritti dai due Paesi” e dunque “il passaggio non serve”. Parole che fanno insorgere le opposizioni. “Non è accettabile che l’accordo con l’Albania non sia portato in Parlamento perchè viola la Costituzione e il diritto internazionale”, accusa la segretaria del Pd Elly Schlein mentre il leader M5s Giuseppe Conte parla di “ennesimo spot” e Benedetto Della Vedova (+Europa) chiede l’intervento dei presidenti delle Camere per evitare “una forzatura incomprensibile e pericolosa” e un “ennesimo vulnus al Parlamento da parte del Governo”.

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Insorge l’opposizione

 

A far discutere anche le parole del Guardasigilli Carlo Nordio che ha espresso l’auspicio che “eventuali pronunce della magistratura non vanifichino la futura operatività dell’accordo”. “Apprendiamo con stupore che il ministro Nordio si augura che i magistrati italiani non facciano il loro mestiere. Detto dal ministro della Giustizia sorprende non poco. E’ un invito a non disturbare il manovratore?” chiede la deputata democratica Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del partito. Oggi Giorgia Meloni non è tornata sull’argomento, salvo far smentire ‘tensioni’ con gli alleati. Indiscrezioni di stampa – ma per la verità anche fonti interne ai partiti – riportavano malumori di Lega e Forza Italia, i cui leader non sarebbero stati informati della trattativa con Edi Rama. Fonti di Palazzo Chigi, in serata, hanno definito “totalmente fantasiose” le ricostruzioni perchè “c`è stato fin dall`inizio il pieno coinvolgimento dei due vicepremier Salvini e Tajani e l`intesa è stata costruita passo dopo passo con la totale collaborazione dei ministeri coinvolti, a partire da Ministero degli Esteri, Interno e Giustizia”.

Anche la Lega, questa mattina, aveva assicurato che “non c’è alcun malumore” nei confronti della premier del ministro delle Infrastrutture, che considera anzi il protocollo “utile e positivo”. Da Tokyo, nel frattempo, era arrivato il commento positivo del ministro degli Esteri Antonio Tajani, secondo cui “è un accordo scritto nel pieno rispetto delle norme comunitarie e credo che sia una scelta positiva”. A proposito della reazione di Bruxelles, che ieri aveva chiesto chiarimenti, la Commissione europea sta “analizzando” il protocollo, per verificarne la rispondenza alle normative comunitarie e internazionali. Intanto, però, per il commissario europeo all’Allargamento, Oliver Varhelyi ha definito l’accordo un “modello interessante”.

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